altimetria
planimetria
info tecniche
Percorso
Tappa breve e molto intensa senza un momento di respiro. Il dislivello complessivo se rapportato ai chilometri percorsi è quello di un tappone alpino. I primi chilometri da Santena fino ai piedi della prima salita sono gli unici pianeggianti. In seguito, si scala il versante di Rivodora di Superga e si entra in un circuito di 36.4 km da percorrere due volte. Si scalano la Collina di Superga e il Colle Maddalena. La prima presenta 5 km sempre attorno al 10% con punte del 14%, la seconda, molto più breve, si snoda su una strada dentro il bosco a carreggiata ristretta con pendenze che raggiungono il 20%. Discesa impegnativa fino all’arrivo.
Ultimi km
Dallo scollinamento del Colle Maddalena si scende fino a Valsalice con alcuni tratti impegnativi tra le case per risalire con pendenze elevate fino al Parco del Nobile. Ultimi 4 km tutti in discesa mediamente su strada ristretta. Dopo l’ultimo chilometro dentro la città di Torino la strada si allarga notevolmente e diventa pianeggiante a circa 700 m dall’arrivo. Rettilineo finale in asfalto.
partenza / arrivo
dettaglio salite
ultimi km
crono tabella
info turistiche
Città di:
Santena
La Parola alle Istituzioni
Fabrizio Ricca – Assessore allo Sport della Regione Piemonte
“Queste tappe del Giro sono un grande momento di sport ma anche l’occasione per mostrare ad atleti e appassionati di ciclismo le bellezze del nostro territorio. Le ruote degli atleti che si sfideranno in strada, infatti, percorreranno aree tanto diverse tra loro ma che concorrono tutte in una stessa direzione: dimostrare la bellezza del nostro Piemonte.”
Paolo Romano – Assessore alla Cultura e allo Sport del Comune di Santena
“Essere Città di Tappa per noi è la realizzazione di un sogno. Stiamo lavorando a questa candidatura dal 2014. È la conferma del lavoro fatto in questi anni dal nostro Comune. Un’opportunità per far conoscere il nostro territorio a livello internazionale e dare ancora più valore a ciò che ci rappresenta. Santena è la Città di Camillo Cavour, qui è ubicato il Memoriale appena inaugurato nel Complesso Cavouriano di proprietà della Città di Torino. Un punto di interesse storico e artistico di alto livello che invitiamo a visitare. Qui ha vissuto il personaggio che ha unito l’Italia e ha dato avvio al concetto di Europa. Per questo voglio ringraziare la Regione Piemonte perché non era affatto scontato che un tale evento prevedesse una tappa nella nostra Città. Il Giro d’Italia non è solo un evento sportivo, ma un appuntamento che ogni anno tutti gli italiani attendono, che siano appassionati di ciclismo o meno. E’ uno dei simboli dell’italianità che lega diverse generazioni. L’Amministrazione – conclude l’Assessore – continuerà a lavorare a stretto contatto con Marco Boglione, presidente della Fondazione Cavour, e col direttore Marco Fasano per portare a Santena manifestazioni di interesse nazionale e non solo e per valorizzare il complesso cavouriano e la nostra città. Per Santena questo è un anno davvero straordinario. In pochi mesi abbiamo raggiunto traguardi grandissimi per la nostra Città: abbiamo appena inoltre costituito il Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese per dare valore ai prodotti agroalimentari del nostro territorio e l’arrivo del Giro di Italia avverrà proprio durante il maggio Santenese del prossimo anno (la sagra che da quasi 90 anni celebra il prodotto tipico della Città: l’Asparago di Santena e delle terre del Pianalto coltivato dallo stesso Cavour).”
Panoramica
Santena è un comune italiano di 10 736 abitanti della città metropolitana di Torino in Piemonte. È famoso per gli asparagi nonché per ospitare il Polo Cavouriano, con il Memoriale di Cavour, la tomba e il parco.
Santena è un crocevia di antiche strade che la collegano da sud a nord con Carmagnola e Chieri e da est a ovest con Asti e Torino. Una geolocalizzazione che allaccia questo territorio alle maggiori arterie autostradali e ferroviarie confermando la funzione di piattaforma logistica protesa all’Europa. Grazie al Polo Cavouriano, è anche un crocevia di cultura e di storia perché conserva e custodisce le memorie del principale artefice dell’Unità d’Italia. Negli ultimi anni sta inoltre assumendo una centralità anche per l’enogastronomia, sia per le aziende internazionali che vi hanno sede sia perché capofila del futuro Distretto del Cibo.
Gastronomia
L’Asparago, Re della Tavola.
Tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT)
Ha un Bollino che ne certifica la Tracciabilità di Filiera (ISO 22005)
Dal 2004 è prodotto riconosciuto da un’Associazione, che definisce un disciplinare di produzione cui attenersi per poter presentare il proprio prodotto come Asparago di Santena (21 associati al 2018). Con 170 tonnellate di produzione l’anno
Prodotto di eccellenza dell’agricoltura italiana e piemontese è una posizione conquistata con il lavoro e la costanza di contadini che, di generazione in generazione, hanno saputo selezionare, produrre, valorizzare, tutelare e promuovere il prelibato turione, Re della tavola di primavera. L’asparago deve la sua fama al sapore dolce e delicato e alla scarsa fibrosità, frutto della freschezza e delle terre sabbiose in cui cresce. La notorietà è accresciuta dalla sapienza con cui si preparano i molteplici piatti di portata elaborati nel corso dei secoli, che oggi si possono gustare nei ristoranti e nelle trattorie che espongono il marchio di qualità.
Le grandi aziende
Dalla storica Lenti Spa, che produce prosciutti cotti di qualità da oltre un secolo, sino al Caffè Vergnano sono decine le aziende di fama nazionale e internazionale che hanno sede nel Comune di Santena. Marchi in crescita che danno prestigio al Made in Italy e orgoglio al territorio.
Il Marchio De.Co
Sono oltre una decina i prodotti gastronomici identificati dal marchio di Denominazione Comunale che ne garantisce la qualità e salvaguardia le peculiarità produttive della Città. Ne fanno parte: La Focaccia Dolce del Fornaio di Tetti Giro – alias Pollone Walter – della panetteria “Il Forno”. La Piemonteìsa della macelleria “Carne Dì”, che predilige materie prime di provenienza territoriale. Lattina 100% Arabica da 250 grammi macinatura Moka della “Casa del caffè Vergnano”, nato dalla torrefazione lenta delle più pregiate varietà di Arabica. Svizzerine di carne rossa e di carne bianca della “Macelleria Crivello”, che predilige materie prime di provenienza territoriale. Zafferano puro in stammi dell’azienda agricola “Rocca Roberto”, venduto a privati e ristoratori santenesi e non. Zafferano puro in stimmi dell’azienda agricola “Zafferano Fratelli Palazzolo”, venduto a privati e ristoratori santenesi e non. Liquori Bicerin Originale di gianduiotto, Bicerin originale White, Bicerin originale Dark, Vermouth di Torino bianco Camillo e Vermouth di Torino rosso Camillo delle Nuove Distillerie Vincenzi srl. Spanotto Cavour, della pizzeria “Lo Spuntino”
Il Distretto del Cibo
La Città Metropolitana scommette sul Distretto del Cibo di Chieri e Carmagnola. Peperone e Salame di Giora di Carmagnola, Tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino, Asparago di Santena, Ciliegie di Pecetto, Cipolla Piatlina bionda di Andezeno, Freisa di Chieri: queste e molte altre le eccellenze agroalimentari e vitivinicole dei 22 Comuni che fanno parte della Zona omogenea Chierese-Carmagnolese (una delle 11 in cui è suddiviso il territorio della Città Metropolitana di Torino) su cui vale la pena puntare al fine di valorizzare le produzioni agricole e agroalimentari e il paesaggio. I Distretti del Cibo sono intesi dal legislatore regionale come uno strumento per coniugare le attività economiche con la cultura, la storia, la tradizione e l’offerta turistica locale.
Punti di interesse
La Città di Camillo Cavour. Commemorare Camillo Benso di Cavour (1810-1861) è impresa facile da realizzare. Da quel tragico 6 giugno 1861 la città è meta di pellegrinaggio di chi vuole commemorare la figura e l’opera del più grande statista italiano. Tra il Memoriale e la Chiesa parrocchiale c’è la tomba, a ricordare anche visivamente uno dei pilastri dell’azione politica del Tessitore: quell’idea di “Libera Chiesa in libero Stato”, così moderna e dirompente da incidere profondamente sulla storia e sulla cultura del nostro Paese per tutto l’Ottocento, il Novecento, fino ai giorni nostri.
IL CASTELLO CAVOUR
Collocato in un ambiente di ricercata bellezza, cattura e seduce il visitatore, inserendolo in una trama unica e originale che racconta il contesto in cui Cavour visse, si formò e operò il personaggio capace di collocare stabilmente l’Italia nel sistema delle democrazie occidentali.
IL MEMORIALE CAVOUR
Il Memoriale realizzato all’interno del Castello, che apre dopo quattro anni di ristrutturazione, propone percorsi interattivi che raccontano su tre piani la vita di Cavour e insieme la storia del Risorgimento italiano. All’ultimo piano la camera dove lo statista morì. All’esterno del Castello è stata ristrutturata la tomba di famiglia dove Cavour fu sepolto e si trova la lapide mortuaria della contessa di Castiglione in origine a Parigi al cimitero de la Père-Lachaise
LA SALA DIPLOMATICA
La Sala diplomatica, detta anche Sala del Consiglio, venne così chiamata in quanto utilizzata per le riunioni politiche di Cavour con i colleghi del Ministero. Si trova in un edificio staccato collegato al Castello con una terrazza. Lunga 20 metri e larga 9, era stata voluta negli anni 1780/90 dai marchesi di Cavour subentrati ai Benso di Santena. Le pareti sono decorate con luminosi stucchi che rappresentano le arti e i mestieri, con trofei rappresentativi delle arti e delle scienze, ad esempio strumenti per la scultura, la zampogna per la poesia, la tavolozza per la pittura, motivi simbolici per la geometria, l’astronomia, le scienze naturali, la geografia, il teatro e la musica. Oggi l’ingresso è sormontato dallo stemma dei Benso.
LA TORRE.
Si tratta dell’antico resto del Castellazzo Quattrocentesco dei Marchesi Tana, acquistato da Carlo Ottavio Benso nel 1714. La Torre venne restaurata nel 1887-1889, sotto la direzione di Melchior Pulciano: al primo piano si trova la Sala delle Corone, dove si conservano le corone che cento città italiane portarono nel 1886 per il 25° anniversario della morte di Cavour. Nella sala si trova un grande camino, aggiunto con i restauri ottocenteschi, che reca sulla cappa il dipinto dello stemma dei Benso e del loro motto “Gott will reicht”. Lo stemma è sormontato dalla figura di un pellegrino che porta un vessillo con la scritta “Militia et Peregrinatio”. Nella sala vicina ci sono altre corone e cimeli giunti nel corso degli anni, come il ramo d’ulivo inviato da Mussolini nel 1929.
La Tomba.
Dichiarata monumento nazionale nel 1911, in occasione del cinquantennio della morte di Camillo Cavour sorge sul lato sinistro della chiesa. Costruita nel 1715 dal conte Carlo Ottavio Benso contiene le spoglie del conte Camillo Benso di Cavour e di molti del suo casato. In origine la tomba della famiglia Benso si trovava nella chiesa di San Francesco a Chieri e quando l’esercito napoleonico distrusse la chiesa, i Benso costruirono una cripta mortuaria sotto la cappella del castello di Santena. La facciata della cappella è in ordine dorico, le pareti interne sono rivestite in marmo e l’altare è di bronzo.Collocato in un ambiente di ricercata bellezza, cattura e seduce il visitatore, inserendolo in una trama unica e originale che racconta il contesto in cui Cavour visse, si formò e operò il personaggio capace di collocare stabilmente l’Italia nel sistema delle democrazie occidentali.
Il Parco.
Accanto al castello si estende un grande parco di 23 ettari voluto dal marchese Michele Benso di Cavour all’inizio del XIX secolo e progettato da Xavier Kurten. Si tratta di un tipico giardino all’inglese, con collinette e sentieri curvi, utili per fornire ad ogni passo una diversa visione prospettica del parco. Il parco, delimitato a sud dall’argine del torrente Banna, è ricco di piante secolari autoctone, tra cui faggi, olmi, roveri, abeti e platani di altezza importante (fino a 35 m)
IL GEMELLAGGIO: Santena e Plombieres Les Bains
A maggio 2018 è stato sottoscritto il tanto atteso gemellaggio tra il Comune di Santena e la città francese Plombières-les-Bains i due comuni, italiano e francese, accomunati dalla vita del grande statista piemontese. Un percorso iniziato dall’amministrazione santenese quasi vent’anni fa e che finalmente si è compiuto con l’intitolazione della piazza all’incrocio tra via Cavour, via Tana e via Torino. La cerimonia si è svolta nel salone diplomatico del complesso Cavouriano, al cospetto dell’intero consiglio comunale santenese, la delegazione francese e tanti cittadini e associazioni santenesi. Presente anche una delegazione spagnola di imprenditori di Burguillos del Cerro, della regione Sur Extremadura zona tipica dell’asparago selvaggio.
Torino
La Parola alle Istituzioni
Fabrizio Ricca – Assessore allo Sport della Regione Piemonte
“Queste tappe del Giro sono un grande momento di sport ma anche l’occasione per mostrare ad atleti e appassionati di ciclismo le bellezze del nostro territorio. Le ruote degli atleti che si sfideranno in strada, infatti, percorreranno aree tanto diverse tra loro ma che concorrono tutte in una stessa direzione: dimostrare la bellezza del nostro Piemonte.”
Stefano Lo Russo – Sindaco di Torino
“Le strade di Torino sono pronte ad accogliere i ciclisti in arrivo da tutto il mondo per il Giro d’Italia 2022. Sono felice che Torino torni protagonista del Giro d’Italia. Dopo la partenza dell’anno scorso conferma, anche in questa edizione, il forte legame tra la città e il Giro d’Italia. Mi piace pensare che questo passaggio del Giro sia anche un segnale di speranza e di rinascita: per gli sportivi, per gli appassionati e per i tanti spettatori che seguiranno le tappe torinesi. Sarà una straordinaria occasione per accogliere campioni di tutto il mondo e promuovere il territorio e le nostre meravigliose colline. Sarà una festa per tutte e tutti. Torino vuole caratterizzarsi sempre più come città dello sport. Il ciclismo è molto più di uno sport: è crescita individuale e collettiva, ci insegna a gestire le emozioni, darci obiettivi e ci mantiene in salute. Torino, e le meravigliose colline del torinese, sono pronte a tingersi di rosa e a partecipare alla grande festa del Giro d’Italia.“
Panoramica
Capitale del Piemonte e definita da Le Corbusier come la città con la più bella posizione naturale, Torino è circondata da una rigogliosa collina, dominata dalla Juvarriana Basilica di Superga, attraversata dal grande fiume, il Po, e circondata dall’arco alpino occidentale. La sua storia comincia più di duemila anni fa con un piccolo villaggio “Taurasia” che in età romana diventa Augusta Taurinorum, da qui il nome. Nel 1280 la dinastia dei Savoia conquista Torino e sotto il loro regno la città vive una delle più importanti trasformazioni della sua storia divenendo grazie ai grandi architetti di corte (da Vitozzi a Guarini e Juvarra) una delle maggiori capitali del barocco oltre che custode della Sacra Sindone. Prima capitale d’Italia nel 1861 con alle spalle molteplici primati, dall’auto al cinema al design, è una città dal fascino discreto, regale, da scoprire passeggiando tra le sue eleganti piazze barocche e vie porticate: 12 i chilometri di portici continuativi su 18, che accompagnano il visitatore in un itinerario suggestivo tra caffè storici, antiche librerie e Residenze Reali (patrimonio Unesco dal 1997) sontuose regge di corte o di villeggiatura. A Torino anche l’arte è di casa con oltre 40 musei, tra cui il Museo Egizio, secondo al mondo per importanza delle collezioni, e ben quattro nazionali, il Museo del Cinema, dell’Automobile, della Montagna e del Risorgimento oltre a prestigiose sedi di arte contemporanea.
Gastronomia
La cucina torinese vanta una lunga e raffinata tradizione decretando Torino una delle capitali mondiali del gusto. Grande l’uso di verdure, carni, formaggi insostituibili ingredienti per ricette raffinate e saporite. Gli antipasti fanno la parte da leone: dal vitello tonnato alle acciughe al verde passando dalla carne e pesce in carpione a piatti più delicati come i flan di verdure e ai tomini, piccoli formaggini freschi. Come primi piatti, spicca la bagna caôda, antica ricetta contadina a base di salsa con olio, acciughe e aglio dove si intingono verdure crude e bollite, gli agnolotti, gli gnocchi e i risotti e come secondi, il bollito misto, i brasati e il fritto misto, solo per citarne alcuni. Sulla tavola non mancano mai i grissini nelle varianti “stirato”, friabile e dal gusto delicato e “rubatà”, corposi e poco lievitati, a forma di bastoncino, un‘invenzione tutta torinese, e i formaggi la cui lista è infinita e deliziosa: dalle robiole, alle tome, dai tomini ai paglierini di consistenza soda o pastosa. E per finire in dolcezza, l’industria dolciaria torinese vanta l’invenzione dello zabaglione, tuorli d’uovo sbattuti con lo zucchero e il Marsala e le bignole, delicati e irresistibili fagottini coperti di glassa e il cioccolato con l’iconico giandujotto, ottenuto impastando il cioccolato con la farina di nocciole tostate, i cremini, gli alpini al liquore, le praline e altre delizie.
Bevande
Che il Piemonte sia terra di grandi vini è scontato: tra i rossi più noti sua maestà il Barolo, il Barbaresco, il Barbera, il Nebbiolo, il Dolcetto e tra i bianchi l’Arneis, il Gavi e il Malvasia. Ma che la provincia di Torino sia custode di altrettanti grandi vini è cosa poco nota. Il territorio intorno a Torino è patria di un’importante e antica tradizione vitivinicola: lungo circa 600 chilometri si incontra la zona del Canavese, della Collina Torinese, del Pinerolese e della Valsusa dove apprezzare 25 vini DOC, prodotti da 11 vitigni caratteristici. Tra questi il più torinese di tutti è il Freisa, un vino rosso rubino, leggermente mosso, prodotto nella zona di Chieri e nella vigna urbana accanto a Villa della Regina a poche centinaia di metri dal centro cittadino. Torino vanta un altro primato: l’aperitivo. Conosciuto in tutto il mondo, il Vermouth è nato a Torino nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano, e venduto all’inizio in una bottega di liquori in Piazza Castello. Per la sua ricetta si utilizzano il Moscato del Piemonte e i vini corposi del Sud, con estratti e infusioni di circa 30 erbe aromatiche. Esistono vari tipi di Vermouth: rosso, bianco, rosato, dolce e secco. A Torino è un vero e proprio quello dell’aperitivo.
Punti di interesse
Torino è una città dalle mille anime, un connubio perfetto tra passato e contemporaneo, che guarda al futuro conservando il suo fascino di antica capitale d’Italia. Solo nel centro storico vi sono ben sei Residenze Reali (Patrimonio Unesco dal 1997), alcune delle quali custodi di prestigiosi musei: Palazzo Reale e Palazzo Chiablese, che fanno parte del polo dei Musei Reali, Palazzo Carignano al cui interno è custodito il Museo Nazionale del Risorgimento, Palazzo Madama (un unicum nel suo stile barocco e medioevale) con il suo Museo Civico d’Arte Antica, Villa della Regina e il Castello del Valentino. E ancora, a pochi chilometri dal centro cittadino, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la Reggia di Venaria Reale e il Castello di Rivoli, sede del prestigioso Museo d’Arte Contemporanea. Non mancano inoltre imponenti edifici religiosi come il Duomo dove è conservata la Sacra Sindone. Dal cuore di Torino, piazza Castello, si diramano le principali arterie cittadine: via Roma impreziosita da piazza San Carlo, il salotto barocco, via Garibaldi, la pedonale più lunga d’Europa, e via Po che conduce alla Chiesa della Gran Madre di Dio ai piedi della collina, un grande polmone verde dominato dalla Basilica di Superga, opera juvarriana, che contribuisce a rendere Torino una delle città più verdi d’Italia. Percorrendo via Po si incontra il simbolo della città, la Mole Antonelliana custode del Museo Nazionale del Cinema, un vero e proprio “tempio” consacrato alla settima arte. Molteplici inoltre gli spazi dedicati all’arte contemporanea, tra cui la GAM (Galleria d’arte Moderna e Contemporanea) e le Fondazioni Sandretto Re Rebaudengo e Merz. Tra una residenza e un museo, la città va ammirata lungo le rive del Po sino a raggiungere tra la natura lussureggiante del parco del Valentino, il Borgo e la Rocca Medievale, realizzati in occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884. Da qui suggestiva la vista sul grande fiume e sulla collina. Torino custodisce anche un’anima design tanto da essere stata decretata Creative City dall’Unesco proprio per la sua capacità di reinventare spazi e luoghi da scoprire camminando in quartieri più periferici: dal grattacielo di Intesa San Paolo, il cui 35° piano ospita il ristorante e cocktail bar più alto d’Italia, alle Officine Grandi Riparazioni, un tempo ricovero dei treni ora polo museale, food e tech sino al nuovo centro direzionale di Lavazza, Nuvola, con il museo dedicato al caffè Lavazza.