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Reporter per un giorno

Il Progetto REPORTER PER UN GIORNO, promosso da ANCI e curato da RCS Sport, si rivolge agli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado delle Città di tappa toccate dal Giro d’Italia 2025.

Un’iniziativa che unisce scrittura e passione sportiva: Reporter per un Giorno attraverso video-lezioni, materiali didattici e testimonianze di operatori del settore – dà la possibilità alle ragazze e ai ragazzi di riflettere sull’importanza di uno storytelling efficace, consentendo anche di mettersi in gioco per vivere sul campo un’esperienza unica durante un evento sportivo emozionante come il Giro d’Italia.

Il Progetto prevede infatti l’individuazione di studenti meritevoli, tra quelli appartenenti alle Scuole del territorio interessato dal Giro che, all’esito del percorso formativo, verranno accolti alla partenza oppure all’arrivo delle 18 tappe italiane dell’Edizione 2025 da un professionista di RCS Sport che li guiderà nell’apprendimento dei “trucchi del mestiere”.

Al termine della giornata i giovani Reporter si dovranno cimentare nella scrittura di un articolo che racconti “le emozioni” della giornata vissuta alla Corsa Rosa.

ANCI supporta i territori coinvolti dalla Corsa Rosa, con numerose iniziative, tra cui anche Reporter per un Giorno, la partecipazione di un Team ANCI al Giro-E e i Workshop in alcune tappe di partenza dello stesso, realizzate nell’ambito del più ampio programma di intervento finanziato dal riparto del Fondo per le politiche giovanili destinato ai Comuni.

 

Clicca sulle tappe per leggere gli articoli dei giovani Reporter per un Giorno!

A cura di Sara Licciulli

Oggi 14 maggio 2025, ha luogo la quinta tappa del Giro d’Italia: Ceglie Messapica – Matera. Come Re Mida, il Giro d’Italia trasforma ciò che tange in oro, o, per meglio dire, in rosa. I corridori pedalano accompagnati dallo svolazzare delle bandierine di colore rosa appese per le vie in pietra bianca, la città sembra essersi messa in tiro per l’evento. Le vetrine e gli interni dei locali si riempiono di spirito ciclistico con adornamenti che richiamano tutti all’attesissimo evento. Anche nell’attesa fremente, Ceglie è rimasta in festa con l’allestimento del villaggio rosa, un’iniziativa comunale, allestita in Villa Cento Pini, da sempre centro verde e sportivo, che ha ospitato per l’occasione musica, sport, cibo e altre attività organizzate grazie alla cooperazione di tutti, come ribadito dal sindaco Angelo Palmisano, commosso dalla grande partecipazione dei suoi concittadini. È da giorni quindi che gli abitanti si preparano al passaggio del Giro.

È la prima volta che Ceglie Messapica diventa tappa del Giro d’Italia. Eppure, già da 70 anni la città è casa del ciclismo agonistico, grazie alla Coppa Messapica, competizione di rilevanza nazionale che si svolge ogni anno, riservata alle categorie Élite e Under 23. In tempi passati, i ciclisti della Coppa Messapica pedalavano sotto il sole cocente del 16 agosto (data in cui la città festeggia il suo patrono, San Rocco). Quando poi la Coppa venne annessa al Giro di Puglia spostò la sua data in settembre. Proprio in onore di questa radicata tradizione ciclistica, i velocisti in gara hanno pedalato sul tradizionale percorso della Coppa Messapica, appositamente allungato e perfezionato per l’occasione, come ci racconta il Vicesindaco Mariangela Leporale, la quale descrive la città di Ceglie. Si tratta di un territorio dalle strade strette come vene di un corpo vivo, pulsante d’arte, storia e tradizione, che vede il suo cuore in Piazza Plebiscito, dove la gente da tempo si incontra, e la sua mente nel Castello Ducale, che veglia sulla città dall’anno 1000. È questo il pittoresco scenario che, insieme a un sottofondo profumato d’ulivo e di biscotto cegliese, accompagna per la prima volta la centottesima edizione di un evento che emoziona gli animi italiani.

I velocisti, come se formassero una grande nube, avanzano circondati dai balconi affollati, dalle urla incoraggianti e dai bambini in braccio ai genitori.

Tra la folla, si trovano cittadini che hanno richiesto appositamente delle ferie per assistere. Si incontra anche qualche turista, piacevolmente sorpreso dal passaggio, e che già tifa i suoi connazionali. Oppure, si può incontrare anche chi già da giorni segue l’evento con un tifo instancabile.

Ed è così che i corridori partono dal km 0, in direzione Matera. Si distaccano subito dal gruppo: Giosuè Epis, Davide Bais e Lorenzo Milesi. Ciò che li aspetta è un percorso agevole, che si complicherà e metterà alla prova i velocisti solo negli ultimi chilometri.

A cura di Sara Licciulli, Istituto Agostinelli di Ceglie Messapica

A cura di Rebecca Calabrese

Tra le bianche mura tufacee che custodiscono ricordi millenari e si abbarbicano sui morbidi crinali di Matera, la mater di tutte le città, ha sempre regnato il silenzio.

Un silenzio quasi religioso e mistico, che pervade e avvolge un territorio la cui sacralità è scandita e segnata dall’intimità delle antiche chiese rupestri, ricavate nella roccia in epoca medievale, silenti osservatrici e sovrane della Murgia. Ma oggi, tra le vie della terza città più antica al mondo si respira un silenzio diverso: un silenzio vivo, animato da un’attesa trepidante, l’attesa dell’arrivo della carovana del Giro d’Italia.

È Matera, infatti, la città dei Sassi e del pane dalla caratteristica forma “a cornetto”, ad ospitare la quinta tappa della 108^ edizione del Giro, la Ceglie Messapica-Matera. Mater Matera allarga le sue candide braccia per accogliere i tanto attesi ed ammirati velocipedisti, proprio come una madre, e si ritrova a trattenere il fiato per il loro arrivo sin dalle prime ore del mattino, tingendosi dapprima del rosa dell’alba, poi di quello del Giro.

E lo fa con una velocità impressionante, in accordo con quella delle ruote delle bici che macinano l’asfalto e in contrasto con la lentezza tipica della vita nei territori lucani: una vita semplice, in armonia con la natura e plasmata dalla storia, trascorsa nell’intimità dell’ombra fino all’investitura di Matera capitale europea della cultura 2019. Da allora, la Basilicata ha iniziato ad intraprendere un percorso di riscatto socio-culturale, che oggi si riconferma essere anche sportivo, con la terza partecipazione al Giro di Alessandro Verre, giovanissimo ciclista di Marsico Vetere, che sembra ripercorrere le orme del grande scalatore lucano Domenico Pozzovivo, il quale, dopo essersi classificato tra i primi dieci per ben 7 volte, ha salutato la Corsa rosa lo scorso anno.

Oggi, la tanto anelata “vita lenta” dell’Italia meridionale è stata travolta e stravolta dalla frenesia della Corsa rosa, il cui percorso, lungo 151 km, si snoda lungo il turchese litorale jonico, tra le verdeggianti colline e le morbide montagne della Puglia e della Basilicata, l’antica Magna Grecia. Dopo aver attraversato le cittadine di Massafra e Marina di Ginosa, il tragitto diventa lucano con il traguardo volante di Bernalda e il Gran Premio della Montagna di Montescaglioso, per poi culminare nel magico arrivo di Matera.

Ed è allora che la regola non scritta del millenario silenzio di Matera viene infranta: nell’istante in cui il traguardo viene tagliato da Mads Pedersen, che riconferma la sua maglia rosa, l’emozione degli abitanti della città bianca investe i ciclisti con l’intensità e il fragore di un’onda, dall’estensione eccezionale e dai mille colori, che esulta, grida, saluta i protagonisti della Corsa come se si atteggiasse ad un unico, grande e luminoso sorriso. Un sorriso che proprio non può astenersi dal fare rumore; i bambini urlano, pervasi da una gioia incontenibile, alla quale, per una volta, l’emozione degli adulti non ha nulla da invidiare, tanto è spontanea e sincera: è la magia del Giro.

Proprio unendomi a questa folla radiosa, partecipando al suo tripudio, ho intuito e scoperto la vera essenza del Giro d’Italia: unificare la nostra meravigliosa penisola, congiungendo tutti i suoi abitanti nel nome di un’ineffabile emozione comune e ponendoli sotto un’unica grande ala dall’inequivocabile colore rosa.

A cura di Rebecca Calabrese, IIS Pisticci-Montalbano di Montalbano Jonico

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