A cura di Mosè Palmisano e Andrea Strazzante
LE CHIANCHE, LE PIETRE BIANCHE, FANNO DA SFONDO AD UNA GARA MOZZAFIATO.
Prima tappa italiana ad ospitare il 108° Giro d’Italia è la capitale dei trulli, Alberobello. La Valle d’Itria caratterizzata dalle folte chiome degli ulivi, dai loro tronchi monumentali e dai muretti a secco, oggi si tinge di rosa. I ciclisti percorrono le strade simbolo di un passato rustico e vivo che rappresenta la nostra comunità.
Molti appassionati si sono recati con le loro famiglie presso Largo Martellotta sin dalle prime ore del mattino per godersi al meglio la vera magia del “Giro in rosa”.
“Pietramadre” è il nome della quarta tappa, nonché del progetto che vede interessati alcuni comuni della Murgia. Con 800 metri di dislivello, il Giro percorre strade che dall’entroterra raggiungono il mare, creando geometrie perfette che intrecciano cultura e anima. La pietra è il materiale simbolo di questo territorio, simboleggia la solidità tra i comuni e la forza d’animo delle persone.
Tra il profumo del mare e dei prodotti tipici pugliesi si respira aria di festa e gioia per un evento atteso a lungo, da grandi e piccini, sin dal 2017: in quell’occasione Alberobello ospitò l’arrivo della settima tappa dove trionfò Caleb Ewan.
Nelle vie le persone sono in fermento per la tanto attesa partenza, in molti aspettano l’arrivo dei bus dei team per vedere i meccanici al lavoro, così come per osservare le più belle e veloci biciclette.
Un team saldo è la base per la vincita di una tappa, ognuno ha la sua strategia, cosa molto importante nel mondo delle gare su ruote.
Saliti sul palco per la presentazione della squadra ciclistica, i corridori hanno firmato il foglio gara, alcuni si sono prestati a rispondere alle domande dei giornalisti.
Gli atleti hanno come obiettivo del giorno pedalare per ben 189 chilometri al fine di conquistare il podio e recuperare le energie per la tappa successiva.
Il numero tre del team Red Bull, Nico Denz, ai microfoni dice che è stato accolto con calore per la prima volta nel Sud Italia: per lui è un’emozione indelebile e significativa, anche dal punto di vista motivazionale.
Non sono mancati anche gli ospiti storici come il campione Francesco Moser, vincitore del Giro d’Italia nel 1984.
Pochi minuti prima della partenza l’atmosfera e l’attesa si fa trepidante sotto un caldo sole di maggio che sembra anticipare l’estate; la piazza saluta gli elicotteri in volo e si stringe verso la linea della partenza dove i più fortunati salutano i ciclisti mentre si schierano. Tra coriandoli rosa che colorano il cielo del paese, la folla all’unisono inizia il countdown, secondi di fermento e adrenalina che svaniscono in fretta.
Bandierina abbassata, piede bloccato sul pedale e finalmente si parte fino al tanto atteso chilometro zero, dove si scatta per la testa del gruppo.
Mentre la folla si disperde rimane la sensazione di aver vissuto una grande festa del ciclismo; un evento capace di avvicinare un pubblico di tutte le età ad uno sport affascinante, ma anche di sacrificio, che non sempre riceve la giusta attenzione. La speranza è che sempre più giovani si possano appassionare a una disciplina che insegna costanza e dedizione, che permette di riscoprire i legami con il nostro territorio.
A cura di Mosè Palmisano e Andrea Strazzante
I.I.S.S. Basile Caramia-Gigante di Alberobello