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Reporter per un giorno

Il Progetto REPORTER PER UN GIORNO, promosso da ANCI e curato da RCS Sport, si rivolge agli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado delle Città di tappa toccate dal Giro d’Italia 2025.

Un’iniziativa che unisce scrittura e passione sportiva: Reporter per un Giorno attraverso video-lezioni, materiali didattici e testimonianze di operatori del settore – dà la possibilità alle ragazze e ai ragazzi di riflettere sull’importanza di uno storytelling efficace, consentendo anche di mettersi in gioco per vivere sul campo un’esperienza unica durante un evento sportivo emozionante come il Giro d’Italia.

Il Progetto prevede infatti l’individuazione di studenti meritevoli, tra quelli appartenenti alle Scuole del territorio interessato dal Giro che, all’esito del percorso formativo, verranno accolti alla partenza oppure all’arrivo delle 18 tappe italiane dell’Edizione 2025 da un professionista di RCS Sport che li guiderà nell’apprendimento dei “trucchi del mestiere”.

Al termine della giornata i giovani Reporter si dovranno cimentare nella scrittura di un articolo che racconti “le emozioni” della giornata vissuta alla Corsa Rosa.

ANCI supporta i territori coinvolti dalla Corsa Rosa, con numerose iniziative, tra cui anche Reporter per un Giorno, la partecipazione di un Team ANCI al Giro-E e i Workshop in alcune tappe di partenza dello stesso, realizzate nell’ambito del più ampio programma di intervento finanziato dal riparto del Fondo per le politiche giovanili destinato ai Comuni.

 

Clicca sulle tappe per leggere gli articoli dei giovani Reporter per un Giorno!

A cura di Giorgio Imperiale

Questa mattina primaverile la Città Eterna si è svegliata pronta ad accogliere tra i suoi sacri marmi l’arcobaleno di colori del Giro D’Italia. Dopo la leggendaria tappa del Colle delle Finestre, che ha visto la classifica ribaltarsi ponendo Yates come favorito alla vittoria del Giro d’Italia, la gara di oggi sarà un tuffo nella storia e nella sacralità dell’Urbe.

La statica e monumentale storia si mescola alla dinamicità dell’agonismo dando vita ad un’atmosfera quasi sacrale. Questa tappa, di chiusura, lunga 143 km e costituita da otto giri, infatti si apre nel cuore della capitale con il trasferimento dalle Terme di Caracalla, luogo di ispirazione eterna e di svago per l’antica Roma volute dall’omonimo imperatore all’incirca nel 215d.C., alla partenza ai Giardini Vaticani, dove gli atleti hanno sfilato davanti al soglio pontificio come desiderato da Papa Francesco, per poi concludersi all’arrivo al Circo Massimo, simbolo di sport in altre epoche dove già al tempo dei romani il tifo si accendeva dei quattro colori delle fazioni e smuoveva gli animi.

All’arrivo dei ciclisti in Vaticano ad accoglierli è la benedizione e il breve ma significativo discorso del Pontefice in cui traspare una visione di Chiesa aperta verso i giovani e verso il futuro. Il trasferimento continua all’interno dei sacri giardini del Vaticano, un giardino che potremmo quasi definire multilingue per l’immensa varietà di piante provenienti da ogni angolo del globo quasi a simboleggiare l’universalità della Santa Sede.

La tappa continua su Lungotevere dove gli atleti intravedono l’Isola Tiberina, un luogo immerso nella storia, a partire dalla sua origine leggendaria: si racconta che si originò dal corpo dell’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, ma fu anche al centro della storia moderna quando, all’incirca nel 1944, fu rifugio per decine di ebrei che finsero di essere stati colpiti da una malattia contagiosissima per salvarsi dalla furia nazista.

I ciclisti si incamminano dunque lungo via Colombo, un luogo che ci accompagna verso la memoria un capitolo buio della nostra storia: quest’opera venne infatti costruita sotto al regime fascista per collegare Roma all’esposizione universale del 1942, mai svolta a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Dal bianco marmo dell’Eur la gara si sposta verso lo splendido blu del mare che con la sua atmosfera gioiosa e anticipatrice della quiete estiva accoglie gli atleti sul lungomare di Ostia che anch’esso, suo malgrado, non poté sfuggire all’intervento degli architetti razionalisti che, per permettere la costruzione del monumentale litorale di cui iconica è la stupenda Fontana dello Zodiaco, lo privarono delle baracche dei pescatori napoletani che costituivano la tradizione di quei luoghi.

Quale luogo migliore per finire questa tappa all’insegna del rapporto tra storia e sport se non il Circo Massimo: in questo luogo, dove un tempo a trionfare era il trottare delle bighe, oggi rimbomba il ticchettio delle catene dei velocipedi. Su questo podio che sa di sacro a trionfare è Olav Kooji, seguito da Kaden Groves e e infine chiudere il podio Matteo Moschetti.

Da questa tappa bisogna cogliere l’immenso insegnamento, già presente nella paideia degli antichi greci, che lo sport non si limita allo svago o al benessere fisico: infatti, può anche farci apprezzare di più le bellezze che ci circondano e spesso ignoriamo, soprattutto in una città colma di storia ed arte come Roma.

 

A cura di Giorgio Imperiale, Liceo Classico Istituto San Giuseppe De Merode

A cura di Gianluca Ianniccari

Oggi domenica 1° giugno, Roma diventa per la terza volta consecutiva “Caput Mundi” del ciclismo, ospitando il“Grande arrivo” del Giro d’Italia. Così, oggi, i bianchi marmi monumentali della città eterna si colorano di rosa, unendo così la loro maestosità imperiale allo sport. Roma così diventa un “locus amoenus”, un luogo in cui l’uomo può elevarsi culturalmente e fisicamente.

Durante l’incontro e la benedizione del Giro, in occasione del “trasferimento” nei Giardini Vaticani, Papa Leone XIV ci ha ricordato l’importanza del detto “mens sana in corpore sano”, soffermandosi sull’equilibrio tra salute dello spirito e del fisico. L’incontro fu organizzato dall’ex pontefice Papa Francesco, per sancire l’alleanza tra sport e Chiesa: per questo fu richiesto che, nel corso dell’anno giubilare, ci fosse il passaggio attraverso i maestosi giardini vaticani, nel quale il pontefice avrebbe potuto benedire la maglia rosa.

In passato, la capitale è stata tappa finale del Giro per ben sette volte; particolarmente significativi sono stati gli ultimi tre anni, nei quali sono stati presi in considerazione tre luoghi di arrivo diversi.

Due anni fa, l’arrivo del giro fu Via dei Fori Imperiali, una via monumentale nella quale si può camminare attraverso la storia dell’antica Roma, ammirando grandiose statue e resti degli antichi templi pagani. Attraverso questa via, il tempo diventa un flusso in cui il passato ed il presente si mescolano, unendo la moderna nazione italiana con il suo passato imperiale.

Invece, un anno fa il punto d’arrivo era via di San Gregorio, che anticamente era una tratta della antica via Triumphalis, che, come nell’antichità era percorsa per onorare i trionfi delle battaglie, oggi sarà attraversata dal vincitore del Giro.

Infine, quest’anno l’arrivo è stato spostato al Circo Massimo, nel quale, in epoca antica, si tenevano le corse delle bighe. Oggi vedendo i ciclisti arrivare al Circo Massimo, le loro immagini si uniscono, attraverso l’immaginazione, a quelle delle bighe, che anticamente gareggiavano nello stesso luogo.

A promuovere l’immagine di Roma come città ecologica e sportiva è stato il sindaco Roberto Gualtieri, il quale, dall’inizio del suo mandato, sta rendendo la città maggiormente accessibile agli amanti delle due ruote: grazie a numerosi lavori e incentivi, la città caotica diventa una città calma in cui è possibile vivere la storia mentre ognuno crea la propria storia individuale.

Oggi i ciclisti hanno potuto vivere le varie tappe della storia romana attraverso i 143 km della tappa, costituita da 8 giri, con inizio dalle Terme di Caracalla, luogo di vitale importanza per l’impero, nel quale erano presenti sia luoghi di riposo e socialità, ma anche palestre per il fisico. Inoltre, sono passati attraverso la fontana dello zodiaco di Ostia, ammirando anche il mare romano. Ma soprattutto hanno attraversato l’antica Roma del Colosseo e la moderna Roma dell’EUR, all’interno di cui la bellezza del Colosseo viene ripresa dal Colosseo quadrato, realizzando così una sua versione moderna.

Roma è sempre stata una tappa dominata dai velocisti, poiché in pianura, e di solito la classifica finale non viene modificata durante questa tappa. Infatti, il podio finale è stato deciso nella corsa di ieri sul Colle delle Finestre, dove Yates ha superato Del Toro e Carapaz, ribaltando il risultato finale. Invece, il vincitore della tappa di Roma è stato Olav Kooij, con un tempo di 3:12:19, seguito da Kaden Groves e dall’italiano Matteo Moschetti.

 

A cura di Gianluca Ianniccari, liceo scientifico Istituto San Giuseppe Collegio De Merode

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