Vedi tutti
Vedi tutti

Giro-E 2021, Tappa 3. Da Alba a Canale

10/05/2021

Quando i numi tutelari sono importanti, uno può stare tranquillo. È così da che mondo è mondo.

Giro-E tappa numero 3, da Alba a Canale: il tempo la mattina non è dei migliori, ma nella terra dove sono nati scrittori come Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, sfiorato dal Giro d’Italia) e Beppe Fenoglio (Alba, adorabile città di partenza), dove Carlin Petrini è nato e ha fondato, nel 1986, Slow Food, che è partita come un’associazione ma era già un’idea, un’ispirazione, o meglio una filosofia di vita che per la prima volta veniva sdoganata e, in quegli eccessivi, frenetici, un po’ insulsi anni Ottanta in cui bere era una modalità di incontro più che una degustazione, introdusse il concetto della lentezza con un’efficacia che non era appartenuta, non per loro mancanza, a uomini illustri come Milan Kundera, per esempio.

Insomma è la tappa della bellezza autentica, della campagna, del buon bere, della grande letteratura, del vivere e viaggiare slow, immersi in paesaggi unici al mondo tra gente ritrosa il cui carattere riflette quello del territorio, dove tutto è sottovoce e mai urlato, autentico e concreto.

Non potrebbe esserci mezzo migliore della bicicletta, per letteralmente gustare le sensazioni che regala questo territorio. E ciò che il Giro-E ha regalato ai suoi partecipanti, è stato infatti questo, un’immersione in un’idea, un profumo, con Alba al centro, percorsa e ripercorsa a cercare il tracciato del Giro d’Italia, su cui i ciclisti elettrici si sono innestati dopo appena 34 dei 79,6 chilometri complessivi di questa tappa. Tra l’altro, nella parte più bella del percorso della Corsa Rosa, il suo finale mosso con un traguardo da finisseur. Il contatore della fatica, che nelle tappe di salita è dato dai metri di dislivello, quest’oggi segnava 1500 metri. Occorrevano motori a punto e batterie ben cariche, ma ne valeva la pena, per il paesaggio, le suggestioni e, come detto, i numi tutelari e tutto.

Il personaggio del giorno, tutta questa bellezza e questa intensità se le è perse, perché in effetti ha pedalato ieri, per lo special team Sara Assicurazioni. Ma la sua storia è così bella, e lui così simpatico, che ci prendiamo la libertà e anche il gusto di presentarlo oggi, quando è già tornato a casa. Peraltro, probabilmente a pedalare.

Ha 47 anni, si chiama Emiliano Cantagallo e ha scalato 110 volte lo Zoncolan. Ma, dice, l’impresa più grande non è stata questa. “No, è stata aprire un albergo: l’unico albergo al mondo riservato alle famiglie di ciclisti. Se vieni e in famiglia non avete almeno una bicicletta, non potete alloggiare. È in Carnia, sotto lo Zoncolan, che io scalo una volta la settimana, il sabato”.

 

Cos’è lo Zoncolan?

“È una pena da scontare. Così dicono. Per me ormai è un amico. Lo conosco a memoria, metro per metro. Accompagno in cima tutti i tipi di ciclisti, da quello forte che fa le Granfondo al cicloturista un po’ più attempato. Salirlo, ormai, è normale, per me”.

 

Come mai sei arrivato qui?

“Sono di Roma ma i miei nonni erano carnici. Vengo in Carnia dal 1974 e per me è un pezzo di cuore”.

Le e-bike sono il futuro. Io lavoro nel turismo, e da quando c’è la bici elettrica si è ampliato molto il ventaglio di persone che possono fare certe escursioni

La bicicletta quando è entrata nella tua vita?

“Da subito. Mio padre faceva le gare in bici. Appena nato avevo una biciclettina di fianco alla culla. Quando sono cresciuto ho cominciato a correre con la bicicletta, poi l’ho abbandonata per un periodo e quando mio padre è mancato sono tornato alla bici, in fondo in nome suo. Allora ho cominciato a fare la guida turistica, che è il mio lavoro e mi piace molto”.

 

Hai fatto solo questo, come lavoro?

“No, assolutamente. Quando racconto la mia storia la gente si mette paura. Io ho cominciato con la subacquea, poi sono andato in Vaticano, perché il posto fisso è il posto fisso, e poi mi sono licenziato dal Vaticano, e non solo, ho fatto licenziare mia moglie, ci siamo venduti la casa e abbiamo aperto il primo albergo al mondo solo per ciclisti, che non a caso si chiama Pendenze Pericolose. Matti, no? Siamo finiti sui giornali: in un paese dove il posto fisso è ancora un sogno, nessuno lo lascia”.

 

E poi  hai aperto anche un il Roma Bike Park, a Vallelunga.

“Con il mio socio Giancarlo Fisichella, amico ormai da vent’anni. Abbiamo preso in affitto il circuito di Vallelunga fuori orario: quando non girano auto o moto, girano le biciclette. Ormai c’è una programmazione, perché abbiamo bici da strada e mountain bike. Oltre ad avere 4 chilometri e cento metri di pista, ci sono quattro percorsi straordinari in 35 ettari di terreno dal valore storico incredibile, nel quale c’è anche una antica strada romana”.

 

Non offrite ospitalità?

“Ancora no. Ma il nostro prossimo progetto è aprire un albergo come quello del Friuli sul lago di Bracciano”.

 

Cosa pensi delle bici elettriche?

“Sono il futuro. Io lavoro nel turismo, e da quando c’è la bici elettrica si è ampliato molto il ventaglio di persone che possono fare certe escursioni e visitare certi posti con la bicicletta: arrivo a dire che è aumentato del 90 per cento. Chi dice no alla bici elettrica è un pazzo. io sono un fan delle bici muscolare, è ovvio, faccio 30 mila chilometri l’anno in sella, ma dire no alla bici elettrica è un discorso folle, integralista. Consente alle famiglie di condividere esperienze bellissime, di vedere luoghi incredibili, che prima erano riservati solo a chi, in casa, praticava seriamente lo sport del ciclismo”.

 

Quindi sullo Zoncolan porti anche le famiglie?

“Certo, ed è uno degli aspetti che mi fanno amare il mio lavoro. io ho pedalato con mariti super allenati e mogli che li accompagnavano grazie alla bici elettrica. Stupendo”.

 

Cosa ti è sembrato il Giro-E?

“È una bella formula. Rappresenta la volontà di sensibilizzare tutti a un tipo di mobilità più sostenibile. È importantissimo farlo. Nelle grandi città non si respira più. E poi la bicicletta non consuma, non si paga il bollo, e pedalando acquisti in salute: ma cosa vuoi di più?”.

 

 

LE MAGLIE

 

Maglia Arancio Leader Classifica Generale – Trenitalia
Maglia Viola Leader Classifica Sprint – Emika-E Powers
Maglia Verde-Ride Green Leader Classifica Prova Speciale – Toyota
Maglia Rossa Leader Classifica Regolarità – Trenitalia

Maglia Gialla Leader Classifica Master – Randstad eCycling

Seguici
sui social
# giro

Vuoi restare sempre aggiornato sul mondo del Giro d’Italia e delle altre corse di RCS Sport?

Iscriviti
alla newsletter del giro d'italia

top sponsor