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STELVIO

Alpha e omega


Se il Pordoi fu il principio della carriera di Fausto Coppi in Rosa – esordirono assieme nel 1940, l’anno in cui il Campionissimo vinse il suo primo Giro d’Italia – lo Stelvio ne fu la conclusione, l’apice e il coronamento. Un apice alto 2757 metri, per la precisione.

Il Passo dello Stelvio fu affrontato per la prima volta dal Giro il 1 giugno 1953, alla penultima tappa, quando la classifica pareva già decisa. Nella frazione precedente con traguardo a Bolzano Coppi provò in tutti modo a staccare la Maglia Rosa Koblet, ma senza riuscirci. Allora i due strinsero un accordo. Il Campionissimo promise che in cambio della vittoria di tappa non lo avrebbe attaccato l’indomani. Koblet accettò. Il Giro, con Fausto a 1’59’’ da Hugo, sembrava finito lì. L’indomani però accadde uno di quegli episodi che rendono il ciclismo lo sport più bello del mondo. Coppi sta bene, anzi benissimo, ma da gentiluomo non se la sente di tradire il patto. Dunque, lui non può scattare per primo; se però ad attaccare fosse il suo rivale, allora sarebbe giustificato a rispondere. Prende da parte il giovane Defilippis e gli chiede di allungare versò metà di quella nuova e terribile salita. Defilippis ubbidisce, e a 12 km dalla cima forza il ritmo. Koblet si lascia ingolosire, risponde allo scatto e immediatamente casca in un tranello che pagherà carissimo. A quel punto Fausto si sente sciolto dal patto di non belligeranza, con la scusa di inseguirlo parte e se ne va da solo, mentre la Maglia Rosa si pianta. Coppi scollina solitario al Gpm – primo corridore nella storia – con 2’48″ su Bartali, 3’27″ su Defilippis e 4’25″ su Koblet che prova a dare il tutto per tutto nella discesa finale. Lo svizzero è una furia, lima, guadagna, ma a forza di rischiare cade due volte, giungendo al traguardo con 3’28’’ di ritardo dal Campionissimo, che va a prendersi in un colpo solo tappa e Maglia Rosa. La quinta, della sua incredibile carriera.

Quel 1 giugno del 1953  iniziò la storia del Passo dello Stelvio nel ciclismo, e al contempo fu l’ultimo grande volo di Coppi al Giro. Per uno fu alpha, per l’altro omega.

Eppure quel legame non si è mai interrotto, anzi negli anni si è moltiplicato tanto da fondere i nomi dell’uno e dell’altro, come fossero quasi sovrapponibili.

2020: Tappa 18, Pinzolo – Laghi di Cancano

1° AL TRANSITO SUL GPM: Rohan DENNIS

2017: Tappa 16, Rovetta – Bormio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Mikel LANDA MEANA 

Dumoulin deve fermarsi all’attacco dell’ultima salita (Umbrailpass) per un’emergenza intestinale. Il gruppo lo attende per alcuni minuti, quindi Zakarin allunga, seguito da Quintana, Pozzovivo e Nibali, ma il loro ritmo non è irresistibile, tanto che Dumoulin è in grado di difendersi con onore, pagando 2’20” sul GPM, inseguendo solitario. Nibali allunga a poco più di un km dall’Umbrailpass: a poco a poco vengono ripresi tutti gli atleti in fuga. Nibali piomba su Landa, l’ultimo superstite, in discesa, allo stesso tempo staccando i rivali ed in volata vince, ponendo fine ad un digiuno di vittorie italiane di 17 tappe, il più lungo della storia.

2014: Tappa 16, Ponte di Legno – Val Martello

1° AL TRANSITO SUL GPM: Dario CATALDO 

Quintana domina a Val Martello, staccando Hesjedal nel finale, ma è polemica per quanto accaduto nella discesa dello Stelvio, effettuata sotto la pioggia e la nebbia. La direzione gara invita gli atleti a non guadagnare posizioni, un “tweet” del Giro parla di corsa neutralizzata ed è confusione. Alcuni (Majka) si fermano per cambiarsi, mentre altri, in primis Quintana, affondano sul gas, ritrovandosi a fine discesa con un paio di minuti di vantaggio sui diretti rivali. Quintana strappa la maglia Rosa al connazionale Uran, che arriva staccato di oltre quattro minuti.

2012: Tappa 20, Caldes, Val di Sole – Passo dello Stelvio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Thomas DE GENDT 

2005: Tappa 14, Egna – Livigno

1° AL TRANSITO SUL GPM: José Humberto RUJANO GUILLEN 

1994: Tappa 15, Merano – Aprica

1° AL TRANSITO SUL GPM: Franco VONA 

1980: Tappa 20, Cles – Sondrio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Jean-René BERNAUDEAU 

Lo Stelvio è piazzato a 90 km dall’arrivo: una finta tappa alpina con ampie capacità di recupero, soprattutto per gli atleti di casa nostra, che si giocano il Giro a suon di volate in pianura. Nonostante lo svantaggio tecnico è un capolavoro di Cyrille Guimard e Hinault. La Renault manda 3 uomini in fuga a 50 km dalla vetta dello Stelvio ed a Prato allo Stelvio, Bernaudeau si sgancia dagli altri, restando solo. Qualche minuto indietro, anche Hinault scatta a Prato allo Stelvio, con lui solo Panizza, Prim e Battaglin. Il francese attacca a ripetizione, fino a quando resta solo e si ricongiunge con Bernaudeau. A questo punto per i due della Renault è una crono a coppie di 80 km fino al lontanissimo arrivo di Sondrio, ma invece di perdere, guadagnano. Hinault lascia la tappa a Bernaudeau ed indossa la Rosa. La Maglia Rosa Panizza finisce a più di 4 minuti, Saronni a quasi 9 minuti.

1975: Tappa 21, Alleghe – Passo dello Stelvio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Francisco GALDÓS GAUNA 

Galdos prova ripetutamente a staccare Bertoglio, ma l’italiano replica a dovere e ad un certo punto contrattacca. Questo fa desistere Galdos da altri attacchi. Bertoglio lascia la tappa al rivale: il Giro è suo.

1972: Tappa 17, Livigno – Passo dello Stelvio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Jose Manuel FUENTE 

Fuente attacca sullo Stelvio spingendo un rapporto impossibile, e riesce a guadagnare due minuti su Merckx, ma il vantaggio nella generale del belga lo mette al riparo dagli imprevisti.

1965: Tappa 20, Madesimo – Passo dello Stelvio

1° AL TRANSITO SUL GPM: BATTISTINI Graziano

La tappa inizialmente doveva arrivare a Solda (197 km), ma le condizioni atmosferiche impongono un arrivo sullo Stelvio. Si corre al limite: la neve continua a cadere ed una slavina blocca la strada a 300 metri dall’arrivo: i corridori sono costretti a scavalcarla, bici alla mano. Si decide di prendere i tempi ai 400 metri dall’arrivo: nessun problema per Adorni, che marca Zilioli. Lo Stelvio è la prima “Cima Coppi” della storia del Giro.

1961: Tappa 20, Trento – Bormio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Charly GAUL

La tappa inizialmente prevedeva Tonale, Gavia ed arrivo a Passo Resia, ma frane sul Gavia hanno indotto la predisposizione di una tappa di riserva. Van Looy, staccato di 7 minuti nella generale, va presto in fuga, transita primo sul Giovo, ed ai piedi dello Stelvio è virtualmente in maglia Rosa: ha 8’10” sul gruppo. Il belga crolla lungo l’ascesa, Gaul attacca e se ne va da solo, ed Anquetil prova a distanziare Pambianco: a due chilometri dalla vetta ha un minuto di vantaggio, ma Arnaldo reagisce, rimonta e lo supera, transitando in vetta con mezzo minuto sul francese. Gaul vince, Pambianco è secondo e consolida la Rosa, guadagnando un minuto su Anquetil.

1956: Tappa 18, Sondrio – Merano

1° AL TRANSITO SUL GPM: Aurelio DEL RIO 

Tre forature per Gaul, che termina a sei minuti dal vincitore Maule. La tappa dello Stelvio vede il GPM piazzato malissimo, a metà percorso, con davanti 85 km di discesa e pianura.

1953: Tappa 19, Bolzano – Bormio

1° AL TRANSITO SUL GPM: Fausto COPPI 

Tappa da leggenda fin prima del via: è la prima volta dello Stelvio. Coppi il giorno prima ha fatto i complimenti a Koblet per la sua vittoria nel Giro, ma alla Bianchi insistono perché tenti qualcosa sullo Stelvio. Coppi manda Ettore Milano a farsi fotografare con Koblet, e quando quest’ultimo si toglie gli occhiali da sole, Milano scorge negli occhi dello svizzero segni di fatica, che riferisce a Coppi. La Bianchi fa corsa dura fin da subito e, a 12 km dallo Stelvio, scatta Defilippis, istigato da Coppi. Fausto a questo punto è libero di inseguirlo e Koblet si pianta. Coppi stacca tutti ed arriva al traguardo con tre minuti e mezzo su Koblet, vincendo il Giro. Dopo la tappa Koblet dichiara di aver sofferto per la bronchite, di essere caduto due volte in discesa ed aver forato ai -7. Ci sono teorie per cui lo stato di affaticamento di Koblet non fosse dovuto alla bronchite, bensì ad un abuso di anfetamine nel giorno precedente. All’epoca non erano proibite. Il rapporto di Coppi per lo Stelvio? 46×23.

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