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Il doppio Monte Grappa per un finale da paura

30/04/2024

Affrontare una volta il Monte Grappa è già una bella mazzata per tutti, farlo due volte vuol dire spremere fino all’ultima goccia di energia il gruppo intero. Le ultime difficoltà altimetriche del Giro d’Italia 2024, infatti, saranno micidiali e verranno affrontate con già 19 frazioni sulle gambe. Dal momento che è l’ultima spiaggia, in tanti si giocheranno l’all-in, sia per vincere la tappa sia per migliorare la propria posizione in classifica generale.

181 km totali, si partirà da Alpago e, dopo aver attraversato in lungo le Colline del Prosecco, con la scalata dell’ormai celebre Muro di Ca’ del Poggio (4a cat.), dopo 85 km si arriverà ai piedi del Monte Grappa. I corridori lo affronteranno dal versante di Semonzo, si va dal livello del mare ai 1700 metri di altitudine in 18,2 km di salita, con una pendenza media dell’8,1% e un paio di brevi tratti in falsopiano che lo fanno sembrare meno duro di quanto in realtà è. In cima mancheranno 78 km all’arrivo e una lunga discesa di quasi 30 km riporterà il gruppo a Semonzo, dove comincerà la seconda scalata del Monte Grappa e, verosimilmente, l’ultima grande battaglia di questo Giro. Gli ultimi 32 km saranno in picchiata – e gli ultimi 6 km in pianura – verso Bassano del Grappa, dove verrà premiato il vincitore di tappa e sapremo, salvo improbabili capovolgimenti nella passerella di Roma, chi è il vincitore del Giro 107.

Il versante è lo stesso che nel 2014 fu scenario della splendida cronoscalata vinta da Nairo Quintana in Maglia Rosa: il colombiano scattò per ultimo e batté per 17 secondi il giovane Fabio Aru, che si assicurò comunque un posto sul gradino più basso del podio di quel Giro, dietro anche a Rigoberto Uran. Quel giorno il Monte Grappa venne preso d’assalto dai tifosi, così come probabilmente succederà quest’anno, visto che potranno godersi addirittura un doppio passaggio.

Il Monte Grappa, però, non è solo salita, ma anche discesa, a maggior ragione se va affrontata due volte. Per informazioni, chiedere a Vincenzo Nibali che, nel 2010, dopo aver superato il Grappa da Semonzo, si buttò in picchiata verso Asolo, staccando Cadel Evans, Michele Scarponi e il compagno di squadra Ivan Basso, poi vincitore di quella Corsa Rosa. Vinse la tappa – la prima delle sette portate a casa al Giro – e si proiettò verso il primo podio in un Grande Giro, degli 11 che poi conquisterà.

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