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COLLE DELLE FINESTRE

Coraggio e follia


La mattina del 25 maggio 2018, Chris Froome aveva praticamente perso il Giro d’Italia.

Mancavano solo tre tappe, compresa la passerella finale di Roma, e il capitano della Sky era quarto in classifica generale a 3’22 dalla Maglia Rosa Simon Yates. Davanti a lui anche Pozzovivo e Dumoulin.

Quel giorno, prima della partenza, Froome pensò che arrivare quarto o undicesimo non gli avrebbe fatto molta differenza; che era andato lì per vincere e che ci avrebbe provato anche rischiando di perdere, ma facendo qualcosa di eccezionale.

La tappa che stava per iniziare gli offriva l’alleato perfetto per il suo scopo: la Cima Coppi del Giro, il Colle delle Finestre.

Una delle salite più dure d’Europa, sicuramente tra le più affascinanti coi suoi 18 km di strada che s’inerpica nei boschi tra la Val di Susa e la Val Chisone, dapprima in asfalto e poi, negli ultimi 8 km, sullo sterrato.

Eppure – mentre saliva sul palco del foglio firma, mentre stava in posa per le foto di rito e poi anche dopo, mentre si schierava sotto lo striscione di Venaria Reale in attesa del via – eppure una voce doveva esserci a sussurrargli all’orecchio: “Chris, il Colle delle Finestre è lungo e duro, ma finisce a 75 dall’arrivo, e poi? Va bene che dopo la discesa si attacca subito il Sestriere, ma poi? Dovrai affrontare oltre 30 km di falsopiano prima degli ultimi 9000 metri duri fino allo Jafferau. Sei sicuro, Chris?”

Ma Chris ormai era sicuro, ormai aveva deciso. Tutta la squadra era d’accordo. I suoi compagni avrebbero fatto il ritmo nel tratto in asfalto e appena messo le ruote sullo sterrato lui avrebbe attaccato. Lì avrebbe trovato ad aspettarlo i massaggiatori che ad ogni chilometro gli avrebbero passato borracce, barrette e tutto il resto.

Avrebbe trionfato o sarebbe naufragato. Tutto ciò che c’era in mezzo non gl’interessava.

Naturalmente gli avversari non sospettavano nulla di quel piano audace quanto folle, improbabile quanto meraviglioso.

Il primo che se ne accorse fu proprio Yates, la Maglia Rosa, in difficoltà già dalle prime rampe della salita, schiacciato dal ritmo imposto dai gregari del keniano bianco, prima ancora cioè che iniziasse l’attacco vero e proprio.

Sarebbe arrivato al traguardo con oltre quaranta minuti di ritardo, salutando Maglia e ogni velleità di classifica.

Nemmeno la moltitudine di tifosi accalcati sui tornanti di strada bianca potevano immaginarsi quello che stava per accadere.

Tanto che quando videro un corridore solitario apparire sotto di loro – alto e magro come i larici a bordo strada, la maglia bianca come la neve che ancora resisteva in qualche angolo di prato – molti di loro pensarono “Toh, guarda che brava la Sky, che coraggio, a mandare già in avanscoperta Wout Poels”.

Man mano che quel corridore si avvicinava e apparivano sempre più inequivocabili i gomiti larghi, la pedalata leggerissima e la testa un po’ piegata di lato, i tifosi dovettero fare uno sforzo per far combaciare la loro incredulità con quella realtà che mostrava loro l’impensabile, nel ciclismo moderno: a scattare a 83 km dal traguardo non era stato il miglior gregario del capitano.

Era proprio lui, Chris Froome.

Appena partito per quella che avremmo poi ricordato come una delle più grandi imprese degli ultimi decenni, una giornata di coraggio e follia che gli valse vittoria di tappa e Maglia Rosa.

Il Colle delle Finestre e il Giro d'Italia

2018: Tappa 19, Venaria Reale – Bardonecchia Jafferau

1° AL TRANSITO SUL GPM: Christopher FROOME

Storica impresa di Froome. La maglia Rosa Yates salta subito: a 86 km dal traguardo, lungo la salita del Colle delle Finestre, non tiene le ruote del gruppo, staccandosi impietosamente. Scollina con più di un quarto d’ora di ritardo. A 80 dall’arrivo, sullo sterrato delle Finestre, Froome parte con la frullata: gli ultimi a cedere sono Tom Dumoulin e Thibaut Pinot. Froome scollina solo, con una quarantina di secondi su Pinot, Carapaz, Lopez e Pinot. Pozzovivo è più indietro e va a poco a poco alla deriva. Froome insiste in discesa, arrivando a fondovalle con 1’50”. Sul Sestriere il vantaggio sale a 2’40”, a 10 soli secondi dalla maglia Rosa virtuale di Dumoulin. L’olandese cerca di organizzare l’inseguimento, attendendo Reichenbach, compagno di team di Pinot. Dumoulin è stanco e non vuole spendere tutto: il fatto che Lopez Moreno e Carapaz siano completamente passivi fa sì che il peso del lavoro sia limitato a lui stesso, Pinot, ed appunto Reichenbach. All’attacco della salita finale, tuttavia, Froome è ampiamente in Rosa: il suo vantaggio su Dumoulin e gli altri è di 3’20”. Sullo Jafferau, Pinot, Carapaz e Lopez a turno attaccano, mettendo in difficoltà Dumoulin, che procede con passo regolare e mantiene la seconda posizione nella generale, a 40 secondi da Froome. Pinot sale al terzo posto, a 4’17” da Froome. Yates termina la tappa con un ritardo di quasi 39 minuti, in lacrime.

2015: Tappa 20, Saint-Vincent – Sestriere

1° AL TRANSITO SUL GPM: Mikel LANDA MEANA

2011: Tappa 20, Verbania – Sestriere

1° AL TRANSITO SUL GPM: Vasil KIRYIENKA

Contador va in crisi sullo sterrato del Colle delle Finestre, ma è attento a gestirsi e riesce a contenere il distacco senza crollare. Sulla salita finale Aru attacca ai -2, staccando tutti e vincendo da solo: guadagna 2’25” a Contador, che tuttavia conserva la Rosa con 2’02” e mette il sigillo al Giro 2015.

2005: Tappa 19, Savigliano – Sestriere

1° AL TRANSITO SUL GPM: Danilo DI LUCA

Epilogo spettacolare sul Colle delle Finestre sterrato: Rujano, Di Luca e Simoni attaccano Savoldelli, che procede con il suo passo, alimentandosi con regolarità. Sul GPM Simoni è maglia Rosa virtuale, ma in discesa Savoldelli a poco a poco ritrova corridori che diventano suoi alleati. Nel finale di tappa verso il Sestriere, i crampi attanagliano prima Di Luca e poi Simoni: Rujano vince la tappa e Savoldelli è in grado di limitare i danni, portando a casa il suo secondo Giro.

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