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Un turbinio di emozioni

11/05/2022

Ci si aspettava una giornata di transizione, anche un po’ soporifera se vogliamo, e invece ci siamo ritrovati a fine frazione con un turbinio di emozioni. Prima per la tappa, perché è venuta fuori spettacolare grazie, tanto per cambiare, a Mathieu Van der Poel, che ha infiammato la gara con la sua squadra e l’ha resa tirata fino all’ultimo. E poi per l’annuncio di Vincenzo Nibali, che ha ufficializzato che questo sarà il suo ultimo Giro d’Italia e che a fine anno appenderà la bicicletta al chiodo.

Dicevamo, la tappa che è venuta fuori tra Catania e Messina è stata di pregevole fattura, perché la salita di Portella Mandrazzi inserita a metà percorso l’ha resa scoppiettante. Il regista dello show è stato Mathieu Van der Poel che ha deciso, con la sua squadra, di non rendere il traguardo di Messina una facile preda degli sprinter. Così, fin dai primi chilometri della lunga ma pedalabile salita, ha ordinato ai suoi scudieri di tenere alta l’andatura e vedere cosa succedeva.

Tempo qualche minuto e i pesci hanno cominciato a cadere nella rete; prima è saltato Caleb Ewan, ancora malconcio dopo la caduta della prima tappa a Visegrad, e poi Mark Cavendish, i due velocisti principi di questo Giro d’Italia. Se il corridore dell’Isola di Man è stato subito scortato e protetto da 5 compagni di squadra, l’australiano è rimasto per più di qualche chilometro disperso in solitaria appena prima del mezzo del “fine gara”. Quando però la Lotto Soudal si è accorta che il suo velocista rischiava di finire sul serio fuori tempo massimo, ha dato ordine a 4-5 corridori di fermarsi per dargli una mano ad arrivare a Messina.

Tagliati fuori Cavendish e Ewan, il ritmo della Alpecin-Fenix per poco non faceva una terza vittima illustre, Arnaud Démare. Il francese, rispetto ai due corridori succitati, è riuscito a stringere i denti più a lungo e, pur staccandosi in salita, è rientrato in gruppo dopo un inseguimento di più di 20 km. Scampato il pericolo, il francese ha acquisito fiducia, si è fatto guidare alla perfezione nel tortuoso finale e ha piazzato una delle sue accelerazioni che al Giro conoscevamo già.

Per Démare, infatti, questa è la sesta vittoria sulle strade del Giro d’Italia dopo i 4 successi del 2020 e quello del 2019, ma solo la sua prima stagionale. Un successo a suo modo storico, visto che ha raggiunto Jacques Anquetil e Bernard Hinault nel numero più alto di vittorie francesi al Giro. Mica male. E domani può puntare al record assoluto.

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