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Ricordi da Lago Laceno, 2012: il giorno di Pozzovivo

08/05/2023

Domenico Pozzovivo è in gruppo dal 2005 e anche oggi, a 40 anni, continua ad essere una delle migliori speranze italiane quando si parla di fare classifica per i Grandi Giri. Senza il lucano non c’è Giro d’Italia: il corridore della Israel-PremierTech quest’anno sarà al via della Corsa Rosa per la 17ª volta in carriera e dal 2010 c’è sempre stato. La sua storia con il Giro non è sempre stata rosa e fiori, perché sulle strade italiane ha subito alcuni dei suoi tanti infortuni, ma dall’altra parte lo ha terminato 7 volte in Top 10, costruendo il suo personaggio ormai amatissimo dai tifosi italiani.

Eppure, in 16 anni di storia e tantissime edizioni vissute nelle prime posizioni del gruppo, Pozzovivo ha vinto solo una tappa, a Lago Laceno, nel 2012. Domenico correva con la Colnago CSF (l’odierna Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e, nonostante fosse solamente la Tappa 8 di quel Giro, in classifica generale pagava già quasi due minuti alla Maglia Rosa Ryder Hesjedal, persi tra la cronometro inaugurale e la successiva cronosquadre. 

Dopo l’arrivo a Rocca di Cambio il giorno precedente, a Lago Laceno si attendevano i primi scossoni in classifica generale: la Liquigas di Ivan Basso prese in mano la situazione fin dai primi chilometri di ascesa, in particolare col solido polacco Sylwester Szmyd, che scremò pian piano il gruppo. Nel punto più difficile dell’ascesa, lì dove le pendenze sono del 12%, a poco più di due chilometri dal GPM, scattò però Pozzovivo, incitato dai suoi tanti tifosi arrivati dalla vicina Basilicata. In gruppo non ci fu reazione e l’azione di Pozzovivo fu prorompente; allo scollinamento aveva più di 25” sul primo inseguitore, il basco Beñat Intxausti (Movistar), e 30 sul gruppo. Gli ultimi 4,5 km in falsopiano furono una lunga resistenza del lucano che, a 29 anni, riuscì finalmente a portarsi a casa la tanto cercata vittoria al Giro d’Italia.

Dietro nessuno si mosse, nonostante la Maglia Rosa Hesjedal avesse palesato qualche difficoltà. Un errore che poi Ivan Basso, il compianto Michele Scarponi e Joaquim Rodriguez pagheranno, perché il sottovalutato canadese crescerà alla distanza, arrivando a vincere a sorpresa quel Giro d’Italia.

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