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Tutto d’un fiato

13/05/2022

Chi si chiede perché si sia deciso di mostrare integralmente tutte le tappe del Giro d’Italia in televisione, oggi ha avuto la sua più che esaustiva risposta. D’altronde, vale la pena rischiare di perdersi le prime due ore di gara di una tappa come questa solo perché a volte capita di annoiarsi?

Oggi abbiamo visto la Corsa Rosa nella sua miglior versione, con un percorso indecifrabile ma che, zitto zitto, presentava 4500 metri di dislivello. Gli up and down calabro-lucani, alla fine, altimetricamente parlando, hanno messo sul piatto una delle tappe più dure di questo Giro. Il luna park ideale per tanti corridori che, infatti, hanno regalato una frazione adrenalinica, volata via in un battibaleno. Il tutto a 24 ore di distanza dalla frazione più piatta, non solo altimetricamente, degli ultimi anni.

In una tappa adatta a Thomas De Gendt, Thomas De Gendt è stato giustamente il primo a muoversi, ma il toboga di scatti e controscatti dei primi 75 chilometri è stato ingestibile anche per lui e, alla fine, in fuga non ci è andato. Aspettavamo Mathieu Van der Poel, ma lo aspettavano anche in gruppo: appena provava ad uscire dal gruppo, subito una decina di corridori gli si incollavano a ruota. Ci ha provato pure in discesa, ma quando ha visto che alla sua ruota aveva Richard Carapaz ha capito che non era la sua giornata.

Il Monte Sirino si è innalzato a giudice inappellabile dei bisticci iniziali: il più scaltro è stato Davide Formolo (UAE Team Emirates), il primo a scappare, poi è stato il turno di Davide Villella (Cofidis), Koen Bouwman (Jumbo-Visma) e Wout Poels (Bahrain-Victorious), e poi di una Farfalla di Maastricht che, in una gara in linea, non volava da un po’. Tom Dumoulin (Jumbo-Visma) si è portato dietro un caracollante Diego Camargo (EF Education-EasyPost) e la sua nemesi, in termini di eleganza in bicicletta, Bauke Mollema (Trek-Segafredo). I 7 sono andati via di forza e, dopo 75 km vissuti a mille all’ora, era inevitabile che il loro vantaggio lievitasse e arrivassero a giocarsi la vittoria.

A Poels, dopo un inizio garibaldino, si è spenta la luce troppo presto, a Villella, tra problemi meccanici e una piccola caduta in discesa, la dea bendata ha voltato le spalle, mentre Camargo aveva già fatto un fuorigiri importante per essere davanti. Se la giocano gli altri 4, chi la spunta? Il fuoriclasse in cerca di riscatto Dumoulin? L’ex campione italiano, podio a Strade Bianche e Liegi-Bastogne-Liegi, Formolo? Il vincitore de Il Lombardia e di tappe al Tour de France, Mollema? No, alla fine ha vinto quello che in carriera aveva vinto solo una volta, Koen Bouwman.

Il 28enne olandese era il più rapido tra i 4 davanti, ha resistito alla guerra tra i più quotati Dumoulin, Mollema e Formolo sulla salita de La Sellata e ha aspettato gli ultimi 200 metri per piazzare la sua stoccata. Alla fine, ha anche avuto un gregario d’eccezione, perché Tom si è messo a sua disposizione svolgendo un lavoro preziosissimo, ma le gambe di Koen oggi giravano a meraviglia. Ora è anche in Maglia Azzurra e l’impressione è che il suo Giro d’Italia sia appena iniziato.

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