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Tra salite e Biathlon… il finale di Sappada è tutto da vivere

29/04/2024

Non poteva veramente esserci annata migliore per scegliere di passare dalla Carnia Biathlon Arena. La tappa 19 del Giro d’Italia 2024, la Mortegliano-Sappada di 157 km, transiterà infatti all’interno dell’impianto, una delle culle del biathlon italiano, a circa 10 km dall’arrivo, proprio nell’anno magico di Lisa Vittozzi. Lei, sappadina, che nel 2024 si è aggiudicata la Coppa del Mondo generale di biathlon e il Mondiale individuale di Nové Město, vivendo la stagione migliore della sua carriera. La Corsa Rosa le renderà così omaggio al momento giusto, in una tappa che, tra le altre cose, si preannuncia molto divertente.

I primi 100 km sono pressoché pianeggianti, in attesa degli ultimi 57 km che invece non lasciano tanto spazio per respirare. Prima c’è il breve ma durissimo Passo Duron (2a cat., 4,4 km al 9,6%), al quale seguiranno le ascese di Sella Valcalda (3a cat., 6,5 km al 5,9%) e quindi quella di Cima Sappada (2a cat., 7,4 km al 5,4%).

 

Proprio in quest’ultima salita i corridori attraverseranno la Carnia Biathlon Arena, usciti dalla quale comincerà il tratto più duro dell’ascesa. Gli ultimi 2,8 km di salita, infatti, avranno una pendenza media dell’8,5%, il che renderà difficile evitare qualche schermaglia tra i big della generale, ed eventualmente anche tra i fuggitivi che si giocheranno la tappa. È vero, il giorno seguente c’è il tappone col doppio Monte Grappa da affrontare, il che potrebbe scoraggiare qualcuno a muoversi, ma nel caso in cui qualche avversario dovesse apparire in difficoltà, il terreno per guadagnare secondi c’è, eccome.

A Sappada è legato uno dei momenti più sconvolgenti della storia del Giro d’Italia: il “tradimento” di Stephen Roche ai danni di Roberto Visentini, nel 1987. Il corridore irlandese attaccò il compagno di squadra della Carrera, che indossava la Maglia Rosa ed era il campione in carica, mandandolo in crisi proprio salendo verso Cima Sappada e andandogli a strappare la Rosa. Per il resto del Giro i due corsero uno contro l’altro, ma a vincere fu Roche, con Visentini costretto al ritiro dopo una caduta.

Anche l’ultimo arrivo a Sappada, nel 2018, aveva regalato spettacolo, con la vittoria in solitaria e in Maglia Rosa di Simon Yates. Il giorno prima Chris Froome aveva vinto sullo Zoncolan, recuperando qualche secondo al connazionale, così Yates, per dimostrare una volta di più di essere il più forte, attaccò guadagnando altri 40” su tutti gli avversari. Quello fu un Giro dominato dal gemello d’arte, vincitore di 3 tappe, fino al clamoroso crollo nella tappa del Colle delle Finestre, che spalancò le porte all’impresa titanica di Froome.

 

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