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Siena-Bagno di Romagna. Guerra e pace.

20/05/2021

Siena-Bagno di Romagna. Guerra e pace. Andrea Vendrame

La tappa di oggi attraversava i luoghi di due icone del ciclismo italiano, Gino Bartali e Alfredo Martini, ed a loro era dedicata.

Di Bartali si sa già tutto o quasi. Tre Giri d’Italia e due Tour de France, i duelli con Coppi, quattro Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia, il naso triste, l’impegno in favore degli ebrei durante la guerra.

Alfredo Martini è invece forse meno noto.

Fu prima corridore (3° al Giro del 1950 dietro Koblet e Bartali) e poi commissario tecnico della Nazionale per ventidue anni dal ‘75 al ‘97, con la quale ha conquistò 6 titoli iridati (oltre che 7 argenti e 7 bronzi).

Ma soprattutto Martini è stato guida, memoria e anima di tutto il movimento azzurro, lasciandoci frasi e citazioni memorabili su cos’è stata e cos’è, per il mondo intero, la bicicletta.

 

La fuga di giornata è informata della ricorrenza odierna e si forma giusto nei pressi di Ponte a Ema, paese natale di Bartali.

Gli attaccanti oggi sono 15, e fin da subito pare che a battagliare per la tappa saranno loro:

Geoffrey Bouchard e Andrea Vendrame (AG2R Citroën), Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Simone Ravanelli e Natnael Tesfatsion (Androni-Sidermec), Mikkel Honoré (Deceuninck-QuickStep), Vincenzo Albanese (EOLO-Kometa), Simone Petilli (Intermarché-Wanty-Gobert), Guy Niv (Israel Start-Up Nation), George Bennett (Jumbo-Visma), Victor Campenaerts (Qhubeka-Assos), Chris Hamilton (Team DSM), Gianluca Brambilla (Trek-Segafredo), Diego Ulissi (UAE Team Emirates), Giovanni Visconti (Bardiani-CSF-Faizanè).

Al Traguardo Volante di Sesto Fiorentino – dedicato a Martini che qui nacque 100 anni fa – hanno 4’30’’ di vantaggio.

Nel 1941 Martini era già un ciclista professionista, ma questo non gli impedì di unirsi alla brigata partigiana Lanciotto Ballerini dove la bicicletta divenne per lui lo strumento di un altro tipo di lotta, meno agonistica e più pericolosa, come quando portò un carico di bombe molotov alle formazioni partigiane presenti sul Monte Morello.

Il Monte Morello è anche il primo dei quattro Gpm previsti oggi e prima di tutti ci transita Bouchard, che per fortuna non ci trova più armi ma solo altri punti buoni per rafforzare il primo posto nella classifica degli scalatori.

Dietro, il gruppo sale compatto, come un armistizio generale dopo le fatiche di ieri.

Il secondo Gpm, quello di Passo della Consuma, se lo aggiudica ancora Bouchard, che aggiunge un’altra mano di celeste al suo Giro d’Italia.

Lunga la terza salita di Passo della Calla il vantaggio dei 15 sale a 11’30’’, segno che dietro la tregua continua, garantita dalla Ineos che con Puccio e Ganna fa un ritmo regolare, e certificata dal fatto che la Maglia Ciclamino Sagan è ancora lì nel gruppo dei migliori.

Per la terza volta Bouchard è primo al Gpm, terza mano di colore alla sua Maglia sempre più Azzurra.

Lungo la discesa nella fuga si accende la miccia. Perdono contatto Niv e Ulissi.

Bouchard, Tesfatsion e Petilli dapprima si staccano, ma riescono a rientrare giusto in tempo per cominciare assieme agli altri dieci l’ultima ascesa, il Passo del Carnaio.

Lassù il 25 luglio 1944 accadde un evento che certo arrivò all’orecchio sia di Martini che di Bartali; in una rappresaglia nazi-fascista vennero uccisi ventisei cittadini di San Pietro in Bagno, un paesino a 3 km dal traguardo di Bagno di Romagna.

Appena entrati nella salita davanti iniziano gli scatti, finché si forma un quartetto formato da Vendrame, Brambilla, Hamilton e Bennett, che scollinano assieme e assieme li lanciano nei 6 km di discesa tecnica che precede gli ultimi 3000 metri pianeggianti prima dell’arrivo.

Alla fine della discesa parte secco Hamilton.

Bennett e Brambilla si guardano, errore che non fa invece Vendrame che è lestissimo a saltare sulla ruota dell’australiano, e i due vanno assieme.

Hamilton si piazza alla ruota del corridore veneto fin dall’ultimo km e non la molla, cosicché Vendrame è costretto a lanciare la volata in posizione sfavorevole, in testa.

Ma in certi giorni sono dettagli che non contano, e per Vendrame oggi è uno di questi giorni: parte davanti e ci resta fino al traguardo, conquistando così la sua prima tappa al Giro d’Italia.

E dietro?

Dietro l’armistizio lo rompe Vincenzo Nibali che attacca in discesa, si avvantaggia di una decina di secondi e resiste nel tratto in piano, guadagnando alla fine 7’’ sul gruppo dei migliori che arriva compatto.

 

La tappa di oggi era dedicata a Bartali e a Martini.

Del primo si sa già molto, se non tutto.

Il secondo è stato tante cose, ma soprattutto guida, memoria e anima di tutto il movimento ciclistico azzurro, lasciandoci frasi e citazioni memorabili su cos’è stata e cos’è, per il mondo intero, la bicicletta.

Come questa:

“Chi va in bici, fischietta, pensa, progetta, canta, sorride. Chi va in macchina, s’incattivisce o s’intristisce. La bicicletta non mi ha mai deluso. La bicicletta è sorriso, e merita il Nobel per la Pace.”

Forse è per questo che c’è stata guerra solo tra i fuggitivi mentre in gruppo – dopo la battaglia di ieri – oggi è scoppiata la pace.

 

 

 

 

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