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Ricordi da… Torino, 1909: il primo Giro e il ‘cortese inganno’

04/05/2024

Il Giro d’Italia, una storia e un amore infinito che, però, una data d’inizio ce l’ha. È il 1909 e va in scena la prima, storica, edizione della Corsa Rosa. 8 tappe, la più lunga di 397 km, la più corta di 206, per un totale di 2447,9 km. Si parte e si finisce da Milano. Per semplificarne la compilazione, la classifica era a punti e non a tempi e ad ogni tappa, la prima metà dei ciclisti giunti al traguardo riceveva tanti punti quale era il loro piazzamento: un punto al primo, due punti al secondo e così via, così che alla fine vinceva chi aveva accumulato meno punti.

La Gazzetta dello Sport aveva già cominciato ad organizzare corse ciclistiche e lo sport della bicicletta era diventato nel giro di pochi anni popolarissimo, ma per la prima volta una gara metteva assieme tutta l’Italia. L’entusiasmo era alle stelle e l’affetto per il neonato Giro d’Italia era palpabile soprattutto alle partenze e agli arrivi delle varie tappe.

Nella penultima frazione che arriva a Torino, la città straborda, tutti vogliono vedere i ciclisti tagliare il traguardo e il questore di Torino non riesce a garantire la sicurezza di una folla straripante, stimata in 40-50 mila persone. Il direttore del Giro, Armando Cougnet, si ingegna, e decide di spostare in segreto l’arrivo a Beinasco, per poi mettere in scena un “finto” arrivo a Torino. La folla, però, in buona parte intuisce l’inganno e si sposta a Beinasco, travolgendo di affetto il vincitore Luigi Ganna. La Gazzetta, nella cronaca della tappa del giorno seguente, parlerà di “cortese inganno”.

Ganna, figlio di agricoltori e persona molto schietta, vincerà anche la classifica generale del primo Giro d’Italia ed è celebre il suo commento, mezzo italiano mezzo milanese, dopo il suo trionfo: “L’impressione più viva l’è che me brüsa tanto ‘l cü”. Non c’è bisogno di traduzioni.

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