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Ricordi da Salerno, 1949: lo sprint di Coppi, prima di diventare leggenda

09/05/2023

“Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste: il suo nome è Fausto Coppi” le parole del radiocronista Mario Ferretti riecheggiano nell’eternità. Fausto Coppi stava per compiere l’impresa più leggendaria della sua straordinaria carriera nella Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia 1949, rifilando più di 11 minuti al secondo arrivato, Gino Bartali, e sfilando la Maglia Rosa dalle spalle di Adolfo Leoni.

In quell’edizione della Corsa Rosa, però, il Campionissimo aveva già vinto due tappe, la prima delle quali a Salerno, nella lunghissima Cosenza-Salerno di 292 km. Il traguardo era fissato all’interno del vecchio stadio Comunale: la tappa era molto esigente, in quanto caratterizzata dal faticoso attraversamento dei monti della Calabria e della Lucania prima della picchiata sul mare. La svolta arrivò proprio in pieno centro a poche centinaia di metri dall’arrivo: i tre fuggitivi Adolfo Leoni, Antonio Bevilacqua e Giorgio Cargioli vennero ripresi poco dopo l’ingresso in città. 

Coppi sfruttò un punto inimmaginabile, scattando sulle rampe di via dei Principati e riprendendo gli uomini in fuga prima di esibirsi in un furioso sprint in cui superò Leoni e il rivale di sempre Bartali. Sul podio, quel pomeriggio, a vestirsi di rosa fu Giordano Cottur, che tenne la maglia per qualche giorno prima di cederla a Mario Fazio, poi ad Adolfo Leoni e, infine, dopo l’epica giornata di Pinerolo, al Campionissimo, in quella che sarà la sua terza vittoria finale al Giro d’Italia. Un mese dopo la tragedia di Superga e la scomparsa del Grande Torino, lo sport italiano e non solo aveva trovato un motivo per tornare a sorridere.

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