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João Almeida e Jay Vine, per emergere e stupire

05/05/2023

Uno lo conosciamo ormai da anni, c’è sempre ma non vince tantissimo. L’altro, invece, è tutto da scoprire, e l’unica cosa certa è che in salita ha numeri straordinari, tanto da poter rappresentare una possibile insidia per i favoritissimi. João Almeida e Jay Vine guideranno la UAE Team Emirates al Giro d’Italia 2023, che partirà con la consapevolezza di non essere la squadra da battere, ma con la volontà di diventare una spina nel fianco per tutti.

Oltre ai corridori succitati, infatti, ci saranno anche atleti molto solidi come Davide Formolo, Diego Ulissi e Alessandro Covi, vincitore l’anno scorso sulla Marmolada. Anche Soudal-QuickStep, formazione di Remco Evenepoel, e Jumbo-Visma, formazione di Primož Roglič, potrebbe avere qualche difficoltà contro una line-up di questo spessore. Certo, poi quando si scatenerà la bagarre i capitani dovranno avere le gambe per staccare, o quantomeno rimanere assieme, agli avversari, ma Vine e, soprattutto, Almeida, sono corridori abituati a fronteggiare i corridori più forti del mondo.

Il portoghese sceglie ininterrottamente il Giro dal 2020, l’anno del covid, quando si rivelò al mondo restando in Maglia Rosa per 15 giorni, prima di cedere salendo verso i Laghi di Cancano. Alla fine concluse 4° in classifica generale e, avendo appena 22 anni, scatenò i proclami di diversi addetti ai lavori che lo vedevano come sicuro vincitore del Giro da lì a pochi anni. L’anno successivo pagò una prima parte di Giro a rilento, in cui dovette anche sacrificare le proprie ambizioni in favore di Evenepoel, prima di uscire alla distanza e rivelarsi come il corridore probabilmente più performante della terza settimana. Alla fine chiuse 6° con il rimpianto che, con una squadra a sua disposizione, avrebbe potuto tranquillamente conquistare il podio. Nel 2022, invece, fu costretto a ritirarsi prima della tappa 19, mentre era 4° in generale e in Maglia Bianca di miglior giovane, a causa di una positività al maledetto covid. Purtroppo per lui, nel mezzo, sono venuti fuori alcuni mostri sacri, che hanno reso la vittoria di una grande corsa a tappe ancora più difficile da raggiungere.

Che dire di Vine? Sarà probabilmente il punto di domanda più succulento di questo Giro d’Italia. Il 27enne australiano è passato professionista nel 2020 con la Alpecin-Fenix, risultando il più forte nel contest di ciclismo virtuale indetto dalla Zwift Academy. Su strada si è però rivelato l’anno scorso alla Vuelta a España, vincendo due tappe con arrivo in salita, la prima delle quali uscendo dal gruppo in cui erano presenti, guarda caso, Evenepoel e Roglič. Quest’anno era partito col botto, vincendo in casa il Tour Down Under, poi un fastidio al ginocchio lo ha sempre tenuto lontano dalle corse, tanto che rientrerà alle gare proprio al Giro. Lui, però, ha assicurato che alla Corsa Rosa sarà pronto. E allora se volete fare una pazza scommessa, mettete due nichelini su di lui…

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