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Giro-E Enel 2024 – Tappa 20 Roma – Roma

27/05/2024

Si chiude in bellezza. Nella Grande Bellezza di Roma, capitale d’Italia e città eterna. Che ospita per la sesta volta il Grande Arrivo, portando a 50 il totale degli arrivi di tappa che l’hanno vista protagonista; sarà però la prima volta del traguardo finale in anni consecutivi, visto che pure nel 2023 era stata Roma a chiudere danze e volate.

Nonostante i 1.166 chilometri percorsi complessivamente e i 19.850 metri di dislivello positivo in 20 tappe, i ciclisti del Giro-E arriveranno meno esausti dei professionisti del Giro, sia perché i partecipanti cambiano ogni giorno, eccezion fatta per i capitani dei team, sia perché le loro bici sono delle e-bike, hanno una batteria e un motore che assiste la pedalata finché la velocità non supera i 25 chilometri orari. È questo il segreto per poter compiere imprese quasi straordinarie per ciclisti della domenica, come salire, come fatto quest’anno, al Santuario di Oropa, a Prati di Tivo, a Livigno, a Sappada, con pendenze che, senza i motori nel telaio o nel mozzo posteriore, richiederebbero chilometri su chilometri di allenamento.

Magie di un mezzo che da un secolo e mezzo rappresenta il futuro e di cui il Giro-E, giunto alla sua sesta edizione, è ambasciatore nella sua versione elettrica, per un utilizzo non sportivo, ma cicloturistico e di mobilità urbana. Uno dei significati di questo evento, al di là della straordinarietà dell’esperienza che vivono i partecipanti (un giorno da campioni sulle strade del Giro d’Italia, pedalando senza traffico, tagliando l’arco del traguardo della Corsa Rosa), è proprio porre l’attenzione sull’estrema attualità dell’e-bike.

La presenza di tanti ministri al Giro-E (solo oggi a Roma pedaleranno il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, e il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi), le tante partnership con i Ministeri, con l’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, con l’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, con il MOST – Centro nazionale per la mobilità sostenibile, danno la misura dell’importanza assunta da questo evento, che prima di essere ciclistico e sportivo, è culturale; anche perché, oltre ai temi della mobilità sostenibile, parla di fonti energetiche rinnovabili, di ecologia, di territorio.

E dunque, pedalando senza fretta e grazie ai motori senza troppa fatica sulle strade del paese più bello del mondo, accanto a campioni che hanno fatto la storia del ciclismo come Gianni Bugno e Claudio Chiappucci, Sonny Colbrelli, Andrea Tafi e tanti altri, ciò che ci resterà del Giro-E 2024 è proprio questo impulso a divenire, tutti assieme, utenti della strada migliori, campioni della mobilità.

La tappa Roma-Roma

Una sfilata di 32 chilometri, da via del Circo Massimo a via di San Gregorio, con un lieve su e giù che porta a 150, trascurabili metri il dislivello. Nei freddi numeri, la 20esima tappa del Giro-E Enel 2024 è questo. Ma nella realtà delle emozioni, questo circuito di una decina di chilometri da percorrere tre volte sarà un viaggio nella storia e nella magnificenza di Roma, che vista dalla sella di una bici, con le strade chiuse al traffico, nel contesto del Giro d’Italia, è ancora più bella e inimitabile.

Affluenza record: ben 160 partecipanti. La tappa con il maggior numero di ciclisti di questa edizione. Abbiamo visto il pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella, il Capo di Gabinetto del Ministro del turismo Erika Guerri, il Consigliere per le tematiche giovanili e sportive del Ministro degli esteri Antonio Tajani (ed ex attaccante di Milan e Napoli) Giuseppe Incocciati, il team Vatican Cycling (la federazione ciclistica di Athletica Vaticana) alla seconda partecipazione dopo quella dell’anno scorso, sempre a Roma.

Si chiude così un’altra edizione stupenda del Giro-E, che ricca di pedalate, sensazioni, sorrisi, amicizia. Tutto il bello del ciclismo, ma accessibile a tutti.

Appuntamento al 2025!

Il personaggio del giorno – Umberto Carfora

Capitano del team RCS Sport & Events, Umberto Carfora è collaboratore de Il Ciclista, il canale digitale de La Gazzetta dello Sport dedicato ai ciclisti praticanti, è un biomeccanico e si occupa professionalmente di preparazione; è anche consulente tecnico del Comitato Velodromo Vigorelli.

“È il mio primo anno al Giro-E. L’esperienza è andata oltre le mie aspettative. Da appassionato sto vivendo le strade che ho visto sempre in televisione, percorse dai campioni del ciclismo che ammiro. È un misto di sensazioni, di emozioni. Io sono del settore, vengo dalle competizioni amatoriali di ciclismo, ma al Giro-E ho vissuto qualcosa di diverso: il lavoro di squadra, la sportività. E ho visto un’Italia meravigliosa, percorrendo tappe incredibili. Il bello del Giro-E è che è accessibile a tutti. Merito delle bici a pedalata assistita, che sanno livellare le differenze e permettere a chiunque di pedalare in gruppo felicemente. È questo che bisogna raccontare, della bici a pedalata assistita: che è qualcosa di veramente innovativo e apprezzabile. Alla fine, non si sostituisce alla persona, ai muscoli: piuttosto, amplia le possibilità dell’utilizzatore, infatti puoi fare la stessa fatica, ma con una resa molto superiore. Tutti i nostri ospiti sono saliti sul Gran Sasso, a Oropa, hanno fatto delle salite leggendarie, e non c’erano particolari differenze tra noi, abbiamo pedalato in gruppo con ex professionisti e riuscivamo a muoverci in maniera omogenea, senza problemi. È questo il bello. L’e-bike è estremamente inclusiva, e questo non è usuale nel mondo del ciclismo, uno sport che richiede tanto allenamento. Il momento più bello? Tanti, e tutti legati alla partecipazione del pubblico. Ho capito quanto è sentito il Giro dal pubblico, quanto la gente ama davvero il Giro. L’ho capito dal modo in cui ci sostiene quando passiamo, in cui ci fa sentire il suo calore. Impagabile”.

 

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