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Costruzioni

04/10/2020

I centoquarantanove chilometri che oggi collegavano Alcamo ad Agrigento sono stati un viaggio tra architetture antichissime e moderne, uno spaccato dei molti modi in cui l’uomo ha scelto di costruire l’ambiente attorno a sé.

Alcune cose cambiano sempre, altre mai.

Poco dopo Alcamo gli elicotteri della TV inquadrano il tempio di Segesta, dove sono state presentate le squadre del Giro, tre giorni fa.Le sue trentasei colonne doriche sono ancora tutte lì, più o meno identiche a duemila anni fa.

Un’altra cosa che non cambia è Thomas De Gendt. Prima tappa in linea, primo chilometro, il belga parte a lanciare la prima fuga del Giro, si porta dietro altri quattro compagni, tira più di tutti e fa filotto: primo sui due traguardi volanti e sul Gpm di Santa Ninfa.

Giusto al confine con Santa Ninfa c’è Nuova Ghibellina, così chiamata per differenziarsi da Ghibellina Vecchia, a venti chilometri di distanza.

Forse gli architetti non erano gli stessi di Segesta, forse è stata solo una fatalità, fatto sta che Ghibellina Vecchia è stata spazzata via dal terremoto del ’68, e tutto il paese ha dovuto traslocare.

Alcune cose cambiano sempre, altre mai.

Poi è arrivato Renato Burri. Ha visto quelle macerie, e gli sono sembrate una tela da dipingere. Ha voluto, soprattutto,  che tutto il mondo non le dimenticasse. Così sopra Ghibellina Vecchia ha costruito il Cretto Grande, una colata di calcestruzzo che è un’opera d’arte.

Cemento, ma bellissimo.

Nel frattempo De Gendt e compagnia arrivavano con quasi 5 minuti di vantaggio a Selinunte; dove i greci ci avevano eretto un altro tempio, loro cercavano di costruirsi una possibilità di vittoria.

Ma da lì in avanti le squadre dei favoriti si sono messe davanti al gruppo, e costeggiando il mare hanno cominciato a smontare mattone per mattone i loro castelli in aria, aiutati anche dai lunghissimi viadotti rettilinei che i corridori hanno attraversato – variante moderna dell’architettura dorica: infinite file di colonne a sorreggere architravi d’asfalto.

Gruppo compatto poco prima della salita che porta ad Agrigento salendo per la valle dei templi, tutti vogliono essere davanti: uomini di classifica e finisseur, velocisti e gregari.

All’ultimo chilometro scatta Luca Wackermann, lo segue Diego Ulissi che poi rilancia, resiste al rientro di Peter Sagan e vince la volata per distacco.

Primo podio al Giro per Sagan, terzo Mikkel Honoré.

Nell’intervista post gara hanno chiesto ad Ulissi come fosse nata questa vittoria.

Lui ha risposto:

Abbiamo lavorato fin da stamattina. Prima i miei compagni a tirare il gruppo, poi Conti in salita a far fuori i velocisti. L’abbiamo costruita da lontano, tutti assieme.

 

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