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Alla scoperta del Giro 2023: tante insidie nella seconda settimana

03/11/2022

Arrivati a questo punto del Giro d’Italia 2023 qualche indicazione importante l’avremo già avuta, ma il destino della Corsa Rosa sarà ancora tutto da scrivere. La seconda settimana, da questo punto di vista, aiuterà a fare chiarezza, pur con la consapevolezza che, come consuetudine, le ultime e decisive cartucce verranno sparate negli ultimi 7 giorni di gara.

Lasciato il Sud Italia, dopo il primo giorno di riposo il gruppo ripartirà dall’Emilia-Romagna con direzione litorale toscano, ovvero con la Scandiano-Viareggio di 190 km. La prima parte di gara è movimentata, con la salita del Passo delle Radici e lo strappo di Monteperpoli, ma gli ultimi 75 km sono totalmente pianeggianti, motivo per cui è lecito attendersi una volata a ranghi semi-compatti. Dopodiché si proseguirà verso il Piemonte con la lunga Camaiore-Tortona, 218 km che dovrebbero nuovamente sorridere alle ruote veloci, visto che le brevi asperità della Colla di Boasi e del Passo della Castagnola nella parte centrale di gara non dovrebbero rappresentare ostacoli insormontabili.

Qualche insidia in più la presenta la frazione piemontese Bra-Rivoli di 179 km: in particolare, è la salita del Colle Braida, circa 11 km al 6,5% di pendenza media, a rappresentare uno spartiacque interessante. Lo scollinamento è posto a 28 km dall’arrivo e i giochi per la vittoria di tappa si faranno probabilmente lì e sulla successiva discesa. Venerdì 19 maggio, poi, c’è una di quelle tappe che incollano il pubblico davanti al televisore: la Borgofranco d’Ivrea-Crans Montana, 208 km con sconfinamento in Svizzera e tre salitoni, compreso quello che va all’arrivo. Prima il lunghissimo Gran San Bernardo (34 km al 5,5%), che con i suoi 2469 metri di altitudine rappresenta la Cima Coppi di questa edizione della Corsa Rosa, poi la durissima Croix de Coeur (2174 mt, 15,4 km all’8,8%) e infine la scalata finale di Crans Montana (13,1 km al 7,2%), per una giornata da scalatori purissimi.

Il giorno seguente si resterà in Svizzera per i primi 70 km della Sierre-Cassano Magnago, lunga in totale 194 km. L’unica asperità è l’insidioso Passo del Sempione in apertura, quasi 20 km di scalata al 6,5% di pendenza media, che a seconda di come verrà affrontato influenzerà notevolmente l’andamento della tappa. Se non ci saranno sussulti, i velocisti potranno giocarsi le loro chances in volata, altrimenti potrebbero trovarsi le gambe ingolfate dopo un passo alpino affrontato ad andatura elevata.

La seconda settimana si chiude con una di quelle tappe cittadine che tanto fanno divertire i tifosi: l’anno scorso era toccato a Torino, quest’anno c’è Bergamo con la Seregno-Bergamo di 191 km. La prima difficoltà è la salita di Valcava (10 km al 9%), dopodiché c’è il Selvino (10 km al 5,5%), si transiterà dal centro di Bergamo con lo strappo di Via Boccola, e poi per la Roncola (7 km al 7,7%). A questo punto mancheranno 29 km all’arrivo, con lo strappo di Via Boccola come ultima difficoltà da affrontare proprio a ridosso del traguardo di Bergamo. Sembra un Giro di Lombardia, invece è la Tappa 15 del Giro 2023. Con il secondo giorno di riposo alle porte, i corridori potranno scatenarsi.

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