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21 giorni di emozioni dal Mar Nero a Roma: ecco il Giro d’Italia 2026

02/12/2025

Voci, previsioni e anticipazioni lasciano spazio alla realtà: a Roma è stato presentato il Giro d’Italia 2026. Quel filo rosa che, ogni maggio, unisce l’Italia (e non solo) tornerà a snodarsi per le strade del Bel Paese, toccando mari e montagne, città d’arte e borghi, sogni e speranze. La Maglia Rosa e il Trofeo Senza Fine saranno nuovamente lì sul piedistallo, trepidanti di scoprire quale corridore consegneranno alla leggenda questa volta.

Giro d’Italia 2026, la Grande Partenza dalla Bulgaria

Per la 16ª volta in 109 edizioni il Giro scatterà dall’estero e questa volta lo farà dalla Bulgaria, con tre tappe che ci porteranno alla scoperta di un Paese che ha voglia di farsi conoscere e di aprirsi al magico mondo della bicicletta. Non c’è infatti grande tradizione ciclistica in Bulgaria e proprio per questo ogni cosa rappresenterà una piacevole novità e un’occasione di arricchimento culturale, turistico e sportivo per tutti. Abbiamo già avuto modo di approfondire frazione per frazione le tre giornate della Grande Partenza, ma adesso abbiamo il quadro d’insieme delle tre settimane di corsa.

 

Si parte dalle sponde del Mar Nero, con la Tappa 1 che porterà dalla suggestiva penisola di Nessebar a Burgas, dove la prima Maglia Rosa verrà assegnata quasi sicuramente a un velocista. Già più insidiosa la Tappa 2, da Burgas a Veliko Tarnovo, oltre 200 km di lungo trasferimento verso l’entroterra della Bulgaria con lo strappo del Monastero di Lyaskovets a 9 km dall’arrivo che infiammerà sicuramente la corsa e potrebbe già dare una piccola spallata alla classifica. L’ultima frazione in terra bulgara porterà il gruppo da Plovdiv alla capitale Sofia e, anche qui, salvo sorprese, i protagonisti dovrebbero essere ancora gli sprinter.

 

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La prima settimana

Tornati in Italia, dopo il primo giorno di riposo, sarà il cuore della Calabria ad accogliere il Giro prima di tutti. La Tappa 4 partirà da Catanzaro per arrivare a Cosenza in quella che dovrebbe essere la terza chance per i velocisti, anche se il lungo – ma pedalabile – GPM di Cozzo Tunno (2a cat.), posto a poco più di 40 km dall’arrivo, potrebbe invogliare qualcuno a rendere la vita dura agli uomini veloci. Ancora più incerta è la frazione del giorno seguente, da Praia a Mare a Potenza, sia per la lunghezza, circa 200 km di tappa, sia per le pendenze arcigne della Montagna Grande di Viggiano (2a cat., quasi 7 km con pendenze costanti oltre il 10%), che a 50 km dall’arrivo rischia di far scoppiare i velocisti e far piombare la tappa nel caos.

 

La Tappa 6 sarà tutta in terra campana, da Paestum a Napoli, che ospita una tappa del Giro per il quinto anno consecutivo. Nonostante il Valico di Chiunzi in avvio, stavolta sarà difficile sfuggire allo sprint sul lungomare della città partenopea, che negli ultimi anni ha già sorriso a Mark Cavendish, Mads Pedersen, Olav Kooij e Kaden Groves. La classifica generale assumerà una forma ben delineata nella Tappa 7, la più lunga di questa edizione, che porterà i corridori da Formia al Blockhaus per quasi 250 km di percorso. L’arrivo in cima alla salita abruzzese è ormai un grande classico del Giro, e coi suoi 13,6 km all’8,4% di pendenza media è destinato a fare una prima grande selezione tra i pretendenti alla Maglia Rosa.

 

Dopodiché è il giorno dell’immancabile tappa dei muri marchigiani, da Chieti a Fermo per tanti up and down che sembrano poter sorridere agli attaccanti della prima ora. La prima settimana terminerà con un’altra tappa intensa che porterà dalla Romagna all’Emilia, da Cervia al Corno alle Scale. La frazione è pressoché tutta pianeggiante fino alla scalata finale sull’Appennino bolognese, che tocca Silla, Gaggio Montano, Querciola e poi sù fino ai 1471 metri delle Corno alle Scale (1a cat., 12,8 km al 6,1%), in cui andranno temuti soprattutto gli ultimi 3 km con pendenze spesso sopra il 10%. Tra Blockhaus e Corno alle Scale, quindi, per gli uomini di classifica sarà fondamentale farsi trovare pronti fin dai primissimi giorni di Giro.

La seconda settimana

Dopo il secondo giorno di riposo il Giro d’Italia 2026 ricomincerà dal mare, da Viareggio, in quella che è una tappa spartiacque, una cronometro di 40 km che porterà i corridori a Massa. Si tratta di una prova per specialisti puri, completamente pianeggiante, in cui i corridori più avvezzi alla disciplina dovranno provare a guadagnare terreno, mentre tutti gli altri dovranno mettere l’elmetto e difendersi il meglio possibile.

 

La Tappa 11, da Porcari a Chiavari, sarà invece la classica frazione adatta ai fuggitivi, col Colle di Gualtarola e la salita di San Bartolomeo a movimentare il finale di frazione. I velocisti torneranno protagonisti nella Tappa 12, con la ImperiaNovi Ligure che dovrebbe mettere sul piatto un arrivo a ranghi compatti, mentre più incerta è la Tappa 13, da Alessandria a Verbania, perché gli strappi di Bieno (4a cat.) e Ungiasca (3a cat.) negli ultimi 25 km potrebbero mischiare le carte in tavola.

 

In ottica Maglia Rosa la tappa più succulenta della settimana è la numero 14 tutta valdostana, da Aosta a Pila, non particolarmente lunga ma con ben 4400 metri di dislivello. Subito dopo il via c’è la salita di Saint-Barthélémy (1a cat., 18,1 km al 5,4%), dopodiché i GPM di Doues (3a cat.), Lin Noir (1a cat., 7,5 km al 7,8%), Verrogne (2a cat.) e infine la scalata finale a Pila, che sono 17 km che salgono costanti al 7%. Prima dell’ultimo giorno di riposo ci sarà ancora una chance per i velocisti, che potranno contendersi il prestigioso traguardo milanese nella VogheraMilano, con circuito in centro città da ripetere 5 volte.

La terza settimana

Le ultime tappe sono quelle che solitamente scrivono le storie più incredibili del Giro. La Tappa 16 si svolgerà interamente in territorio svizzero ticinese, con partenza da Bellinzona e arrivo in salita a Carì. I giochi si faranno sulla scalata finale che porta ai 1644 metri della località svizzera, per un salita di 11,6 km e una pendenza media dell’8,1% destinata a fare grandi differenze.

 

Dopodiché ci saranno due giornate di transizione, prima con la Cassano d’AddaAndalo che toccherà i 200 km ed è perfetta per chi proverà da lontano, e poi la Fai della PaganellaPieve di Soligo, con le Colline del Prosecco che dovrebbero sorridere a un velocista, anche se il Muro di Ca’ del Poggio nel finale potrebbe regalare qualche sorpresa.

 

Per fascino, storia e durezza, la Tappa 19 è forse quella più attesa in assoluto, quella che farà su e giù per le Dolomiti e che, vincendola, ti lancia automaticamente negli annali della corsa. Da Feltre a Piani di Pezzè, andranno affrontati il Passo Duran (1a cat., 12,1 km all’8,2%), Coi (2a cat.), Forcella Staulanza (2a cat.), il mitico e durissimo Passo Giau, Cima Coppi di questa edizione coi suoi 2233 metri di altitudine (9,9 km al 9,3%), il Passo Falzarego (2a cat., 10,3 km al 5,4%), e quindi una lunga discesa che porterà ad Alleghe, dove comincerà la salita finale, breve ma intensissima, verso Pian di Pezzè (2a cat., 4,9 km al 9,9%).

 

Prima della festa finale, c’è ancora un’ultima, attesissima, tappa in grado di ribaltare tutto. Da Gemona del Friuli a Piancavallo, con la salita finale che andrà affrontata non una ma ben due volte. Sono 14,5 km di scalata al 7,8% di pendenza media, con la prima parte molto impegnativa sempre attorno al 10%: dopo il primo scollinamento mancheranno poco più di 50 km all’arrivo, dopo il secondo sapremo chi avrà vinto il Giro d’Italia 2026.

 

Per il quarto anno consecutivo, infine, la passerella finale si terrà a Roma, in mezzo ai monumenti e all’architettura di una storia millenaria. Un circuito in centro città da ripetere 9 volte, che darà modo ai velocisti di giocarsi uno dei traguardi più belli e prestigiosi della loro carriera, cosa che sono riusciti a fare negli ultimi anni Mark Cavendish, Tim Merlier e Olav Kooij. E poi sarà liberi tutti, anche il Giro 2026 sarà storia.

 

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