Di Lucania parla sempre anche Carlo Levi nel suo bellissimo “Cristo si è fermato a Eboli”, dove racconta la vita agra dei contadini di Aliano, Grassano, Accettura, Sant’Arcangelo, di tutto quel mondo in cui, quando Levi scriveva, la civiltà non era ancora arrivata:
“Noi non siamo cristiani – essi dicono, – Cristo si è fermato a Eboli -. Cristiano vuole dire, nel loro linguaggio, uomo. Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancor meno che le bestie.
(…) Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania.”
Dagli anni ‘40 la Lucania ha fatto molta strada.
I sassi di Matera da vergogna nazionale – come li definì Togliatti nel ‘48 – sono diventati Patrimonio Unesco e Capitale Europea della Cultura nel 2019, e ogni anno turisti italiani e stranieri affollano le coste di Maratea e del Metaponto, le Dolomiti Lucane e i piccoli borghi dell’entroterra.
Anche il Giro è già stato qui, l’ultima volta con l’arrivo a Matera del 2013.
Inizialmente questa tappa non era in programma. Ma quando si è dovuto ripensare il nuovo percorso del Giro, a chi di dovere dev’essere venuta in mente subito la Lucania.
Un nome antico per un luogo nuovo, da cui imparare a rinascere.