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Remco Evenepoel, per diventare leggenda

02/05/2023

Un prodigio. Remco Evenepoel è difficilmente riassumibile con un termine diverso da questo. Ha appena 23 anni ma tra i professionisti ha già vinto 41 volte, e non corse qualsiasi, ma il Campionato del Mondo di Wollongong lo scorso anno, due Liegi-Bastogne-Liegi, una Vuelta a España e due Clasica di San Sebastián. 

E pensare che fino al 2017 in bicicletta non ci era praticamente mai salito nonostante suo padre Patrick fosse stato professionista per 3 anni. Remco era un talento del calcio, prima al PSV Eindhoven e poi all’Anderlecht, e della Nazionale giovanile belga. Poi un infortunio lo ha costretto a prendere in mano la bicicletta per riabilitazione, e lì ha scoperto di avere un talento ancora più grande, uno di quelli che nascono ogni qualche decennio.

Nel 2018, un anno dopo aver scoperto la bici, ha annichilito tutta la categoria juniores, vincendo Europeo e Mondiale sia in linea che a cronometro e rifilando agli avversari distacchi abissali. Quanto basta alla Quick-Step e a Patrick Lefevere per decidere di portarlo trai  professionisti direttamente dagli junior. L’esordio tra i grandi è avvenuto quindi a 19 anni e già dal primo anno ha cominciato ad arricchire la bacheca di successi prestigiosi, fino ad arrivare ad essere il fuoriclasse indiscusso che è oggi. 

Nel mezzo, però, non sono mancate le difficoltà, come la brutale caduta a Il Lombardia e la conseguente frattura del bacino, oppure quel suo primo Grande Giro, il Giro d’Italia 2021, cominciato con grandi aspettative e invece concluso con un mesto ritiro. In quell’edizione della Corsa si parlò molto di lui, perché tanti ritenevano fosse troppo presto per farlo esordire in una corsa di tre settimane, a maggior ragione perché avrebbe cominciato quella stagione direttamente in Italia dopo aver recuperato dall’infortunio, mentre altri affermavano che ad un talento del genere non si potevano certo tarpare le ali.

Il gioiellino belga partì bene nonostante fosse la prima gara dell’anno e per la prima parte di Giro si affermò come rivale più accreditato per lo scatenato Egan Bernal. Poi il calo, andò in difficoltà nella tappa delle strade bianche di Montalcino e poi sullo Zoncolan, prima di crollare definitivamente nella piovosa tappa di Cortina d’Ampezzo e ritirarsi prima della tappa 18. Un incidente di percorso nella strada verso la leggenda. 

Dopo quel Giro ha corso solo un altro Grande Giro, la Vuelta a España dell’anno scorso, e l’ha vinta. Inutile dire che dalla Costa dei Trabocchi partirà con l’obiettivo di conquistare la Maglia Rosa, che innalzerebbe ancora di più il suo status di fenomeno, con ancora tanti anni di carriera davanti. Quest’anno ha già vinto l’UAE Tour, ha chiuso 2° la Volta a Catalunya (vinta da Primož Roglič, che troverà anche al Giro) con due vittorie di tappa, e ha regalato un altro show alla Liegi-Bastogne-Liegi. Fermarlo sarà molto difficile. 

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