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Peter Sagan – Smettere di cercare

13/10/2020

Peter Sagan non vinceva una gara dal 10 Luglio 2019, quinta tappa del Tour dell’anno scorso.

461 giorni di digiuno durante i quali tutti gli chiedevano come mai, e forse se lo chiedeva anche lui.

“Mi serve solo un po’ di fortuna, la sto cercando”, aveva detto dopo aver perso per tre millimetri la volata di Villafranca Tirrena.

Era già arrivato secondo ad Agrigento dietro Ulissi, poi è arrivato di nuovo secondo a Matera, ancora dietro a Démare, che sembrava imbattibile.

Tutti si chiedevano se non avesse ormai perso lo spunto, l’esplosività dei bei tempi andati, e forse se lo chiedeva anche lui.

Oggi, perciò, ha cambiato tattica.

Ha cercato di andare in fuga fin dall’inizio, e quando poi c’è riuscito Démare ha scatenato i suoi a tirare a tutta per andarlo a riprendere. 

Braccio di ferro tra il gruppo e la fuga, media altissima nelle prime due ore nonostante diversi saliscendi, poi il braccio che cede è quello di Démare.

La fuga quindi va, sono in dieci davanti e procedono con buon accordo.

Poi inizia a piovere e soprattutto cominciano i muri di Tortoreto, dove Sagan mette in scena la sua personale rappresentazione di “Dieci piccoli indiani”, il romanzo della Christie: uno alla volta li stacca tutti, l’ultimo a cedere è Swift a 11 chilometri dal traguardo.

Nel frattempo gli uomini di classifica si muovono anche loro. 

Attacca Almeida, sempre più in confidenza con il Rosa, attacca Pozzovivo, sempre più in forma, ma quello che perde è Fuglsang che fora nel momento sbagliatissimo, lungo l’ultima discesa e arriva a 1’15’’ dai migliori, finendo fuori dai primi dieci in classifica generale.

Ma a quel punto Sagan era già arrivato, aveva già tagliato solitario il traguardo di Tortoreto, scacciando tutti i dubbi dalla testa di molti, e forse anche dalla sua. 

In accordo col momento aveva anche smesso di piovere, e da dietro era uscito l’arcobaleno, giusto in tempo per fare pendant con il colletto iridato dello slovacco.

Dopo l’arrivo gli hanno chiesto se fosse felice, come si sentisse, che cosa pensasse.

Lui ha risposto una cosa che c’entra col ciclismo, ma a ben vedere vale anche per le nostre vite.

Ha detto: “Ho sempre pensato che quando cerchi troppo una cosa, di solito non arriva. Arriva solo quando smetti di cercarla.”

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