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Perdere tutto in un attimo

20/05/2022

Dopo questa tappa sorridere è difficile. Arnaud Démare si è reso protagonista di una splendida – la sua terza in questo Giro – volata sul traguardo di Cuneo, ma tutti i pensieri non possono che essere su Romain Bardet e il suo improvviso ritiro dalla corsa. Il francese ha cominciato a sentirsi male durante la tappa di ieri, nella notte la situazione è peggiorata ma oggi ha provato ugualmente a partire. Dopo qualche decina di chilometri, però, si è fermato a bordo strada, pallido, prosciugato dai problemi di stomaco, ed è salito in ammiraglia. Addio Giro d’Italia!

Un addio che fa malissimo per tantissimi motivi: Bardet sembrava aver ritrovato la sua migliore versione, quella che, per intendersi, gli aveva permesso di terminare due volte sul podio del Tour de France. Romain aveva vissuto un paio di stagioni abbastanza buie, che quasi gli avevano fatto perdere la voglia di andare in bicicletta, schiacciato dalla pressione di dover correre il Tour con i colori di una squadra transalpina come l’AG2R. Con il Team DSM, però, aveva ritrovato stimoli e serenità e, dopo un anno di ambientamento, quest’anno era tornato davvero a livelli eccelsi.

Ad aprile aveva vinto in grande stile il Tour of the Alps, la sua prima corsa a tappe a distanza di nove anni, e in questa prima metà di Giro d’Italia aveva dimostrato di poter tenere testa al favoritissimo Richard Carapaz. Insomma, era un serio pretendente alla Maglia Rosa, ma all’improvviso tutto il suo percorso di avvicinamento e, se vogliamo, di rinascita, è andato in fumo per un virus che lo ha colpito allo stomaco. Un peccato per lui, un peccato per il Giro, che perde un protagonista annunciato per la terza settimana, e un peccato per la sua squadra, dal momento che ne era il leader in corsa, ma anche moralmente. Basti pensare a come si era preso l’onere di lanciare la volata ad Alberto Dainese a Reggio Emilia o alla stima che tutti in gruppo hanno nei suoi confronti. Per esempio, il suo talentuoso compagno olandese Thymen Arensman aveva sottolineato di quanto fosse bello che “Romain alla sera si fermasse dopo cena a parlare con i ragazzi più giovani, aiutando a creare un clima in squadra veramente piacevole”.

Per la Francia dei Grandi Giri è ormai una maledizione. Non ne vincono uno dal 1995, la Vuelta di Laurent Jalabert, mentre il Giro manca dal 1989 con Laurent Fignon e il Tour addirittura dal 1985 con Bernard Hinault. E anche questo Giro, senza Bardet, sembra utopia che possano vincerlo.

Dall’altra parte, però, i transalpini possono sorridere per la tripletta di Démare, che sembra avere la Maglia Ciclamino ormai cucita addosso. Anche la tappa di oggi è stata tutt’altro che scontata, volata via a più di 45 km/h di media, con i fuggitivi Pascal Eeenkhoorn (Jumbo-Visma), Mirco Maestri (Eolo-Kometa), Julius Van den Berg (EF Education-EasyPost) e Nicolas Prodhomme (AG2R) che hanno fatto sudare freddo il gruppo. Groupama-FDJ, Quick-Step Alpha Vinyl e Israel-PremierTech hanno dovuto spingere come forsennati per riprenderli, operazione riuscita solo a 700 metri dalla conclusione, quando Démare ha aperto il gas e ha messo in chiaro chi è il velocista principe di questo Giro.

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