L’ultima settimana, come tradizione, sarà riservata soprattutto agli uomini di classifica e l’obiettivo dei velocisti superstiti sarà naturalmente quello di sopravvivere alle tante salite in programma. La Tappa 18, la Fai della Paganella – Pieve di Soligo, potrebbe anche adattarsi alle ruote veloci, ma ci sono un paio di elementi che potrebbero mettere loro il bastone tra le ruote (figurativamente). In primis la stanchezza, dopo quasi tre settimane corse a tutta non sarà facile per le squadre – probabilmente anche non più a pieno organico – tenere la tappa chiusa, e poi il Muro di Ca’ del Poggio (4a cat., 1,2 km al 12,2%), che posto a una ventina di chilometri dall’arrivo rischia di invogliare gli attaccanti e demotivare gli sprinter.
Ogni fatica e ogni resistenza, però, verrà premiata con un’ultima ghiottissima chance. La passerella finale di Roma è tale per tutti, tranne che per i velocisti, che all’ombra del Colosseo sognano di portarsi a casa una delle vittoria più affascinanti della loro carriera. Il circuito e il suo fascino lo conosciamo perché la Città Eterna chiude il Giro dal 2023, contano la velocità ma anche le energie residue, ma la possibilità di salire sul podio che affaccia sui Fori Imperiali è abbastanza per motivare anche il più stanco degli atleti.
Curiosità: Napoli, Milano e Roma non ospitavano un arrivo di tappa nella stessa edizione addirittura dal 1959. Quest’anno attendono tutte i grandi velocisti.
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