Il Mar Nero lascerà spazio all’entroterra bulgaro nella Tappa 2 del Giro d’Italia 2026. E sarà una lunga cavalcata, abbondantemente oltre i 200 km, verso un finale tutto da vivere, in cui la Maglia Rosa potrebbe già cambiare padrone dopo la probabile volata della tappa inaugurale.

La partenza sarà ancora da Burgas, dove si è conclusa la prima frazione, e si procederà verso ovest dove il gruppo conoscerà anche i monti Balcani (Stàra planinà, ‘montagna vecchia’ in cirillico), catena montuosa che attraversa Serbia e Bulgaria. Superata la metà di tappa, andranno scavallati due GPM di 3a categoria in rapida successione, il Byala Pass e il Vratnik Pass, che cominceranno a mettere un po’ di pepe alla lotta per la Maglia Azzurra.

Lo spartiacque decisivo per capire chi potrà vincere la tappa, però, arriverà solamente nel finale, quando da Lyaskovets si salirà verso il Monastero con una scalata di quasi 4 km e una pendenza media attorno al 7%. Al traguardo mancheranno poco più di 8 km, quindi in salita non si potrà scappare da attacchi e accelerazioni furiose. La posta in palio, d’altronde, sarà molto elevata. Se, come probabile, in Maglia Rosa ci sarà un velocista, per lui sarà tutt’altro che facile resistere all’alto ritmo quando la strada comincerà a salire, quindi oltre al prestigioso successo parziale anche il simbolo del primato potrebbe cambiare proprietario.

Lo striscione del traguardo è posto nella città di Veliko Tarnovo, che sorge sulle sponde del fiume Jantra, un affluente del Danubio, e affonda le sue radici in oltre cinque millenni di storia. Fu elevata al rango di capitale del Secondo Impero Bulgaro nel 1185 e mantenne questo ruolo fino al 1393, quando cadde sotto dominio ottomano.

La città è nota soprattutto per la fortezza di Tsarevets, che sorge sull’omonimo colle e ospitava gli edifici più importanti dell’antica capitale medievale: il palazzo reale, il patriarcato, varie chiese e le poderose mura difensive.

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