Davanti al porto di San Benedetto del Tronto i ragazzini si allenano a portare i loro optimist, piccole barche a vela in vetroresina. Procedono in ordine sparso, un po’ beccheggiando, un po’ tenendo la rotta verso la boa che dovranno oltrepassare prima di tornare indietro.
Oggi la cronometro finale è una regata in solitaria in un percorso liscio come il mare di quest’inizio autunno.
Le uniche asperità altimetriche sono i quattordici dissuasori che i corridori troveranno sul lungomare, piccoli cavalloni ad increspare i due rettilinei di cinque chilometri che costituiscono il campo di gara.
Partenza in viale Tamerici, giù dritti fino a doppiare Porto d’Ascoli e ritorno, con l’arrivo posto alla fine di viale Buozzi.
Nel frattempo i ragazzini hanno superato incolumi la boa di metà percorso, e, sempre in ordine sparso, tornano in rada.
Forse qualcuno di loro sogna di diventare come Bernard Moitessier, ma probabilmente la maggior parte di loro non l’ha mai sentito nominare.