Giro-E Tappa numero 12
Tutto sbagliato, tutto da rifare. Chissà se Gino Bartali avrebbe reagito così, vedendo le bici a pedalata assistita del Giro-E “invadere” il territorio del suo amato Giro, che vinse tre volte, tra il 1936 e il 46. Come che sia, Ginettaccio è uno degli omaggi odierni della Corsa Rosa. La Tappa numero 12, infatti, è transitata da Ponte a Ema, città natale del Giusto tra le Nazioni.
Il Giro elettrico è partito qualche chilometro dopo, già superata Firenze. Ma non ha perso niente, perché ha offerto ai suoi partecipanti tre delle quattro salite di giornata. Avvio da Pontassieve, dunque, già sul percorso Giro. Partenza in salita, verso il Passo della consuma, 18 chilometri di lunghezza, 5,7 per cento di pendenza media. Poi il gruppo elettrico ha attraversato la provincia di Firenze ed è entrato in quella di Arezzo. Le foreste del Casentino, spettacolari, immersi nella natura. Poi di nuovo in salita sul Passo della Calla, con pendenze a doppia cifra, impreziosite da pioggia mista a grandine. Successiva discesa, lunga, fino a Santa Sofia, per poi affrontare il Passo del Carnaio, ultima asperità della giornata, minore come lunghezza, ma con pendenze superiori rispetto al Passo della Calla, fino al 14 per cento. Un’altra discesa, impegnativa, fino a cinque chilometri da Bagno di Romagna, dove si trovava il traguardo. Insomma, Appennino pieno, 2500 metri di dislivello, quasi cento chilometri (96 chilometri). Una tappa tosta, perciò bella, tre stelle tutte meritate. A Bartali sarebbe piaciuta.