In un Giro d’Italia ci sono tappe che si sa che lasceranno il segno, altre invece che si rivelano trappole e finiscono per fare molti più danni di quanto pronosticato alla vigilia. In un Giro d’Italia, insomma, non si può mai stare tranquilli, perché il grande colpo o la beffa atroce sono sempre dietro l’angolo.
La Corsa Rosa versione 2025 non fa eccezione: ci sono alcune frazioni che inevitabilmente chiameranno i big a sfidarsi, ma occhio alle trappole disseminate lungo tutte e tre le settimane. Già nei tre giorni della Grande Partenza sarà severamente vietato distrarsi, perché oltre alla breve cronometro di Tiranë (Tirana) – che farà una differenza di pochi secondi – sia nella Durrës (Durazzo) – Tiranë (Tirana) che nella Vlorë (Valona) – Vlorë (Valona) non mancano i saliscendi, in particolare in quest’ultima, che presenta l’impegnativo Passo di Llogara (10,7 km al 7,4%) a 39 km dall’arrivo. Non sembra esserci spazio per creare grossi gap, ma sarà necessario essere pimpanti fin da subito per evitare di incappare in spiacevoli sorprese.
La lotta alla Maglia Rosa tornerà poi ad infiammarsi nella Tappa 7, la Castel di Sangro – Tagliacozzo di 168 km. La salita che porta all’arrivo misura 12,6 km al 5,4%, è abbastanza pedalabile e non dovrebbero esserci grossi distacchi ma, soprattutto nel caso i big arrivassero a giocarsi la tappa, qualcuno potrebbe pagare dazio negli ultimi metri. Due giorni dopo c’è probabilmente la trappola più grande di tutte, le strade bianche della Gubbio – Siena di 181 km. Negli ultimi 70 km ce ne sono ben 29 su strade sterrate, per un totale di 5 settori insidiosissimi. Molto dipenderà da come vorranno affrontarli le varie squadre, ma forature, cadute ecc., in questi casi, sono sempre dietro l’angolo. Gli ultimi due tratti di Monteaperti e Colle Pinzuto, poi, li conosciamo bene grazie alla Strade Bianche: sono ripidi e “cattivi”, senza contare che prima dell’arrivo in Piazza del Campo c’è il muro di Via Santa Caterina, buon trampolino di lancio per guadagnare qualche ulteriore secondo sugli avversari.
Da cerchiare più volte di rosso è senz’altro la Tappa 10, la cronometro Lucca – Pisa di 28,6 km, totalmente pianeggiante e perfettamente adatta agli specialisti. Per gli scalatori puri ci sarà da stringere i denti, mentre i più avvezzi alle lancette dovranno spingere a tutta per guadagnare il più possibile. Il giorno seguente, invece, la Viareggio – Castelnovo ne’ Monti di 185 km, ben si adatta alle imboscate, visto il durissimo Alpe San Pellegrino (14,2 km all’8,7%) nella parte centrale e poi, nel finale, la salita verso la Pietra di Bismantova (6,5 km al 5,2%), da scollinare a 5 km dall’arrivo. Una frazione simile è la 15, da Fiume Veneto ad Asiago che chiuderà la seconda settimana, solo che qui c’è il Monte Grappa (25 km al 5,8%) da affrontare nella parte centrale e poi la scalata di Dori (16,3 km al 5,5%), a 28 km dall’arrivo di Asiago. Il disegno della tappa si adatta maggiormente ai fuggitivi, ma se tra i big c’è qualcuno che ha voglia di muoversi, lo spazio per farlo c’è sicuramente.
La terza settimana si apre con una tappa in salsa trentina, durissima, la Piazzola sul Brenta – San Valentino (Brentonico) di 199 km, con salite de La Fricca (12,9 km al 4,6%), Candriai (10,1 km al 7,6%), Santa Barbara (12,7 km all’8,3%) e la scalata finale da Mori verso San Valentino (17,4 km al 6,4%). Non c’è dubbio che la Maglia Rosa verrà messa a dura prova, così come il giorno seguente, da San Michele all’Adige a Bormio per 154 km, con scalate mitiche come Passo del Tonale (15,2 km al 6%) e Mortirolo da Monno (12,6 km al 7,6%), che però verrà superato a 48 km dall’arrivo di Bormio.
La resa dei conti è quindi prevista per le Tappe 19 e 20. La prima, la Biella – Champoluc di 166 km, possiamo considerarla la tappa regina, visto che i corridori, già stremati da 18 frazioni di fatiche, dovranno affrontare il Col Tzecore (16 km al 7,7%), il Col Saint-Pantaléon (16,5 km al 7,2%), il Col de Joux (15,1 km al 6,9%) e la scalata ad Antagnod (9,5 km al 4,5%), che terminerà a 5 km dall’arrivo ai piedi del Monte Rosa. Come se non bastasse, il giorno dopo li attende il Colle delle Finestre, nella lunga Verrès – Sestrière di 203 km. La Cima Coppi del Giro d’Italia 2025, coi suoi 2178 metri di altitudine dopo una salita di 18,5 km al 9,2%, 8 dei quali su strada sterrata, sarà il giudice supremo del Giro 108. In qualunque modo sarà andato il Giro fino a questo punto, come direbbe qualcuno, queste due tappe possono completamente ribaltare il verdetto in ottica Maglia Rosa.