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    Giro d’Italia 2024, le tappe per le fughe

    27/10/2023

    Nel 2023 sono andati in porto 10 attacchi da lontano, nel 2022 altri 10, nel 2021 ben 11. Insomma, nelle ultime tre edizioni del Giro d’Italia, circa la metà delle tappe sono terminate con il successo di un corridore partito in fuga nella prima parte di frazione, quindi parliamo di una parte preponderante della Corsa Rosa. Ma se le tappe per velocisti, cacciatori di classiche o scalatori sono facilmente identificabili, le tappe “da fuga” lo sono molto meno e vanno contestualizzate a seconda del percorso e del momento in cui vengono affrontate. Tutte le tappe (tranne le cronometro ovviamente) potrebbero essere buone per una fuga, ma allo stesso tempo una fuga potrebbe anche non arrivare mai. Entrambi gli estremi sono pressoché impossibili, ma proviamo ad ipotizzare quali frazioni del Giro d’Italia 2024 potrebbero sorridere ad un fuggitivo.

    La prima tappa, la Venaria Reale-Torino di 136 km, per esempio, se fosse stata inserita in qualsiasi altro momento della corsa, avrebbe avuto il disegno ideale per un attacco da lontano, visto che sulla carta è troppo dura per i velocisti e troppo semplice per fare differenze tra gli uomini di classifica. Essendoci però la prima Maglia Rosa in palio, difficilmente i big si lasceranno sfuggire l’occasione. E lo stesso vale per la Tappa 2 con arrivo a Oropa, visto che i corridori saranno ancora freschi e desiderosi di giocarsi la vittoria su un traguardo prestigioso come quello che fece entrare ancor più nel mito Marco Pantani.

    Una prima vera chance per gli attaccanti potrebbe arrivare nella Tappa 6, quella dei 12 km di strade bianche, da Viareggio a Rapolano Terme. È una tappa di difficile interpretazione e proprio per questo motivo alla fine potrebbe avere ragione chi ci prova da lontano, come successe due anni fa a Montalcino, anche se in quel caso il dislivello e il chilometraggio su sterrato erano decisamente superiori. Anche nella Avezzano-Napoli di 206 km non è impossibile che arrivi la fuga, visto che i saliscendi iniziali e la lunghezza della tappa potrebbero impigrire il gruppo in ottica inseguimento.

    Rimanendo in tema tappe miste, è molto probabile arrivi una fuga anche nella frazione dei muri marchigiani, la Martinsicuro-Fano di 183 km, che arriva dopo 13 giorni di corsa e la stanchezza in gruppo comincerà a farsi sentire. Un altro profilo perfetto per una fuga è quello della Tappa 19, la Mortegliano-Sappada di 154 km; la frazione non è abbastanza dura per gli uomini di classifica per sperare di fare la differenza e, soprattutto, arriva alla vigilia del tappone col doppio Monte Grappa, motivo per cui, tra tutte le frazioni, questa è quella con la percentuale più alta per un arrivo vittorioso di un attaccante.

    La storia, poi, insegna che anche le grandi tappe di montagna si concludano spesso e volentieri con il successo di un fuggitivo. E allora tra Prati di Tivo, Cusano Mutri, Livigno, Santa Cristina Valgardena, Passo Brocon e Bassano del Grappa – che ospiteranno gli arrivi delle tappe in cui verosimilmente si sfideranno a viso aperto i big della generale – è lecito attendersi la vittoria di qualche fuggitivo, che solitamente è comunque un grande scalatore o un corridore rimasto, per un motivo o per l’altro, fuori dalla lotta per la classifica. Anche quest’anno ci aspettiamo grandi lotte per entrare in fuga.

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