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Giro d’Italia 2021, Tappa 8: Foggia – Guardia Sanframondi. Riprendersi tutto

14/05/2021

Tappa 8: Foggia – Guardia Sanframondi. Riprendersi tutto

Per quanto ancorato per oltre mezzo secolo alle partenze e agli arrivi a Milano, sua città natale, il Giro d’Italia frequenta la Campania da sempre, e già pochi anni dopo la prima edizione del 1909 si avventurò alla scoperta della magia delle strade del Sannio. Una sola volta però le ha trovate nei giorni caldi, gli ultimi prima del podio finale.

Nel 2009 il Giro compie 100 anni, e per l’occasione rovescia il percorso come un guanto: partenza da Venezia, Dolomiti subito, poi discesa a Sud e arrivo a Roma. Verdetti finali affidati a Block Haus e Vesuvio, divisi da una traversata appenninica: strade da briganti, che anziché stimolare gli istinti bellici dei duellanti per la Maglia Rosa diventano ispirazione per gli assaltatori. La Sulmona – Benevento è una tappa dalle mille facce che parte in salita sfiorando la Majella, quindi si getta in pianura all’ombra del Matese per poi ingarbugliarsi tra i saliscendi del Sannio. Un percorso versatile come una Falanghina, lungo il quale può succedere che vada in fuga un sesto del gruppo, che si arrivi a una piccola volata e che lo sprint premi uno scalatore. Nel Sannio d’altronde possono accadere sempre eventi inattesi: le strade parlano di riti e miracoli, come le processioni di Guardia Sanframondi che nei secoli hanno saputo respingere carestie, terremoti, alluvioni e siccità.

Quando la corsa entra nel Sannio, la fuga a 25 si sta già sgretolando. Tra i sette rimasti ci sono Bak e McCartney, che secondo il cantante Andrea Satta -ospite in televisione- «le suoneranno a tutti». Ma c’è anche Michele Scarponi, che ha già vinto la sesta tappa e ha promesso un bis prima della fine. È il Giro giusto per far promesse per Scarponi, che al rientro da una squalifica ha scoperto finalmente di essere diventato una star del ciclismo italiano. A Roma ci sarà una festa per lui, tornato a sorridere dopo anni di delusioni e deciso a riprendersi tutto. Gli animatori di quella festa furono i suoi amici di Filottrano, che nel pomeriggio di Benevento giravano per il centro abbracciandosi.

«Non ci speravo nemmeno, ma dopo che sono entrato in fuga ho cominciato a crederci un po', quando siamo rimasti in sei ci ho creduto ancora di più».

Anche Michele avrebbe voluto abbracciare tutti dopo la volata vincente, perché sentiva che tutta la determinazione con cui aveva superato quegli anni duri finalmente lo stava ripagando. E perché una vittoria così proprio non se l’aspettava. «Non ci speravo nemmeno, ma dopo che sono entrato in fuga ho cominciato a crederci un po’, quando siamo rimasti in sei ci ho creduto ancora di più, quando ho visto che l’arrivo tirava in su mi sono detto: quasi quasi oggi ci riesco».

Nonostante il numero da finisseur consumato, le vittorie allo sprint non si ripeteranno più per Scarponi, se non una volta soltanto. Al Tour of the Alps 2017: una volata di rapportone per regolare una decina di avversari e urlare sul traguardo una nuova liberazione, un ritorno alla vittoria dopo quattro anni senza alzare le braccia al cielo. Nessuno poteva immaginare che sarebbe stata l’ultima.

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