Tappa 18: Rovereto – Stradella. Il russo dell'Oltrepo
Il Giro è arrivato una volta sola a Stradella, nel ’94: tappa vinta con un colpo di mano da Maximilian Sciandri. 221 chilometri di trasferimento verso le fatiche finali della Corsa Rosa, con negli occhi ancora l’esplosione dello scalatore che aveva vinto le due tappe precedenti, risalendo la classifica: Marco Pantani. Una giornata di festa, con Stradella che traboccava di folla, ma scritte e cori non erano ne’ per lui ne’ per il toscano del Derbyshire, vincitore di tappa. Erano tutti per la maglia rosa, per l’eroe di casa: il russo dell’Oltrepo.
Stradella e Broni sono divisi da un paio di chilometri. Due paesi che compongono una storia unica, mescolandosi da sempre senza escludere l’inevitabile punta di rivalità tipica della provincia italiana. Stradella e Broni sono le fisarmoniche di Mariano Dallapè (celebri in tutto il mondo) e le vigne di Barbera e Bonarda, e sono anche la casa di due emigranti della bicicletta, uniti da quell’avventura in rosa. Stradella casa di Emanuele Bombini, DS della Gewiss. Broni casa di Evgenij Berzin, che della squadra era capitano. In maglia rosa dal quarto giorno, Berzin stava completando al Giro una primavera indimenticabile, che già lo aveva visto aggiudicarsi le Liegi-Bastogne-Liegi. Proprio dopo la Doyenne alcuni tifosi locali avevano creato un fan club al bar di Broni, a metà Giro erano già diventati 500: partirono con 10 bus per la tappa il Mortirolo e appena tornati si ritrovarono la corsa sotto casa.