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Due settimane di Giro – vivere in tempi interessanti

19/10/2020

È finita anche la seconda settimana di Giro, ne resta una sola. Tutto è ancora da decidere, ma qualcosa, forse molto, si è già visto.

Oggi è il giorno di riposo, in cui i corridori si rilassano un po’, tutti si ricaricano in vista delle ultime tappe, e si ha anche il tempo di tirare le somme. O almeno di provarci.

Si dice che i cinesi augurassero ai propri nemici di “vivere in tempi interessanti”, dove “interessanti” significava complicati, incerti, difficili.

Questo Giro d’Italia si è disputato per la prima volta nella sua storia in autunno.

Si è trattato di rivoluzionare più di un secolo di tradizione e trovare il modo di incastrarlo in un’altra stagione, con un altro percorso e un altro clima, perché tutto il mondo stava vivendo in tempi interessanti.

Era difficile, eppure è stato fatto.

Si è partiti quindi dalla Sicilia, invece che dall’Ungheria come previsto all’inizio, e alla prima tappa ha vinto il favorito Filippo Ganna, conquistando tappa e maglia Rosa.

Al primo arrivo in salita dell’Etna uno dei grandi favoriti alla vittoria finale, Geraint Thomas, è scivolato su una borraccia poco dopo la partenza, e ha dovuto abbandonare la corsa.

Da quel momento anche la Ineos Grenadier ha dovuto gestire i suoi tempi interessanti: sul gallese aveva puntato tutto, e da lì in avanti ha dovuto reinventarsi.

Era difficile, eppure l’hanno fatto: da quel giorno i suoi compagni sono andati all’attacco prendendo ogni giorno come fosse una classica, e in due settimane hanno portato a casa un terzo delle tappe a disposizione: tre vittorie di Ganna, una di Jhonatan Narvaez e quella di ieri con Tao Geoghegan Hart.

Nel frattempo i tempi interessanti hanno colpito altri due degli attesi protagonisti per la classifica finale, Simon Yates e Steven Kruijswijk, che hanno lasciato il Giro assieme alle loro squadre.

Era il giorno di riposo di un settimana fa, prima della tappa dei muri, con arrivo a Tortoreto.

Anche senza Yates e Kruijswijk la corsa è ripartita, e quel giorno Peter Sagan – dopo tre secondi posti in volata –  ha cambiato tattica, ha attaccato da lontano realizzando una delle sue vittorie più belle.

Poteva accontentarsi, eppure non l’ha fatto.

Col passare dei giorni tutti gli uomini di classifica più blasonati davano segni di cedimento, chi più chi meno, e sono arrivati ad imporsi nomi meno attesi.

La classifica di oggi dà in testa Joao Almeida, ventiduenne portoghese al suo primo grande giro che ormai tiene la maglia Rosa da tredici giorni. 

Secondo Wilco Kelderaman, che di anni ne ha un po’ di più, ventinove, che in carriera ha già vinto ma non tantissimo, eppure adesso è lì, a 15’’ dal primo posto.

Terzi e quarti due ventiquattrenni, Jai Hindley e Tao Geoghegan Hart.

Tutti gli altri, Majka, Nibali, Pozzovivo, Fuglsang, sono dietro, dal sesto al dodicesimo posto – dai 3’18’’ di ritardo di Majka agli oltre 5 di Fuglsang.

Manca ancora l’ultima settimana in cui, com’è noto, tutto potrà cambiare più di una volta. 

Ma se anche non cambiasse, se anche i più attesi protagonisti della vigilia non arrivassero al podio, e nemmeno nei primi cinque, sarebbe perciò un Giro meno avvincente?

O sarebbe un Giro nuovo, nel clima come nella classifica, un Giro che come tutti noi ha dovuto reinventarsi, e in cui un gruppo di giovani scardina i pronostici e s’impone inaugurando una nuova stagione del ciclismo?

Manca ancora una settimana di gara, e nessuno può sapere come andrà a finire.

Se l’esperienza dei vecchi alla fine avrà la meglio sulla freschezza dei giovani e così via.

Però forse si può iniziare a rivedere il senso del proverbio cinese in cui si augurava ai nemici “tempi interessanti”, intesi come difficili, incerti e pericolosi.

A questo proposito c’è una famosa frase del poeta tedesco Hölderlin, che dice: “Dove nasce il pericolo cresce anche ciò che salva”.

Tuttosommato non sono poi così male, questi tempi interessanti.

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