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Da Potenza alle colline del Prosecco, quante chances per gli attaccanti

22/12/2025

L’anno scorso il Giro d’Italia ha visto 7 tappe concludersi con la vittoria di un corridore che aveva attaccato da lontano, nelle prime fasi della frazione. Tolta la cronometro, ogni giorno può essere l’occasione giusta per chi ha voglia di stupire e muoversi fin dai primi chilometri. Le percentuali di riuscita sono basse se la tappa è, sulla carta, adatta ai velocisti – visto che in pianura è più semplice tenere sotto controllo gli attaccanti – ma tutti gli altri giorni è lecito sognare in grande, anche sulle grandi salite. Ci sono alcune frazioni che, però, per disegno e caratteristiche saranno quasi sicuramente un affare per i fuggitivi e, quando è così, di solito la lotta più grande la si ha ad inizio tappa, per riuscire ad inserirsi nel tentativo di fuga giusto.

 

Al Giro d’Italia 2026, volendo, già in Bulgaria ci sarebbe una tappa perfetta per gli attaccanti. La Tappa 2, lunghissima, da Burgas a Veliko Tarnovo, se fosse inserita in qualsiasi altro momento del Giro, sarebbe probabilmente terreno di caccia per fuggitivi. Ma al secondo giorno, con la Maglia Rosa ancora in palio, difficilmente ci sarà già spazio per gli attaccanti. Il Byala Pass (3a cat.) e il Vratnik Pass (3a cat.) a metà tappa, ma soprattutto il Lyaskovets Monastery Pass (3a cat., 4 km al 7%) a 9 km dalla fine potrebbero comunque strizzare l’occhio a qualche coraggioso.

Potenza e i muri marchigiani

Il discorso è abbastanza simile per la Tappa 5, quella che porterà da Praia a Mare a Potenza per circa 200 km di tappa. La frazione è nervosa e tra una cosa e l’altra presenta quasi 4 mila metri di dislivello, con il punto clou rappresentato dalla Montagna Grande di Viggiano (2a cat., quasi 7 km con pendenze costanti oltre il 10%) a 50 km dall’arrivo. Anche in questo caso la classifica sarà probabilmente troppo corta perché una maxi fuga prenda il largo, ma per i bookmakers sarà senz’altro uno degli epiloghi più complicati da pronosticare.

 

La Tappa 8, quella dei muri marchigiani, potrebbe essere la prima veramente adatta a un fugone tipico dei Grandi Giri. Da Chieti a Fermo, i primi 100 km sono completamente pianeggianti, quindi aspettiamoci velocità medie da paura nella prima ora per cercare di prendere la fuga buona. Dopodiché saranno i GPM di Montefiore d’Aso (3a cat.), Monterubbiano (4a cat.) e poi nel finale gli strappi di Capodarco (4a cat.) e Fermo (4a cat.) a decidere le sorti della tappa.

Chiavari e Verbania

Prima ora a fionda ed epilogo simile ce lo si attende anche nella Tappa 11, la Porcari (Paper District) – Chiavari, che presenta però un finale più impegnativo. Dopo il Passo del Termine (3a cat.), negli ultimi 55 km ci sono il Colle di Gualtarola (2a cat., 9,9 km al 6,2%) e la salita di San Bartolomeo (3a cat.), che termina a meno di 10 km dall’arrivo, prima della picchiata su Chiavari e la Riviera di Levante. Troppo dura per i velocisti, troppo agevole per gli uomini da classifica, è la giornata perfetta per i cacciatori di tappe.

 

Sarà invece braccio di ferro tra attaccanti e velocisti la Tappa 13, da Alessandria a Verbania. Fino a 25 km dal traguardo, tra risaie e Monferrato, non c’è nemmeno una difficoltà altimetrica, poi nel finale ci sono gli strappi di Bieno (4a cat.) e Ungiasca (3a cat.) che renderanno il finale incerto, soprattutto per le squadre degli sprinter. Attaccare da lontano, quindi, potrebbe non essere poi un azzardo.

Andalo e le colline del Prosecco

Nella terza settimana l’occasione più ghiotta e chiara per i fuggitivi è quella della Tappa 17, da Cassano d’Adda ad Andalo, in Trentino, per 200 km. La prima parte di tappa è caratterizzata dai GPM del Passo dei Tre Termini (3a cat.) e della Cocca di Lodrino (3a cat.), mentre per arrivare ad Andalo la strada tenderà sempre leggermente all’insù negli ultimi 5 km, rendendo il finale davvero interessante.

 

Il giorno dopo, da Fai della Paganella a Pieve di Soligo, lo scenario è molto simile a quello di Verbania. L’altimetria è perfetta per un arrivo allo sprint, ma a poco più di 10 km dall’arrivo è posto l’ormai celebre Muro di Ca’ del Poggio (4a cat., 1,2 km al 12,2 %), che bene non farà ai velocisti. Proprio per questo, oltre al fatto che la stanchezza si farà sentire dopo 18 giorni di battaglie, le squadre potrebbero non avere la forza e la voglia per tenere la corsa chiusa, e allora ecco che i fuggitivi potrebbero avere una nuova chance di successo all’ombra delle Colline del Prosecco.

 

La corsa si concluderà con il tappone dolomitico e la doppia scalata a Piancavallo: lì si deciderà il Giro, ma la storia ci insegna che, oltre alla lotta per la Maglia Rosa, potrebbe esserci anche una lotta per la vittoria di tappa tra i fuggitivi della prima ora.

 

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