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    Bling, tutto torna

    08/05/2023

    Michael Matthews è un atleta fenomenale che, però, probabilmente, si è ritrovato protagonista nel periodo storico del ciclismo sbagliato, visto che nel momento di massima maturazione si è ritrovato a fare i conti con l’esplosione della generazione d’oro. Lui non si è abbattuto, anzi, ha lavorato al massimo per continuare ad essere della partita, ma negli ultimi anni sono state più le volte che ha dovuto fare i conti con cocenti delusioni piuttosto che con gioie e vittorie.

    Sia chiaro, è il destino del 99% dei corridori, ma inserire Matthews con quel 99% è riduttivo. In carriera ha vinto 40 corse e tra il 2014 e il 2018 è stato senz’altro uno dei diamanti del gruppo, vincendo spesso e ovunque, soprattutto nei Grandi Giri. Quando era un giovane atleta in rampa di lancio che girava per i velodromi australiani, hanno cominciato a chiamarlo Bling perché dava l’impressione di essere uno che faceva una vita sfarzosa, per i suoi orecchini di diamante, braccialetti d’oro e stile nel vestire. “Io però l’ho sempre inteso non solo per il modo che avevo di vestirmi e agghindarmi, ma anche per il modo che ho di essere, sempre felice di ciò che sono e c’ho che ho”.

    Certo, per il buon Matthews non dev’essere stato facile mantenere il sorriso questa primavera. Aveva messo il mirino sulla Milano-Sanremo, la classica Monumento che forse più si adatta alle sue caratteristiche, e invece si è beccato il covid due giorni prima della gara, dovendo dire addio a qualsiasi velleità di trionfo in Via Roma. A quel punto ha provato a recuperare per il Giro delle Fiandre, ma affrontare muri e pavé con un virus appena debellato non è ovviamente piacevole. Si è ritirato e ha deciso di lasciar perdere qualsiasi cosa, puntando tutto sul Giro d’Italia.

    In carriera Bling aveva già regalato qualche perla al Giro, indossando per 6 giorni la Maglia Rosa e vincendo col simbolo del primato addosso a Montecassino, nel 2014, e poi vincendo a Sestri Levante e prendendosi la Rosa per altri due giorni l’anno seguente. Dopodiché era tornato solo nel 2020, abbandonando però presto dopo essersi preso il covid. Negli ultimi due anni e mezzo aveva vinto solo due corse, non perché andasse piano ma perché sulla sua strada trovava sempre qualcuno di più forte.

    Oggi, a Melfi, ha fatto di tutto per avere meno avversari possibili. Sulla salita dei Laghi di Monticchio ha fatto scatenare Filippo Zana, che con il suo ritmo ha fatto saltare uno dopo l’altro tutti i velocisti, meno due, Mads Pedersen e Kaden Groves, che sono riusciti a tenere, ingolfando però il motore. Alla fine è quindi stata volata ristretta, Matthews è partito prima di tutti e ha tenuto alla grandissima. Stavolta è stato lui il più forte di tutti. 

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