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Alla scoperta del Giro 2023: si parte con 9 giorni di fuoco

02/11/2022

Dopo la splendida presentazione al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, il percorso del Giro d’Italia 2023 è da qualche giorno di dominio pubblico. Le analisi si susseguono, si parla di quale potrebbe essere la tappa decisiva dell’edizione 106, quale quella che darà il primo scossone in classifica generale, quella che presenta qualche trabocchetto inaspettato, quale corridore parteciperà, quale invece no… Quindi è giusto fare un po’ di ordine, mettere le carte sul tavolo e vedere cosa ci aspetta, visto che di mesi alla Grande Partenza abruzzese ne mancano ancora tanti ed è impossibile sapere come ci arriverà il gruppo.

La Grande Partenza dall’Abruzzo, per l’appunto, era l’unica cosa che era già stata svelata: sapevamo della crono d’apertura di 18,4 km sulla ciclovia della Costa dei Trabocchi e della prima sfida tra gli sprinter nella Teramo-San Salvo di 204 km, seconda tappa, ma ancora non sapevamo dove sarebbe arrivata la terza frazione. Ebbene, dall’Abruzzo si andrà in Basilicata, da Vasto si andrà a Melfi per 210 km, caratterizzati da una prima parte pianeggiante e un finale insidioso, con le salite del Valico dei Laghi di Monticchio e il Valico La Croce che renderanno la vita dura ai velocisti.

Con la quarta tappa i corridori si sposteranno in Campania, con la Venosa-Lago Laceno di 184 km che sarà anche la prima occasione per vedere qualche scaramuccia tra gli uomini di classifica. La tappa non presenta un metro di pianura, in particolare con le salite del Passo delle Crocelle e del Valico di Monte Carruozzo prima della scalata finale in Irpinia, dove in passato hanno vinto Roger De Vlaeminck, Alex Zülle e Domenico Pozzovivo. Si continuerà quindi con la Atripalda-Salerno di 172 km, che rivedrà i velocisti protagonisti, visto che le salite di Monte Serra e Guardia dei Lombardi sono troppo lontane per spaventare le ruote veloci.

Il successo e lo spettacolo offerto l’anno scorso ha spinto la città di Napoli a ri-ospitare il Giro d’Italia. Questa volta il percorso, con partenza e arrivo nella città partenopea, sarà però diverso, un po’ meno duro, ma comunque affascinante. Prima la Costiera Amalfitana, poi Pompei, con tanti saliscendi nella fase centrale e, poi, un probabile arrivo allo sprint sul lungomare di Via Caracciolo. La prima spallata alla Corsa arriverà il giorno seguente, nella Capua-Gran Sasso d’Italia di 218 km. Dalla Campania, quindi, si tornerà in Abruzzo, prima di fare rotta verso nord. Prima ci sarà la scalata di Roccaraso e poi quella lunghissima che porta all’arrivo di Campo Imperatore, che conta ben 45 km di ascesa, anche se un primo GPM verrà posto dopo 14 km di scalata, in località Calascio, e poi all’arrivo. Nel mezzo un lungo falsopiano che porta agli ultimi 4 km di salita con pendenza media superiore all’8%, destinati a fare differenza tra i big della generale dopo una tappa così lunga.

Attenzione anche all’ottava tappa, nuovamente sopra i 200 km di lunghezza, da Terni si va a Fossombrone per 207 km complessivi e nel finale ci sono i consueti trabocchetti dei percorsi marchigiani. Prima il Monte delle Cesane e poi, soprattutto, il muro dei Cappuccini, circa 1500 metri al 12% che verrà superato a 6 km dall’arrivo, ideale rampa di lancio per i grimpeur. Si prevedono fuochi d’artificio. La prima settimana poi si concluderà con la delicatissima cronometro romagnola, da Savignano sul Rubicone a Cesena: 33,6 km interamente pianeggianti che premieranno gli specialisti purissimi in grado di tenere alte velocità per un periodo di tempo prolungato. Molto interessante sarà anche la lotta tra gli uomini di classifica.

Al primo giorno di riposo si andrà già con tanta carne al fuoco…

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