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Il filo rosa

28/05/2021

Giro d'Italia 2021 | Tappa 19 - Reporter per un giorno

Il Giro d’Italia visto da una prospettiva speciale: quella degli studenti selezionati attraverso il progetto “Reporter per un giorno”, che hanno vestito i panni di aspiranti cronisti e fotografi per raccontare – dal loro punto di vista – come le loro città abbiano vissuto il passaggio della corsa. Il progetto – promosso da RCS Sport con il supporto de “La Gazzetta dello Sport” – si rivolge alle scuole secondarie di secondo grado delle province toccate dal Giro d’Italia.

La 19° tappa del Giro d’Italia ha preso il via venerdì 28 maggio, partendo da Abbiategrasso, fino all’Alpe di Mera, a 1700 metri di altezza, tessendo un unico filo, dalle pianure della Lombardia fino alle montagne piemontesi.

Un filo di colore rosa, che va ad aggiungersi a tutti gli altri stesi dal Giro in questi giorni, collegando tutta l’Italia. Un filo che i ciclisti hanno percorso accompagnati da un sole splendente e un cielo terso, attraversando le terre della Valsesia.

Anche la valle si è colorata di rosa: un’ondata di bici, cartelloni, manifesti e striscioni che hanno accolto i ciclisti, aiutandoli a superare una delle tappe più difficoltose dell’intero Giro. C’è un altro filo, qui, di colore azzurro: quello dell’impetuoso fiume Sesia, che oggi si è allacciato al filo rosa per gran parte del percorso. É, il Sesia, l’anima di tutta la meravigliosa terra valsesiana; nasce sul Monte Rosa a 2500 metri di altezza per scorrere in mezzo ai pascoli in alta quota, solcare la valle, serpeggiare in pianura e gettarsi nel Po, dopo una corsa di 138 chilometri.

Senza le sue acque, le sue correnti, le sue rocce, la Valsesia sarebbe triste e silenziosa. Invece questo filo azzurro fa da guida a chi visita la zona per la prima volta, guidandolo attraverso boschi verdeggianti punteggiati da sentieri, pascoli che spuntano sulle montagne, caratteristici paesini perennemente in bilico tra moderno e antico; su tutti spicca Varallo, il borgo del Sacro Monte dove tradizioni secolari convivono con negozi all’ultima moda. Ci sono poi i valsesiani, che da sempre vivono uniti dal filo azzurro. Un popolo variegato, accomunato da radici storiche comuni, tutt’ora molto sentite; nel periodo del Carnevale, a inizio anno, tutta la Valsesia è in festa per la fine dell’inverno, e si sollevano bicchieri davanti al fuoco, come facevano i bisnonni un secolo prima. E un terzo filo, che si stringe attorno gli altri due, è formato dalle Alpi; imbiancate per buona parte dell’anno, le montagne sovrastano le vallate sottostanti. Il ciclismo, anche in questo caso, rende grande protagonista il territorio, raccontando pedalata dopo pedalata ogni centimetro di asfalto.

Un anno e mezzo di Covid-19 ci ha ricordato l’importanza di un filo come quello del Giro, che ci tenga tutti uniti, ci faccia sentire parte di qualcosa; come un ciclista in mezzo al gruppo, una goccia nel Sesia. Anche in questo il ciclismo è maestro: la tappa va affrontata in gruppo, non sempre chi corre da solo arriva in fondo da vincitore.

Ci sono invece fili maledetti, che si spezzano nei momenti peggiori. É il caso di un cavo grigio di una funivia. L’incidente sul Mottarone ha provocato 14 morti e un orfano di cinque anni, Eitan, salvato dall’ultimo abbraccio del padre. Il Giro ha onorato il lutto, modificando il suo percorso – che includeva proprio la punta del Mottarone -, e donando tutti i premi della tappa al piccolo Eitan, su precisa richiesta dell’associazione che riunisce i ciclisti del Giro.

Adesso che il filo rosa copre quasi tutta Italia sta a noi renderlo più forte, perché un filo che si spezza porta sempre sventura. Ma, se ne avremo cura, il Sesia scorrerà per sempre, e per sempre le montagne lo guarderanno, e si ricorderanno di quando Simon Yates vinse la 19° tappa del Giro d’Italia, mentre Egan Bernal era maglia rosa, insidiato da Daniele Caruso e lo stesso Yates, oggi protagonista con un grande strappo negli ultimi sei chilometri che lo ha portato a conquistare per primo l’Alpe di Mera.

Lorenzo Della Peruta, liceo Gaudenzio Ferrari, Borgosesia (NO)

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