Panoramica
Posta lungo la direttrice che da Milano porta al lago di Como e alla Svizzera, all’incrocio di una delle strade che ad est porta verso il fiume Lambro, Seregno deve i propri tratti più caratteristici proprio a questa posizione di crocevia. Storicamente, infatti, il borgo si era sviluppato proprio grazie ai servizi che sono collegati ad una località dove le persone si incrociano e sviluppano interessi commerciali.
Oggi Seregno ha più di 45 mila abitanti e, pur in un territorio urbano molto denso qual è quello della Provincia di Monza e Brianza e con molti centri urbani di dimensioni corpose, mantiene i tratti peculiari e vivi di una città che vive sul commercio e sui servizi per le persone e per le imprese. Una realtà laboriosa della Brianza, che però è anche un polo di attrazione per il tempo libero. Una città che garantisce a chi ci abita standard di servizi elevati in un contesto urbano ancora “a misura d’uomo”.
Gastronomia
La cucina brianzola ha molti tratti comuni con quella milanese, anche se complessivamente è declinata con materie prime meno ricche ed è meno aperta alle influenze esterne. I piatti ed i prodotti più caratteristici rispondono all’esigenza di ottimizzare la resa delle materie prime e a quella di dedicare al cibo (inteso come preparazione e come consumazione) un tempo non eccessivo.
Ecco, quindi, che le pietanze più caratteristiche sono intingoli, realizzati con ingredienti economici (per esempio tagli di carne di minor pregio) e, soprattutto, esiti di una preparazione veloce (che non significa pronte in poco tempo: la preparazione spesso richiede una lunga cottura, che avviene sulla stufa accesa per riscaldare la casa).
L’intingolo conserva in sé tutte le proprietà nutritive e tutto il sapore. Si tratta di pietanze dal gusto molto deciso, come per esempio la “Cassoeula” (il nome, rigorosamente in dialetto, non ha un convincente omologo in italiano). Si tratta di un particolare stufato di carni di maiale (costine e verzini, ma anche cotenna e, secondo le personalizzazioni, anche musetto e piedini) e verze. È un piatto tipicamente invernale, secondo la stagionalità della verza, che è più buona se raccolta dopo le gelate notturne.
La Cassoeula richiede molte ore di cottura: può essere messa sul fuoco e lasciata lì, mentre ci si occupa di altre faccende. La preparazione non teme le cotture eccessive oppure la necessità di riscaldare porzioni avanzate: tutto può anzi migliorare il sapore. La Cassoela è tradizionalmente accompagnata dalla polenta di farina di mais, in un piatto unico che si consuma più in fretta di quanto accade con le portate multiple.
Analoghe considerazioni possono essere formulate per la trippa (“buseca”), piatto comune a tutta la cucina lombarda e non solo. Si tratta di uno stufato di carni ricavate dallo stomaco dei bovini, stufato insaporito con fagioli, passata di pomodoro, carote e sedano. La trippa è un piatto “delle feste”: ancora molte famiglie conservano la tradizione di consumarlo come piatto della vigilia di Natale e non manca nelle sagre popolari più partecipate.
Altro piatto “della festa” è il risotto con lo zafferano, spesso proposto insieme alla “Luganega”, che è la più caratteristica salsiccia dell’area brianzola.
Anche il più caratteristico dolce brianzolo, la Torta Paesana, è un esempio di cucina attenta all’impiego delle materie prime. Il dolce, infatti, nasce per riciclare il pane raffermo, che costituisce l’ingrediente principale anche nelle più apprezzate realizzazioni di oggi. In origine, la preparazione prevedeva di macerare il pane secco con latte, zucchero e uova. In un momento successivo, l’aggiunta del cioccolato che è diventato elemento caratteristico irrinunciabile di ogni ricetta, che ha moltissime varianti (in particolare prevedendo farciture con uvetta, frutta candita o pinoli).
Un altro dolce semplice e molto tipico è il cosiddetto “Pan Tramvai”, un semplice pane impastato con uvetta che ne conferisce un gradevolissimo sapore.
Punti d'interesse
Il caratteristico Centro Storico della città di Seregno è dominato da un imponente torrione campanario risalente all’undicesimo o dodicesimo secolo. L’epoca storica ne ha determinato il nome tradizionale di Torre del Barbarossa, anche se non vi è un legame diretto (se non corrispondenza cronologica) tra il borgo e l’imperatore Federico. Attualmente di proprietà del Comune di Seregno e adibita a campanile per la Basilica San Giuseppe, in origine probabilmente era una torre di segnalazione, un nodo di un più articolato sistema di cui vi sono altre strutture similari in Brianza.
Sotto la torre, la piazza Vittorio Veneto, caratteristico salotto con al centro il Monumento ai Caduti di tutte le guerre, opera dello scultore brianzolo Alfredo Sassi. La piazza Vittorio Veneto è una delle otto piazze che caratterizzano il centro storico, oggi chiaramente identificato dalla Zona Pedonale permanente. Elementi caratteristici delle piazze sono il Palazzo Comunale e la caratteristica fontana del Mangia Bagaj (piazza Martiri della Libertà), la Basilica San Giuseppe (piazza Concordia, pregevole edificio neoclassico impreziosito dall’altare opera dello scultore Floriano Bodini) e la statua di Re Umberto I (piazza Italia). In piazza Risorgimento, una installazione dell’artista contemporaneo Luca Pannoli ed un murale dedicato a Dante opera dello street artist Neve sono tra gli angoli più “instagrammati” della città. Poco distante, in via Martino Bassi, è stata recentemente collocata un’altra opera di street art: il “Jazz Club” ideato da Capo.Bianco. I due murale si inseriscono in un più articolato programma “Arte Intorno”, con l’intento di portare l’arte negli spazi della vita quotidiana. In questo senso, poco lontano dal Centro Storico, il recente murale che Livio La Rosa ha dedicato a Nikola Tesla e quello che, nel sottopasso ferroviario tra le vie Solferino e Magenta, Cristian Sonda ha declinato ispirandosi a “La Freccia Azzurra” di Gianni Rodari.
E, soprattutto, “I musici”, omaggio di Ravo Mattoni all’arte di Caravaggio, ma anche alla tradizione musicale della città di Seregno, il cui massimo esponente fu il maestro Ettore Pozzoli, autore del più noto e praticato metodo didattico per l’apprendimento del pianoforte. L’opera di Ravo Mattoni sorge a pochi metri dall’antico oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano, la cui costruzione risale al Seicento ed è legata ad un voto emesso dalla popolazione del borgo ai tempi della peste. All’interno della chiesa, sono visibili pregevoli affreschi dell’artista Gabrio Bossi.
L’Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano è una delle quattordici chiese pubbliche (di cui sei parrocchiali) che hanno contribuito in maniera importante a disegnare l’identità della città. Tra queste, spicca il Santuario mariano di Santa Valeria, edificio novecentesco dove è venerata una antica immagine della Madonna con Bambino, una Madonna sul cui capo i seregnesi posero una corona per aver salvaguardato la città durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.