In tanti hanno scritto dei luoghi attraversati dalla tappa di oggi, la penultima del Giro 104, l’ultima in linea prima della cronometro di domani.
Luoghi di confine, di passaggio, di traffici e d’incontri.
Uno è Nietzsche. “Lassù da solo; ed è stato il miglior viaggio in diligenza che abbia mai fatto. Non so scrivere della grande magnificenza della Via Mala, mi sono sentito come se non conoscessi ancora la Svizzera. È questa la mia Natura, e non appena ci siamo approssimati a Spluga sono stato sopraffatto dal desiderio di restarvi.”
Damiano Caruso invece non ci si ferma, anzi a Spluga il suo viaggio è appena cominciato. Ha ancora davanti due salite e la possibilità di giocarsi tappa e Maglia Rosa.
Era partito subito dopo lo scollinamento del Passo San Bernardino rispondendo a un attacco di Bardet e compagni in discesa.
Lui e Bilbao li hanno seguiti e ripresi, tutti assieme hanno continuato l’azione lungo il falsopiano verso il successivo Gpm e a Spluga hanno 30’’ sul gruppo dei migliori che è tirato dalla Ineos.
Storer lavora per Bardet, Bilbao per Caruso, e anche in salita continuano a guadagnare mentre la Maglia Rosa invece perde pezzi, si staccano infatti Moscon e Narvaez.
In cima i quattro fuggiaschi hanno 45’’ di vantaggio.
A questo punto non è inutile ricordare che Caruso in classifica stamattina era secondo a 2’29’’ da Bernal, il quale un attimo di inquietudine ora deve provarlo.
Anche John Ruskin si è trovato a passare quassù nel 1833, e scriveva: “Quando ebbi superato il Passo dello Spluga, vidi come la nebbia si andava diradando, lasciandomi libero lo sguardo su un mondo che era scomparso. Solo quando i veli tra cielo e terra si furono allontanati, emerse alla luce tutta la bellezza”.
I ”veli tra cielo e terra” oggi accompagnano i corridori lungo i tornanti dell’ultima discesa che porta all’ultima salita di Alpe Motta.
7 km al 7,6 % di media per decidere tappa e Giro d’Italia.
A 6 km e mezzo dalla fine si stacca Bilbao, che fino ad oggi non è mai stato fra i primi ma questo pomeriggio ha fatto un mezzo capolavoro in servizio del capitano.
Caruso fa in tempo a dargli una pacca sulla schiena prima di continuare solo con Bardet il suo viaggio – un momento che si aggiunge alle migliori immagini di queste tre settimane.