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Un autunno che sembra primavera

28/10/2020

Forse il momento giusto per raccontare questo Giro è la prima mattina di sabato 24 Ottobre, la penultima tappa, Alba-Sestriere.

Il giorno prima l’autunno si era fatto sentire.

Pioveva, c’era stata la protesta dei corridori, la Morbegno-Asti aveva dimezzato il suo percorso, e anche sul Giro il cielo si era rannuvolato.

La mattina dopo, aprendo la finestra a Sestriere, c’era il sole.

I boschi di larice luccicavano come tanti incendi immobili e intanto aspettavano, come tutti noi, cosa sarebbe successo.

Aspettavano come noi l’ultima tappa alpina, quella in cui si sarebbe dovuta decidere la corsa prima della cronometro conclusiva di Milano.

Aspettavano come noi lo spettacolo, un finale di Giro in cui avremmo capito se Kelderman avrebbe resistito a Geoghegan Hart, dietro di lui di 15 secondi in classifica, e al giovane compagno Hindley, che di secondi di ritardo ne aveva solo 12.

Ancora prima che la tappa entrasse nel vivo abbiamo capito che quel giorno sarebbe stato il giorno, che i boschi non si erano vestiti a festa per nulla: Geoghegan Hart ha messo la squadra a tirare e poi sappiamo com’è finita.

Con la Maglia Rosa Kelderman che si stacca a trenta chilometri dalla fine; col duello in volata tra i due giovani che a Palermo erano partiti scudieri e alla fine si sono ritrovati cavalieri; con i primi due in classifica generale con lo stesso esatto tempo alla partenza dell’ultima tappa – evento mai accaduto nella storia dei Grandi Giri.

Il giorno dopo Geoghegan Hart ha conquistato la corsa Rosa per neanche 40 secondi su Hindley, ma è stato nel giorno del Sestriere che il Giro ha portato a casa la vittoria più grande. Più ancora, forse, dell’entusiasmante arrivo in Piazza Duomo a Milano, che di quel giorno è stato una felice conseguenza.

Dopo essere riuscito a cambiare pelle e stagione, a trovare un nuovo percorso e una nuova identità, a portare la carovana dal mare di Palermo ai 2758 metri dello Stelvio, sul Sestriere abbiamo visto il miglior riassunto di cos’è stato il Giro d’Italia quest’anno.

La mattina precedente a Morbegno pioveva, e scorrevano nuvole scure.

Ma bastava aspettare.

Con la forza e voglia di andare avanti, e il giorno dopo sarebbe tornato il sole.

E con lui il finale più bello e incerto degli ultimi anni, con attorno larici dorati che parevano alberi in fiore. 

Con un autunno che sembrava primavera. 

 

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