Una corsa accelera e rallenta, il gruppo si sfrangia e si ricompatta, si dilata e si restringe, come il mantice di una fisarmonica.
Castelfidardo-Senigallia, sesta tappa e ultima possibilità per i velocisti in questa Tirreno Adriatico.
Poco dopo la metà dell’800, quando era ancora solo un ragazzo, il fidardese Paolo Soprani rimase affascinato dagli organetti che vedeva suonare nei caffè della città.
Gli piaceva la melodia, la forma dello strumento, eppure pensava si potesse fare di meglio.
Un po’ come Tullio Campagnolo che iniziò a rivoluzionare il mondo della bicicletta nel retrobottega del padre, Soprani allestì un piccolo laboratorio nella stalla e nel granaio della casa colonica in cui viveva con la famiglia e con pochi arnesi di fortuna assemblò il la sua prima fisarmonica.
Quello che ne uscì gli parve buono e giusto e ne costruì altre, che cominciò a vendere di persona nei mercati e alle fiere dei paesi vicini.
Nacque così la fisarmonica come la conosciamo oggi, e tuttora Castelfidardo è considerata la capitale mondiale di questo strumento: è sede del Museo Internazionale della Fisarmonica e del Festival internazionale della Fisarmonica.