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Tirreno-Adriatico, Tappa 6: Lo spartito del ciclismo

12/09/2020

Una corsa accelera e rallenta, il gruppo si sfrangia e si ricompatta, si dilata e si restringe, come il mantice di una fisarmonica.

Castelfidardo-Senigallia, sesta tappa e ultima possibilità per i velocisti in questa Tirreno Adriatico.

Poco dopo la metà dell’800, quando era ancora solo un ragazzo, il fidardese Paolo Soprani rimase affascinato dagli organetti che vedeva suonare nei caffè della città.

Gli piaceva la melodia, la forma dello strumento, eppure pensava si potesse fare di meglio.

Un po’ come Tullio Campagnolo che iniziò a rivoluzionare il mondo della bicicletta nel retrobottega del padre, Soprani allestì un piccolo laboratorio nella stalla e nel granaio della casa colonica in cui viveva con la famiglia e con pochi arnesi di fortuna assemblò il la sua prima fisarmonica. 

Quello che ne uscì gli parve buono e giusto e ne costruì altre, che cominciò a vendere di persona nei mercati e alle fiere dei paesi vicini.

Nacque così la fisarmonica come la conosciamo oggi, e tuttora Castelfidardo è considerata la capitale mondiale di questo strumento: è sede del Museo Internazionale della Fisarmonica e del Festival internazionale della Fisarmonica.

 

Anche il percorso di oggi sembra seguire uno spartito musicale: metà tappa vallonata con un susseguirsi di piccoli acuti; l’altra metà è una pagina bianca, dritta e liscia, in cui chiunque può decidere di improvvisare la propria melodia verso il traguardo di Senigallia.

L’arrivo è giusto davanti la famosa Rotonda a Mare, una sala da ballo protesa sull’Adriatico inaugurata nel 1933, e che nel secondo dopoguerra ha vissuto il suo periodo d’oro, quando era il ritrovo della mondanità e l’epicentro della musica leggera italiana.

Da circa un decennio la Rotonda è uno dei luoghi della città in cui ogni estate si tiene il Festival Internazionale di musica e cultura americana anni ’40 e ’50, per brevità chiamato Summer Jamboree, che richiama turisti e appassionati da tutto il mondo.

Ma anche il ciclismo ha il suo ritmo.

Una corsa accelera e rallenta, il gruppo si sfrangia e si ricompatta, si dilata e si restringe, come il mantice di una fisarmonica.

Oggi lo spartito sembra deciso, con un arrivo fatto apposta per una sinfonia del gruppo ad accompagnare l’acuto finale di un velocista.

Sempre che qualcuno non s’inventi qualcosa, che un gruppo di jazzisti non improvvisi una jam session attaccando da lontano, per sfuggire una volta tanto a una partitura che pare già scritta.

Perché nel ciclismo, come nella musica, non conta tanto il genere, l’importante è la melodia.

 

Segui la tappa in diretta su tirrenoadriatico.it/it/live/

 

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