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Tappa 19 – Compagni di scuola

23/10/2020

Oggi era una di quelle mattine piovose di fine Ottobre, nuvole basse e luce grigia, in cui da piccoli era più dura andare a scuola.

Allora si cercava una sponda nei genitori, chiedendo comprensione, e se poi non funzionava una volta a scuola si andava a farsi fare un thè caldo dai bidelli.

Oggi sarebbe dovuta partire la tappa più lunga del Giro d’Italia, 258 km pianeggianti da Morbegno fino ad Asti.

Ma stamattina in Valtellina pioveva, c’erano le nuvole basse e la luce grigia di fine Ottobre, e i corridori hanno chiesto di entrare a scuola qualche ora dopo.

Dopo un lungo conciliabolo si è deciso di ridurre il percorso delle metà: non più 258 km ma 124, partenza non più alle 10:20 ma alle 14:30, non da Morbegno (SO) ma da Abbiategrasso (MI).

Alla (ri)partenza scattano subito in 3, che presto diventano 14 e inizia uno di quei braccio di ferro tra gruppo e fuga che piacciono tanto ai ciclofili, com’era successo nella tappa di Tortoreto tra Sagan e la squadra di Démare.

Solo che stavolta è la squadra di Sagan ad inseguire: per lo slovacco oggi è l’ultima occasione di insidiare la maglia Ciclamino e vuole a tutti i costi arrivare in volata, come uno studente che ha fatto i compiti e cerca in tutti i modi di farsi interrogare.

Il braccio di ferro continua per diversi chilometri, ma in gruppo tirano solo tre uomini della Bora mentre davanti i quattordici lavorano di comune accordo; il braccio che deve cedere, stavolta, è quello di Sagan.

Quando si spostano i Bora il gruppo praticamente si ferma, da sessantacinque secondi il ritardo sale in un amen a sei, sette, otto minuti – l’equivalente ciclistico di andare dai bidelli a farsi fare un thè.

I quattordici dunque vanno, a quel punto non manca più molto al traguardo e poco dopo cominciano gli scatti.

Campenaerts è il più attivo, attacca sull’unica salitella di giornata e porta via un gruppetto di sei corridori, da cui evade quasi subito Josef Černý, ventisettenne ceco della CCC.

Mancano ancora venti chilometri e sono cinque contro uno. Una cronometro a squadre contro una cronometro individuale.

Ma Černý è campione nazionale della specialità, guadagna una trentina di secondi e non li molla più. 

All’ultimo chilometro ci prova ancora Campenaerts ma oramai è tardi, e Černý taglia solitario il traguardo di Asti al termine di un’azione coraggiosa e bellissima.

Domani penultima tappa di questo Giro d’Italia, l’ultima alpina con tre volte il Gpm di Sestriere, con i primi tre della classifica generale rinchiusi in soli 15 secondi.

Le previsioni danno bel tempo. La scuola e lo spettacolo ricominceranno.

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