Nella tappa più musicale di questo Giro, il genere dominante è ancora una volta quello della fuga.
Il lunghissimo spartito di 231 chilometri partiva da Rovereto, dove ogni sera suona la “Maria Dolens”, la più grande campana al mondo che suona a distesa.
Fu fusa nel 1924 con il bronzo dei cannoni delle nazioni che presero parte Prima guerra mondiale, e adesso al tramonto i suoi cento rintocchi spargono per il mondo un monito di pace.
Al Traguardo Volante di Cremona, dopo 134 km, la fuga si è già formata, il gruppo dietro già fermato, e i 23 davanti attraversavano la città di Stradivari con la certezza di essere loro, oggi, i primi violini di questa tappa.
Ma c’è ancora molta strada per arrivare fino al traguardo di Stradella, uno dei principali centri di produzione della fisarmonica al mondo com’è documentato dal Museo della Fisarmonica presente in città – oltre che dall’eloquente titolo di una canzone di Paolo Conte, “La fisarmonica di Stradella”.
C’è ancora molta strada e la fine della partitura è la più insidiosa, con gli ultimi 35 km che sono tutti un saliscendi di bassi e alti.
In musica “la fuga” non è un componimento lineare, ma è fatta di punti e contrappunti, risposte e controrisposte.
Il primo a ricordarselo è Cavagna, passista francese della Deceuninck-Quick Step, che scatta sulla prima salitella verso il Gpm di Castana e fa il vuoto.