Partenza da Alcamo, affacciata sul Golfo di Castellammare, costa nord della Sicilia, e arrivo ad Agrigento coi suoi templi e i suoi scrittori.
Alcamo in arabo significa “terra fertile”.
Infatti ci producono il celebre Bianco d’Alcamo: odore fruttato e colore paglierino, dal vitigno autoctono Catarratto.
Da lì si scende per la valle del Belice: Salemi, Santa Ninfa, Partanna, giù verso Castelvetrano pur senza toccarlo, sempre immersi in quel territorio che porta ancora i segni di un terremoto di oltre cinquant’anni fa, luoghi a volte considerati periferia del Paese, ma che quando passa il Giro diventano il centro del Mondo.
Prima di Selinunte svolta a sinistra a costeggiare il Mediterraneo verso Porto Empedocle, si sfiora la casa natale di Pirandello e ultimi quattro chilometri in salita fino ad Agrigento, attraverso la Valle dei Templi.
Finale da velocisti moderni, che reggono in pendenza, per corridori da classiche, ma anche gli uomini di classifica dovranno stare lì davanti.
Sempre che alla prima occasione utile in questo Giro non parta e arrivi la fuga.