Nuova accelerata e Almeida si stacca definitivamente.
Mancano più di 11 chilometri alla cima, 49 al traguardo: una vita.
Ha solo un uomo a disposizione, Masnada, che lo aspetta e sale con lui.
Nei successivi 1000 metri si staccano anche tutti gli altri, Nibali, Fulgsang, Maika, Bilbao, e resistono solo in 4: Dennis e Geoghegan Hart della Grenadier, Kelderman e Hindley della Sunweb. 2 a 2.
Dennis fa il ritmo davanti, i due Sunweb restano dietro e si capisce presto il perché.
Kelderman fa un po’ l’elastico e poi perde terreno dagli altri tre, che continuano da soli lungo gli ultimi, infiniti tornanti di Stelvio.
Questione di numeri. L’olandese a quel punto è virtualmente primo in classifica, con Almeida che sta pian piano naufragando (ma un naufragio di carattere, non c’è che dire) ha 20, 30, 40 secondi dal terzetto di testa ma non molla, conta i chilometri che mancano e i secondi che può perdere da Geoghegan Hart e Hindley per vestire la maglia Rosa: 161. Molti, ma non tantissimi.
Primo sullo Stelvio passa Dennis, ma non ha molto tempo per festeggiare, si butta in discesa per dare un ultimo aiuto al compagno di squadra, aiuto che finisce quando inizia la salita finale, lì restano in due Geoghegan Hart e Hindley, a giocarsi tappa e maglia.
L’inglese sempre in testa, l’australiano sempre a ruota con la scusa di avere il compagno di squadra Kelderman alle spalle, che intanto accusa la stanchezza e viene superato dalla coppia Bilbao Fulgsang, che quando fa il conto dei secondi che può perdere si accorge di averne sempre di meno.
La coppia al comando arriva in volata, vince Hindley che si aggiudica anche 10 secondi di abbuono, quanto basta per finire secondo in classifica davanti a Geoghegan Hart.
Kelderman taglia il traguardo dei Laghi di Cancano a 2’18” dal compagno di squadra, quanto basta per indossare la maglia Rosa per 12 secondi.
Risultato: i primi 3 della generale rinchiusi in 15 secondi, a 3 tappe dal termine.
Da qui in avanti non sarà più una questione di numeri – sarà solo uno spettacolo.