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GranPiemonte, sfida tra le colline delle Langhe

12/08/2020

Un percorso molto impegnativo all’interno delle Langhe a cavallo fra le province di Asti e Cuneo, con un circuito finale di circa 44 km da percorre due volte in mezzo ai vigneti della zona di Alba.

Tra i partenti del GranPiemonte presented by EOLO anche Vincenzo Nibali, Mathieu van der Poel, Giulio Ciccone, Gianluca Brambilla, Ivan Ramiro Sosa, Filippo Ganna, Gianni Moscon, Fabio Aru, Valerio Conti, Diego Ulissi, George Bennett, Davide Ballerini, Ion Izaguirre, Aleksandr Vlasov, Michael Albasini, Alessandro De Marchi, Simon Geschke, Andrea Pasqualon, Danny Van Poppel e Giovanni Visconti solo per citarne alcuni.

Il gruppo, forte di 124 corridori, ha attraversato il km 0 alle ore 13:55.

Live https://www.ilgranpemonte.it/it/live/i

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IL PERCORSO

Percorso molto impegnativo all’interno delle Langhe a cavallo fra le province di Asti e Cuneo, con un circuito finale di circa 44 km da percorre due volte in mezzo ai vigneti della zona di Alba. Si affronta una lunga serie di salite e discese con pochissime possibilità di riposo. Nella parte di avvicinamento al primo passaggio si scalano Rocchetta Palafea, Mango, Barbaresco e Diano d’Alba. Dopo Grinzane Cavour si entra nel circuito che presenta le salite di La Morra, Barolo, e Monforte d’Alba. Salita finale comune all’arrivo della cronometro del Giro d’Italia 2014 Barbaresco-Barolo, con linea di arrivo diversa, con un breve tratto di ulteriore salita.

 

Ultimi km

Dopo la discesa della Morra si percorre una svolta a destra che immette della strada in salita che porta all’arrivo. Pendenze sempre attorno al 5-6%. A 600 metri dall’arrivo svolta a destra in marcata salita (circa 8-9%) fino all’ultima curva verso sinistra ai 300m dall’arrivo.

PUNTI D'INTERESSE

Santo Stefano Belbo

L’origine del nome deriva dal primo martire Santo Stefano, venerato nel paese, e dal fiume Belbo, che ne attraversa il centro. L’importanza del territorio in epoca romana e medievale deriva dalla posizione di controllo strategico all’inizio della strada che si snodava lungo la valle del Belbo proveniente da Alba.

La presenza monastica fu molto forte in Valle Belbo e anche a Santo Stefano lavorarono, tra il 1600 e il 1840, i frati francescani scalzi e i cistercensi. Tra i monumenti di interesse storico e artistico, ricordiamo la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, un bellissimo edificio contenente una croce di rame risalente al X secolo.

Santo Stefano Belbo è il simbolo della poesia di Cesare Pavese, che qui è nato e ha trascorso molto tempo della sua giovinezza. Lo scrittore, nel corso degli anni, ha sempre avuto con questo luogo una sorta di amore-odio, espressa nella forma più alta nel romanzo La luna e i falò.

Castagnole delle Lanze

Sono di epoca romana le prime testimonianze circa Castagnole delle Lanze, probabilmente dovute al fatto che da quella zona passasse una diramazione della via Emilia. Tuttavia, è nel Medioevo che Castagnole vive uno dei momenti storici più intensi con Manfredi I detto Lancia; successivamente il feudo passò nelle mani di Valentina Visconti per le nozze con Luigi di Valois, duca d’Orléans. Poi, nel 1573, una parte di territorio passò a Emanuele Filiberto di Savoia e, quindi, alla famiglia Alfieri. Il comune di Castagnole delle Lanze comprende due aree distinte: una collocata nel borgo collinare, in alto, e una nel borgo nuovo, nato all’inizio del Novecento, dove si assiste allo svolgersi delle principali attività economiche del paese, in particolar modo la produzione vinicola.

Barbaresco

L’affascinante borgo di Barbaresco è noto per la produzione dell’omonimo vino rosso, legato storicamente alla tradizione piemontese derivante dall’uva Nebbiolo, oggi conosciuta in tutto il mondo, attorno al quale ruota oggi gran parte del flusso turistico, l’elemento più importante dell’economia locale.

Il pittoresco borgo di Barbaresco è proteso sul Tanaro, con un castello e una torre massiccia, ed è collocato al centro di un’enorme e intricata catena di basse colline che crea uno dei paesaggi italiani più belli, al punto che l’UNESCO ha deciso di dichiarare questo territorio come Patrimonio Mondiale nel 2014.

Alba

Situata al centro di una regione molto diversificata, Alba è il fiorente centro storico delle Langhe, indicata come la capitale del tartufo bianco. Oggi, il settore gastronomico rimane una parte importante dello sviluppo culturale ed economico della città; un luogo in cui coesistono microagricoltura, aziende alimentari e organizzazioni multinazionali. Per Alba, la valorizzazione della cultura gastronomica locale va di pari passo con un processo di educazione del consumatore e promozione di filiere corte. Nel richiamo che Alba esercita sui turisti, le fiere del tartufo e del vino quasi prevalgono su un patrimonio monumentale pur degno di grande attenzione: si pensi al Duomo con campanile romanico, al gotico San Domenico, alle eleganti chiese barocche o alle superstiti torri medievali, che conferiscono alla città un colore rosseggiante.

Diano d’Alba

Il nome di questo luogo è probabilmente un omaggio alla dea Diana, protettrice della caccia e dei boschi. Diano ha una storia millenaria: nel Medioevo è stata una potente città militare, persino più potente della stessa Alba. Occupato e incendiato nel 1361 da soldati mercenari guidati da Leonetto d’Inghilterra, fu di proprietà della famiglia Visconti di Milano e successivamente dei Savoia. Con la pace di Cherasco, nel 1631, divenne definitivamente proprietà della famiglia Savoia e di Vittorio Amedeo I di Savoia.

Diano si trova a pochi chilometri da Alba ed è diviso in tre aree separate: il centro storico, la valle di Talloria, dove molti produttori di vino hanno le vigne, e Ricca, dove si trovano le industrie. Dalle mura del castello è possibile ammirare i vigneti del Barolo e le colline delle Langhe.

Dogliani

A soli quaranta minuti di auto da Alba, città del tartufo, si incontra Dogliani, un grazioso borgo situato nel cuore delle Langhe, annidato tra le colline coltivate. Considerato un ponte tra l’Alta Langa e le colline del Barolo, la sua posizione strategica ne ha fatto un luogo davvero interessante anche dal punto di vista storico-culturale. Dogliani abbraccia la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Quirico e Paolo, sormontata da un’enorme cupola e progettata da Giovanni Schellino, l’eclettico architetto locale chiamato “Gaudì di Cuneo”, a partire dal 1859.

Barolo

Barolo si trova nella regione storica delle Langhe. Situato su un piccolo altopiano, è protetto dalle montagne circostanti, disposte ad anfiteatro. La città è oggi famosa per i suoi numerosi vigneti e le sue numerose varietà di vino rosso che sono prodotte dall’uva nebbiolo.

Non abbiamo informazioni precise sull’origine del villaggio. Sebbene la zona fosse abitata in epoca preistorica, il primo insediamento di cui esistono prove sul territorio era di origine barbarica e risalente al Medioevo. Durante il dominio longobardo, il paese è sotto la Contea di Alba, ma nel 1250 la famiglia Falletti acquista tutti i possedimenti del Barolo, evento che segna per sempre il destino del luogo e delle aree circostanti. Tracce della famiglia si possono ammirare nell’antico Castello Falletti, originariamente costruito nel X secolo per proteggere l’insediamento dagli invasori. Il complesso del castello è piuttosto vasto e ci sono diverse attrazioni situate all’interno del castello come un museo e un’enoteca. Oggi Barolo è un paese del vino, che si respira letteralmente tra le vie del borgo attirando moltissimi turisti. Ciò, tuttavia, non sembra aver alterato né il carattere pacifico dei suoi abitanti né il loro ritmo di vita, facendo del posto un luogo a sé, dove ritrovare la pace cullati dalle verdissime colline circostanti.

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