Giro-E, tappa 19
Ultime due tappe di montagna, prima della crono conclusiva Sesto San Giovanni-Milano. Entrambe a tre stelle.
Ma prima di parlare della tappa e di ciclismo, un doveroso ricordo alle 14 vittime della tragedia della funivia Stresa-Mottarone, avvenuta il 23 maggio scorso. La partenza da Stresa era pianificata da tempo. Pronti a fare un passo indietro, gli organizzatori del Giro-E hanno ricevuto l’invito delle autorità locali a confermare la partenza da Stresa. Un doveroso omaggio è stato rivolto alle vittime: non è stato montato il villaggio di partenza né sono state effettuate le consuete attività di presentazione dei team e dei partecipanti, è stato chiesto un minuto di raccoglimento al gruppo e allo staff e i capitani sono partiti con il lutto al braccio.
La frazione in breve: da Stresa all’Alpe di Mera (Valsesia), 72,6 chilometri per 1.900 metri di dislivello positivo. Il Giro-E si è innestato sul percorso del Giro d’Italia già oltre la metà del chilometraggio totale della Corsa Rosa, in tempo per scalare le ultime due vette: il Passo della Colma e, naturalmente, l’Alpe di Mera, dov’era posizionato il traguardo. Gli ultimi 10 chilometri sono stati duri, con pendenze sempre al 9-10 per cento, e punte del 15 per cento. Chi ha pedalato anche ieri, nella Casalpusterlengo-Stradella, aveva le gambe legnose, perché faceva molto caldo e i colli dell’Oltrepò hanno lasciato qualche segno.
Come già, ma in tono minore, a Sega di Ala, il cuore della tappa è stato l’ultima salita, vero momento di interesse della frazione odierna e di impegno per i ciclisti elettrici. Grazie al motore, l’esperienza si è rivelata come al solito un piacere, che ha consentito ai partecipanti di godere non solo di un panorama incantevole e di un meteo particolarmente favorevole, ma anche di vivere il percorso del Giro d’Italia con il clima del Giro d’Italia: la gente che già aspettava i campioni e, felice, accoglieva nel frattempo i ciclisti elettrici.