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Giro d’Italia Awards 2021: Miglior Attacco

18/06/2021

In questa categoria erano in gara quattro attacchi, quattro grandi azioni personali del Giro 2021: la vittoria di Simon Yates nella 19a tappa; la sparata di Affini poco prima del traguardo di Verona; il numero di Damiano Caruso ad Alpe Motta e poi Bernal sul Passo Giau.

C’è da notare che le prime tre azioni si sono svolte interamente sotto lo sguardo delle telecamere che ne hanno colto ogni metro, ogni giro di pedivella e ogni contrazione dei muscoli.

Mentre della quarta – caso più unico che raro nel ciclismo moderno –  non si è visto praticamente nulla, se non gli ultimi 300 metri prima dell’arrivo in centro a Cortina.

Indovinate quale ha vinto? Esatto.

Molto ha influito il fatto che il protagonista fosse la Maglia Rosa, certamente. Che il teatro dell’attacco fosse il più prestigioso possibile, cioè le Dolomiti e la Cima Coppi. Ma è veramente molto difficile non pensare che il vero fascino di quell’azione sia stato proprio il non averla vista, il suo accadere lontano dagli occhi delle telecamere e dai nostri. Il fatto che tutti noi abbiamo potuto solo ascoltarla dalle voci dei radiocronisti in corsa, che abbiamo dovuto attendere i passaggi al Gpm per conoscere i distacchi, che abbiamo cioè dovuto immaginarla.

Come se il ciclismo fosse tornato per un attimo ad essere un racconto orale, un film visto in bianco e nero, una storia raccontata prima di addormentarsi. Qualcosa di intimo e personale. Poi certo, quel giorno di nebbia e pioggia Bernal ha confezionato un capolavoro, partendo da solo a metà del Giau, staccando tutti e arrivando a Cortina con quasi 30’’ da Bardet e Caruso.

Una grande azione, la più bella del Giro d’Italia 2021. Resa ancora più indimenticabile dalla nostra immaginazione.

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