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Catania – Villafranca Tirrena, ovvero della simmetria

06/10/2020

il_territorio

Guardando l’altimetria di questa tappa sembra di vedere una montagna disegnata da un bambino.

Il tratto di matita parte basso dalla sinistra del foglio, sale sempre più acuto fino al centro e da qui scende, specularmente a come era salito, per finire di nuovo orizzontale sulla destra del disegno.

Il punto più a sinistra del foglio è Catania, quello più a destra Villafranca Tirrenia. 

Il picco al centro è il GPM di Portella Mandrazzi, terza categoria e 1125 metri di altezza.

Due traguardi volanti, uno da una parte e uno dall’altra della pagina: Francavilla di Sicilia (simmetrica gemella di Villafranca) e Barcellona Pozza di Gotto.

Tutto fa pensare che, dopo le fatiche di ieri, la tappa di oggi finisca in volata, con l’interludio di una fuga in mezzo.

Ma la simmetria non è mai veramente simmetrica.

Il GPM non è esattamente al centro del foglio, ma cinque chilometri più in là.

Francavilla è nell’entroterra, Villafranca sul mare.

Come sembra simmetrica senza esserlo l’ostrica, sul cui ideale Verga, nato a Catania, ha fondato la maggior parte delle sue opere.

Così come le ostriche – sosteneva Verga – se staccate dallo scoglio muoiono, anche i personaggi che provano ad evadere dal loro destino per migliorare le proprie condizioni, finiscono per soccombere. Soltanto quelli che si adattano alla loro condizione possono salvarsi.

Tutto sembra segnato: fuga ripresa a poco dall’arrivo, ultimi chilometri a ranghi compatti, volata di gruppo.

Sempre che prima di Villafranca, costeggiando il Tirreno, il vento non si metta di traverso e decida di scompaginare simmetrie e destini, trasformando una tappa semplice in un campo battaglia – aprendo un’ostrica per regalarci una perla.

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