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Abbiategrasso-Alpe di Mera. Vittorie di squadre

28/05/2021

Oggi era in programma la penultima tappa in linea di questo Giro, 166 km con due Gpm prima dell’impegnativo arrivo in salita fino ai 1531 metri di Alpe di Mera.

Oggi si transitava anche da Omegna, dove 101 anni fa nacque Gianni Rodari.

Rodari fu scrittore, giornalista, pedagogista e poeta, oltre che l’unico italiano ad aver vinto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen, il più importante riconoscimento al mondo per la letteratura d’infanzia.

Scrisse anche diverse volte di ciclismo, regalandoci per esempio la Filastrocca del gregario, piccolo capolavoro che inizia così:

“Filastrocca del gregario

corridore proletario,

che ai campioni di mestiere

deve far da cameriere,

e sul piatto, senza gloria,

serve loro la vittoria.”

 

Ne sa qualcosa la fuga che va via dopo 40 km corsi a 60 all’ora, guadagna fino a 3’35’’ ma mai di più.

Questo perché in testa al gruppo si mettono fin da subito i gregari di Yates.

Poi arrivano in blocco anche i compagni di Almeida, che nell’ultimo arrivo in salita tra i corridori di classifica è stato il migliore, ora è 8° a 8’45’’ da Bernal, non ha niente da perdere e quindi vuole provarci, tappa o podio che sia.

Che abbia intenzioni bellicose è ancora più chiaro a 75 km dal traguardo, quando la Deceuninck-Quick Step forza in discesa e il gruppo si spezza.

Dietro resta più di un uomo della Ineos tra cui Martinez, il gregario più fidato della Maglia Rosa, quello che a Sega di Ala l’aveva incitato e scortato fino al traguardo quando pareva non farcela più.

Dall’ammiraglia capiscono il momentaccio e ricorrono all’artiglieria pesante; fermano Ganna che in breve li riporta tutti sotto, ma sono tutte fatiche e stress che si accumulano.

Quando passano per Omegna il lavoro combinato delle due squadre non si interrompe, anzi aumenta lungo la salita del Passo della Colma e poi nel tratto in falsopiano verso l’ultima salita.

Quando iniziano le prime rampe però la situazione gregari si ribalta.

Bernal ne ha ancora tre, Almeida e Yates solo uno, Caruso nessuno.

Così quando – a 7 km dalla vetta – Almeida scatta, Bernal può lasciar fare e restare dietro le rassicuranti ruote di Castroviejo e Martinez.

Fa lo stesso poco dopo quando partono anche Yates, Caruso, Vlasov e Bennet.

Castroviejo pian piano riporta Bernal sul gruppetto, ma non su Yates che è da solo al comando con una trentina di secondi di vantaggio.

Ora la Maglia Rosa ha ancora Martinez da spendere, come a Sega di Ala, e come due giorni fa il colombiano non si risparmia e il margine del fuggitivo cala.

A 2 km e mezzo dall’arrivo anche Martinez non ce la fa più e si sposta.

Ora sono tutti alla pari, uno contro uno.

Bernal allunga e lo segue solo Almeida, mentre Caruso qualcosa paga ma non molla, sale regolare e li tiene lì.

All’ultimo km Yates ha solo 18’’ dalla coppia dietro, Almeida sente odore di tappa e parte da solo all’inseguimento.

Ma non ce la farà.

Simon Yates taglia solitario il traguardo di Alpe di Mera, gustandosi una vittoria parziale che sa anche un po’ di avvertimento alla Maglia Rosa in vista di domani.

 

2° Almeida a 11’’, 3° Bernal a 28’’, 4° e 5° Caruso e Vlasov a 32’’.

In classifica generale sempre 1° Bernal con 2’29’’ su Caruso e 2’49’’ su Yates.

 

Anche oggi in cima sono arrivati davanti i più forti, i più noti, hanno vinto i capitani.

Ma Yates e Almeida hanno beneficiato del lavoro dei compagni, fin dall’inizio davanti a tirare.

Bernal ha limitato i danni aiutato da una grande squadra, prima Ganna in pianura, poi Castroviejo e Martinez in salita.

Anche oggi i campioni sono lì grazie al loro individuale talento e alle loro gambe, ma oggi più che mai anche grazie alle gambe e al talento dei loro gregari.

A Gianni Rodari sarebbe piaciuto.

 

 

 

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